JOVINE GIUSEPPE [1922-1998]
Il canto dell'emigrante
Madonna, Tu ritorni al nostro villaggio dal convento che veglia i nostri morti, quando le quaglie volano tra gli orzi, e tutti tornano a Borrana. Tornano i vivi e tornano i morti, e i vivi e i morti ti fanno da scorta tra suoni di trombe e luci di bengala. Ecco nostra Madonna di Borrana torniamo alla poesia della capanna, dopo l’orgia dei folli grattacieli, delle cupole pari alle colline e il suon delle sirene scorderemo, ci sveglieremo all’alba al suon delle campane, ogni morte e ogni nascita udremo salutare da un rintocco, qui sarà dolce vivere e morire. Sulle montagne e nei boschi d’abete il legno prenderemo per le bare, e nelle valli il vino per la messa, porteremo il grano nei sepolcri, il farro, l’uva, il miele in processione e dinanzi all’altare Madonna ascolterai la voce di coloro che si portano dentro pel mondo il tuo paese. Oggi la nostra patria è questa valle, all’ombra dell’antico campanile. Qui resteremo Madonna appagati lucideremo il rame sulle soglie con la rena gialla ed il sambuco, l’appenderemo alle pareti per chiamare il sole nelle stanze. E quando sarà venuta l’ora nostra, se udienza ci darai e perdonanza Madonna, col Tuo nome sulle labbra e negli occhi il colore azzurrino del Tuo manto al Tuo soglio verremo col nostro corpo pieno di cicatrici e lividure ma Ti rendiamo l’anima pulita come un’acqua bianca di sorgiva.
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