ROSA DA LIMA
1. Cenni biografici Rosa nacque a Lima il 20 aprile 1586 da una nobile famiglia di origine spagnola, decima di tredici figli, e fu battezzata con il nome di Isabella. I suoi numerosi agiografi (esistono circa 400 agiografie su di lei), raccontano che a tre mesi dalla nascita la sua culla sarebbe stata circondata da rose. Il giorno della Cresima l'arcivescovo Toribio di Mogrovejo (pure venerato come santo) la chiamò Rosa. Fin da piccola aspirava alla vita religiosa, il suo modello era santa Caterina da Siena. All'età di vent'anni vestì l'abito delle Suore del Terz'Ordine regolare dei Predicatori. Le fu concesso, nella casa materna, situata nel centro di Lima, una stanza per assistere i bisognosi, specialmente di origine india. Dal 1609 si ritirò in un'angusta cella, ubicata nel giardino di casa, fredda d'inverno e afosa d'estate; assediata dalle zanzare, per meglio pregare in unione con il Signore. Alla preghiera si alternavano autoflagellazioni, veglie e digiuni, mentre la sua vita ascetica era costellata di visioni, grazie, ma anche vessazioni diaboliche. Nel 1614 si trasferì nell'abitazione della nobile Maria de Ezategui, dove morì tre anni dopo, all'età di trentun'anni, il 24 agosto 1617, consumata dalle penitenze, offerte per la salvezza dei peccatori e per la conversione delle popolazioni indigene. Il suo corpo è conservato a Lima nella Basilica Domenicana del Santo Rosario. Beatificata nel 1668 da papa Clemente IX, canonizzata nel 1671 da papa Clemente X, è stata la prima dei santi americani ed è la patrona del Perù, del Nuovo Mondo e delle Filippine. La commemorazione liturgica ricorre il 23 agosto (il 30 agosto secondo il calendario tradizionale per la messa cosiddetta tridentina).
2. Rosa da Lima e Maria «Non si può esprimere a parole - si legge negli Atti di canonizzazione di santa Rosa - l’affetto che nutriva per la devozione del rosario. Le pareva che, come in essa si associano l’orazione mentale e vocale, così ogni cristiano dovesse impegnarsi a predicarla sempre con la voce e mantenerla scolpita nel cuore». Si può dire che Rosa era di casa nella cappella del rosario della Chiesa domenicana di Lima. Passava molto tempo dinanzi all’immagine della beata Vergine a meditare i misteri del gaudio, dei dolori e delle glorie di Maria. Alla Madre di Dio ricorreva con immensa fiducia nelle difficoltà e nelle incertezze. Aveva sette anni, quando si rivolse, come figlia a madre, perché la illuminasse circa il suo nome: la chiamavano Rosa, ma non era questo il nome di battesimo. Maria la rassicurò: le disse che andava bene il nome di Rosa, ma doveva aggiungere «di Santa Maria». Da allora la santa si chiamò «Rosa di S. Maria», quasi a voler significare di appartenere con titolo speciale a Maria. Un’altra volta, in un momento decisivo della sua vita, essendo incerta se ubbidire all’invito del direttore spirituale che la indirizzava in un convento di agostiniane o al suo vivo desiderio che la spingeva verso l’Ordine di san Domenico, si rivolse con fiducia alla beata Vergine e Maria le manifestò chiaramente la volontà di Dio; prese così l’abito di san Domenico. A Maria Rosa si rivolge spesso con grande familiarità. A lei ricorre nei momenti difficili e nelle tentazioni e subito ritorna il sereno nel suo animo. «Dopo Gesù, suo sposo dilettissimo, - scrive il p. Mortier - il cuore della santa si voleva con tenerezza alla Vergine Maria. Quanto amava la cappella del rosario, dove la Regina del cielo le aveva parlato e sorriso tante volte! Quante corone vi aveva recitato sotto lo sguardo materno di Maria! Rosa soleva passare molte ore davanti a questa statua: la guardava, le sorrideva. Era una conversazione familiare, un cuore a cuore, perché la divina Madre le sorrideva a sua volta e non le negava mai uno sguardo amoroso.Tutta la città lo sapeva. Se si voleva ottenere una grazia, la guarigione di qualche malato, la conversione di un’anima, subito si ricorreva a Rosa, che pregava, implorava, piangeva…». E, se la risposta di Maria ritardava, Rosa «insisteva, si lamentava dolcemente fino a che un segno grazioso di Maria o un lume interno non le avessero dato la certezza di essere esaudita». Sentendo prossimo il suo ritorno nella casa del Padre celeste, si prostrò per l’ultima volta dinanzi alla statua della beata Vergine del rosario e offrì se stessa a Dio, pronta ad accogliere qualsiasi sofferenza nell’anima e nel corpo. La preghiera fu esaudita e negli ultimi mesi di vita, soffrì atroci dolori. Era tuttavia sempre sorridente, perché sentiva di essere vicina a Maria. Quando morì. il 24 agosto 1617, la sua salma, per volontà del popolo, fu deposta vicino all’altare maggiore della Chiesa di S. Domenico; venne poi trasportata nella cappella del rosario a lei tanto cara.
Bibliografia ANODAL G., Santa Rosa da Lima. Una donna alla conquista dell'America, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2016; FORCADA V., Santa Rosa de Lima, Edibesa, Madrid 2010; MORTIER A., La vita di S.Rosa, in Memorie Domenicane 34 (1917), pp. 366-387.
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