CHIABRERA GABRIELLO [1552-1638]
Sopra l'Assunzione di Maria I Quando nel grembo al mar terge la fronte, dal fuoco della notte apparir suole dietro a bell'alba il Sole, d'ammirabili raggi amabil fonte; e gir su ruote di ceruleo smalto fulgido, splendentissimo per l'alto: II Gli sparsi per lo ciel lampi focosi ammira il mondo, che poggiarlo scorge. E se giammai risorge l'alma Fenice degli odor famosi, e per l'aure d'Arabia il corso piglia, sua beltade a mirra, qual meraviglia! III Stellata di bell'or l'albor de l'ali, il rinovato sen d'ostro colora e della folta indora coda le piume a bella neve eguale, e la fronte di rose aurea risplende: e tale al ciel dall'arsa tomba ascende IV Santa, che d'ogni onor porti corona, Vergin, il veggio, i paragon son vili; ma delle voci umìli al suon discorde, al roco dir perdona che' 'l colmo de' tuoi preghi, alti, infiniti muto mi fa, benché a parla m'inviti. V E chi potrà giammai, quando beata Maria saliva al grande Impero eterno, dire del campo superno per suo trionfo la milizia armata? Le tante insegne gloriose, e i tanti d'inclite trombe insuperabil canti? VI Quanti son cerchi nell'Olimpo ardenti, per estrema letizia alti sonaro; e tutti, allor, più chiaro vibraro suo fulgor gl'astri lucenti; e per l'eteree piaggie oltre il costume rise seren d'inestimabil lume. VII Et Ella, ornando, ovunque impresse il piede i fiammeggianti calli, iva sublime oltre l'eccelse cime del cielo eccelso all'insalibil sede, ove il Sommo Signor seco l'accolse, e la voce immortal così disciolse. VIII Prendi scettro e corona; e l'universo qual di reina a cenni tuoi si pieghi; nè sparga indarno i prieghi il tuo fedele, a te pregar converso; e la tua destra ai peccator gl'immensi nostri tesori a tuo voler dispensi.
IX Così fermava. E qual trascrosa etate non vide poi su tribolata gente della sua man clemente ismisurata traboccar pietade? E benché posto di miserie in fondo non sollevarsi e ricrearsi il mondo?
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