ORA DELLA MADRE
Celebrazione a carattere mariano al mattino del Sabato Santo, in attesa della Veglia pasquale.
1. Il Sabato Santo, "Ora della Madre" Il Venerdì Santo è l’«Ora» di Cristo: «Ora» in cui, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino all’ultimo segno (Gv 13, 1), consumando per loro e per i peccati di tutti la sua immolazione di Vittima sull’altare della Croce: ai suoi piedi, per divino volere, stava Maria, a lui indissolubilmente unita nel dolore e nell’offerta. Il Sabato Santo è l’«Ora» della Madre: «Ora» tutta sua, nella quale lei, la Donna, la Figlia di Sion, la Madre della Chiesa, visse la prova suprema della fede e dell’unione al Dio Redentore. Straziata dal dolore per il Figlio ucciso e sepolto, per l’ingratitudine e l’infedeltà del popolo eletto, per il tradimento e l’abbandono dei più intimi discepoli, per l’ottusità di tutti nel credere che egli sarebbe risorto come aveva predetto, anch’essa è provata dalla tentazione del dubbio, al quale eroicamente resiste, aggrappandosi alle parole del Figlio e alla fedeltà del Padre onnipotente. È la Madre della nostra fede. Credette contro ogni evidenza, sperò contro ogni speranza. Per questo il Sabato Santo è l’«Ora» sua, nella quale davvero completò in sé quel che mancava ai patimenti del Cristo a favore della sua Chiesa (cf. Col 1, 24): poiché – dicono antichi autori – in quel giorno tutta la Chiesa si raccolse nel suo cuore di Madre, e con la Chiesa si raccolsero e fiorirono in lei le speranze e le attese del mondo.
2. Perché celebrare l'"Ora della Madre" Fin dai primi secoli la Chiesa d’Oriente e d’Occidente ha sentito e celebrato questo misterioso legame che congiunge, come ponte, il Venerdì Santo alla Domenica di Pasqua, passando attraverso il cuore di Maria, ed ha guardato la Vergine come rappresentante ed espressione di tutta la Chiesa redenta, che attende trepida l’alba della risurrezione. Anche oggi, nel Sabato Santo, la Chiesa bizantina canta davanti all’icona di Cristo sepolto i lamenti della Madre e dei più fedeli discepoli; anche oggi, in più parti del mondo, i cattolici di rito latino celebrano l’Ora della fede di Maria, preludio alla rinnovazione delle promesse battesimali e alla gioia che irradia il giorno di Pasqua. È giusto, infatti, che nel Sabato Santo sia degnamente ricordata la Madre di Dio, perché il Sabato Santo è la matrice della memoria settimanale di «santa Maria in sabato», come attestano documenti latini che risalgono al secolo IX; lo conferma l’Introduzione della Raccolta di formulari di Messe della Beata Vergine Maria (1988), dove si legge: «La memoria di santa Maria in sabato in molte comunità ecclesiali è celebrata quasi come introduzione alla domenica, il “giorno del Signore”. Esse mentre si dispongono a celebrare la memoria della risurrezione del Signore, contemplano con venerazione la beata Vergine che, “nel grande sabato”, quando Cristo giaceva nel sepolcro, forte unicamente della fede e della speranza, sola fra tutti i discepoli, attese vigile la risurrezione del Signore»; lo convalida il Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, promulgato dalla Congregazione per il Culto divino (2002), che propone come pio esercizio per il Sabato Santo l’«Ora della Madre» e ne richiama i motivi teologici: infatti, «la Vergine Maria che sosta presso il sepolcro del Figlio è icona della Vergine Chiesa che veglia presso la tomba del suo Sposo, in attesa di celebrarne la Risurrezione». La prospettiva è che l’«Ora della Madre» venga da tutti i fedeli filialmente accolta e dovunque celebrata.
3. La celebrazione dell'"Ora della Madre" Sono diversi i formulari di celebrazione dell'Ora della Madre", tutti hanno per tema il dolore di Cristo e della Madre, ma traboccano di speranza. In genere, si articolano in quattro momenti rituali: 1) una parte introduttiva, che prepara l’assemblea a rivivere, in comunione con Maria, l’attesa della risurrezione; 2) un primo momento di ascolto della Parola, memoriale della fedeltà del Figlio e della Madre fino al supremo sacrificio; 3) un secondo momento di ascolto della Parola, proiettato all’attesa della Pasqua vicina, coi sentimenti della Madre che l’ha vissuta in anticipo; 4) infine, i riti conclusivi, che ci portano con Maria incontro a Cristo risorto. L’ora più indicata è quella del mattino; se si volesse celebrarla nel pomeriggio, si mantenga un opportuno spazio di tempo dalla Veglia pasquale, che deve avere assoluto rilievo e importanza celebrativa. È opportuno porre in evidenza, nell’aula dell’assemblea, una immagine della Vergine che ricordi il mistero che si celebra. Accanto all’immagine si può porre una lampada o un cero espressivo, purché non sia il «cero pasquale». La lampada verrà accesa durante la celebrazione, prima dell’Inno. Il rito inizia con una sobria illuminazione dell’aula. Dopo il canto dell’Inno iniziale, l’aula sarà illuminata a giorno. Preparare, se si usa, l’incenso. Se la Guida che presiede è un sacerdote, può vestire il camice e la stola rossa.
Bibliografia L’«Ora» della Madre, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 2006, pp.5-7; SORELLE POVERE DI SANTA CHIARA, L'Ora della Madre, Monastero S. Maria Maddalena, Sant'Agata Feltria 2006; BASILICA DI SANTA MARIA IN VIA LATA, Maria madre e modello della nostra fede. Sabato Mariano dall'Avvento a Pasqua, Roma 2013; VERCILLO L. L., Il silenzio del sabato nell'Ora della Madre, in New Ecclesia del 4 aprile 2015.
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