VARUJAN DANIEL [1884-1915]
Sull’altare della Vergine Ti offro, Madre,le primizie dei miei raccolti.
Consacrale sul tuo altare dove, da secoli, le cere bionde dei miei alveari diffondono luce e lacrime. Tu, santa protettrice delle terre dei miei padri
ai quali hai concesso l’immortalità del Paradiso; il bocciolo hai reso fiore, la speranza un’Aurora che sorride alla mia capanna. Tu, questa croce di spighe, intrecciata con le mie mani,
accetta, Madre. In mezzo al mio grano esse oscillavano come vergini dai capelli rossi, traboccanti di sole e mature. Sotto la mia falce, con la brina ancora sul capo,
cadono come un raggio mietuto dalla luna. Nessuna allodola ha distrutto col becco le loro fila intatte. Io le ho intrecciate, chioma su chioma,
nella croce di tuo Figlio ferito a morte il cui sangue, fuoco santo di ogni Pasqua, bevono i nostri solchi. L’ho intrecciata con le mie speranze, coi miei desideri:
la linfa dei campi, il fuoco del sole, il lampo del vomere e lo slancio del mio braccio virile, la preghiera dei miei nipoti. Madre, benedici questa croce di spighe; e dona ai miei campi
un’estate d’oro e una primavera di perle; più i miei granai saranno colmi, più le fiaccole daranno luce al tuo altare. Fa’, ti prego, che –come nei giorni antichi-
quando di campo in campo verrai a passeggiare le spine non sfiorino i tuoi piedi, ma solo papaveri frementi come il nostro cuore.
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