REGOLATA DEVOZIONE
Famosa opera di Ludovico Antonio Muratori del 1747.
1. L'opera del Muratori a) Nel 1747, ma lo aveva già scritto nel 1742, il Muratori pubblicò il Della regolata divozione de' cristiani, libro sintesi di moltissime delle istanze e delle tematiche che avevano percorso la sua quarantennale riflessione e, nella sua apparente modestia, un trattato consapevolmente volto a indicare le linee maestre di una profonda riforma della Chiesa che, di fronte ai tempi nuovi e alla nuova temperie culturale che avanzava, avrebbe dovuto trovare in se stessa la forza del rinnovamento nel porsi come proposta ragionevole di fede e come luogo di elevazione morale e spirituale del popolo. La Regolata divozione è, infatti, corredata da una serie di operette minori forse per mole, ma non certo per impegno: la Vita del Giacobini, i Pregi dell'eloquenza popolare, e accompagnata dalla dura battaglia condotta per la diminuzione delle feste di precetto, il cui gran numero impediva agli artigiani e ai contadini di guadagnarsi la vita onestamente, e insieme faceva perdere di vista 1' essenziale indirizzo cristocentrico dell'anno liturgico. b) Alla metà del Settecento, i fermenti illuministici tendevano ormai a colpire i fenomeni di religiosità superstiziosa e ridondante ancora diffusissimi; a livello colto, l'ironia di molti ormai si appuntava sulle interminabili dispute che riempivano tomi e tomi dei teologi e contrapponevano fra loro le famiglie religiose: la questione dell'Immacolata ne era un esempio evidente. L'iniziale fastidio di fronte a questa situazione stava diventando ironia demolitrice, e il Muratori, sensibile a ogni nuovo fermento culturale, avvertiva acutamente il pericolo.
2. La devozione mariana nell'opera del Muratori É in questa più ampia e globale proposta che va iscritto il cap. XXII del libro dedicato alla Devozione a Maria Vergine santissima. Sono poche ma fermissime pagine in cui si vuol difendere la Chiesa dallo zelo di chi lascia libero campo alla «devozione imprudente e indiscreta», provocando gli insulti dei non cattolici: «Ci insultano gli eretici perché, trovando in certi libri proposizioni troppo ardite intorno al culto della beatissima Vergine, credono, o vogliono far credere, che tal sia la dottrina del cattolicismo». Poi il Muratori prospetta i capisaldi di una corretta mariologia, nella quale sia sempre presente ed evidente la centralità di Dio attraverso il Cristo unico mediatore: «Ma convien ricordarsi che Maria non è Dio. Dobbiamo venerarla come avvocata nostra, e non già far credere che a lei appartenga il perdonarci i peccati, il salvarci. Noi udiamo talvolta dire che essa comanda in Cielo. Sobriamente s'ha da intendere questa ed altre simili espressioni, che cadute di bocca al fervore divoto di alcuni santi, o all'ardita eloquenza di qualche sacro oratore, non reggono ove si mettano al paragone colla vera teologia, la quale non riconosce se non l'onnipotente Dio per nostro padrone e per fonte di ogni bene e grazia... Sarebbe errore il credere che Dio e il suo benedetto Figliolo non ci concedessero né potessero concedere grazie senza la mediazione e intercessione di Maria». Chiude infine il capitolo citando (certo non a caso!) il passo di un gesuita, il Petavio (Dionys Petau), che esortava i predicatori a «guardarsi dal lasciarsi troppo trasportare dalla pietà e divozione verso di lei e che, contenti dei veri e sodi encomi che a lei competono, lascino andare i finti e bugiardi, dei quali niuna autorità, o autorità idonea si può mostrare». Di fatto la proposta della regolata devozione, non solo in campo mariologico, non ebbe accoglienza. Nel secondo Settecento per la Chiesa i cambiamenti furono profondi: la soppressione della Compagnia di Gesù, le riforme giurisdizionaliste, le istanze di tipo febroniano, posero Roma in una posizione difensiva che, andando verso la fine del secolo, si avviava verso quell'arroccamento intransigente che sarà poi prevalente nell'epoca post rivoluzionaria. É la pietà di impostazione più affettiva e popolare a essere diffusa, quella del Sacro Cuore, ma anche quella mariana: le Glorie di Maria di s. Alfonso (1750) dettarono le linee guida del discorso mariologico e della devozione mariana che si andò profilando come punto di riferimento per la resistenza della Chiesa ai nuovi movimenti di pensiero spesso intrisi di anticlericalismo, e ai nuovi assetti politici che si preparavano. L'Ottocento sarà in gran parte erede di questo clima mentre la lezione muratoriana veniva dimenticata.
Bibliografia CALAPAJ BURLINI A. M., Maria dalla pietà barocca alla "Regolata Devozione", in AA. VV., La figura di Maria tra fede, ragione e sentimento, Edizioni Marianum, Roma 2013, pp. 257-260; MURATORI L. A., Della regolata devozione dei cristiani, Paoline, Cinisello Balsamo 1990; ID., Vita dell'umile servo di Dio Benedetto Giacobini, Stamperia del Seminario, appresso G. Manfré, Padova 1747; ID., Dei pregi dell'eloquenza popolare, Pasquali, Venezia 1750; ID., Raccolta di scritture concernenti la diminuzione delle feste di precetto, Benedini, Lucca 1748; AA. VV., La Vergine Maria dal Rinascimento ad oggi, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1999; STELLA P., Preludi culturali e pastorali della «Regolata divozione de’ cristiani», in AA. VV., Ludovico Antonio Muratori e la cultura contemporanea. Atti del convegno internazionale di studi muratoriani (Modena 1972), Firenze 1975; STELLA P., La bolla Auctorem fidei (1794) nella storia dell'Ultramontanismo, LAS, Roma 1995; CATTANEO M., Maria versus Marianne. I "miracoli" del 1796 ad Ancona, in Cristianesimo nella storia 16 (1995) 45-77. VEDI ANCHE - MURATORI LUDOVICO ANTONIO
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