ETÁ DELLA SCOLASTICA
1. Maria nell'Età della Scolastica a) Nel secolo XIII continua a prosperare quel clima di vivace interesse per la dottrina e la devozione mariana, che rappresentò una delle ricchezze più preziose del secolo precedente. Tra le componenti teologiche più evidenti, rileviamo una marcata sollecitudine per un ritorno alle fonti bibliche e patristiche e alle tradizioni monastiche più genuine, al fine di meglio riscoprire il ruolo assolutamente centrale del Cristo redentore e, accanto a Lui, la funzione della Madre sua, quali fonfattori indispenabili per impostare un'esistenza autenticamente cristiana. b) Anche artisti, pittori, scultori, architetti, hanno compreso la necessità di distaccare le immagini di Gesù e di Maria da quelle degli altri personaggi che compaiono nelle varie opere d'arte con cui arricchiscono le meravigliose cattedrali romaniche o gotiche del tempo. L'obiettivo era sempre quello di evidenziare il disegno sapiente e provvidenziale del Dio salvatore, disceso sulla terra e fattosi uomo nel grembo di una donna.. Accanto al Figlio onnipotente (Pantokràtor), la figura della Vergine santa risplende in tutta la sua grandezza di Madre di Dio (Theotokos) e nell'umiltà dell'interceditrice (Déesis).
2. Il contributo degli Ordini Mendicanti a) Uno straordinario impulso allo studio della teologia mariana e alla pratica della devozione verso la Madre del Signore è venuto dai nuovi ordini mendicanti. I francescani, i domenicani, i servi di Maria, i carmelitani, pur sentendosi spinti dallo spirito della loro vocazione a scelte di vita evangelica più radicali, non si sono sottratti all'impegno di assicurare il loro contributo al dibattito teologico, soprattutto attraverso l'opera di alcuni dei loro membri meglio preparati a questo compito. Anzi bisogna riconoscere che gli studiosi che hanno dato i contributi più preziosi per far progredire la cultura teologica del tempo e che hanno esercitato maggiori influssi nei secoli successivi sono in gran parte dei religiosi appartenenti agli ordini mendicanti. Vediamo in prima linea maestri francescani e dornenicani che hanno dato un contributo enorme per condurre a maturazione il grandioso fenomeno della Scolastica, che aveva fatto i suoi primi passi con Anselmo di Canterbury e che ha prodotto i suoi frutti migliori nella composizione delle summae theologicae, mirabili cattedrali del sapere religioso. Il lavoro instancabile e le fatiche dei frati mendicanti hanno fatto in modo che la dottrina mariana potesse essere inquadrata nella nuova strutturazione e divisione delle discipline teologiche, che venne elaborata secondo il nuovo metodo della Scolastica. b) Anche gli strumenti di trasmissione della cultura teologica vennero incrementati. All'antico genere omelitico si aggiunsero i trattati sistematici, più consoni all'insegnamento nelle scuole e nei quali l'esposizione della dottrina mariana si guadagnò una collocazione precisa, solitamente nel trattato sul Verbo Incarnato.
Bibliografia GAMBERO L., Maria nel pensiero dei teologi latini medievali, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, pp. 235-236; IDEM, Devozione mariana nei secoli XII e XIII. Componenti teologiche e aspetti devozionali, in CITTERIO F. - VACCARO L. (a cura di), Loreto, crocevia religioso tra Italia, Europa e Oriente, Brescia 1997, pp. 7-32; VANDENBROUCKE F., Spiritualità del Medio Evo, Storia della Spiritualità Cristiana 3/2 Bologna 1969; KOEHLER TH., Maria nella storia della devozione cristiana dal sec. XIII al sec. XVII (1650), Centro Mariano Chaminade, Verbania Pallanza (s.d.), pp. 13-24;
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