O GLORIOSA DOMINA
O gloriosa domina excelsa super sidera, qui te creavit provide, lactas sacrato ubere. Quod Eva tristis abstulit, tu reddis almo germine; intrent ut astra flebiles, sternis benigna semitam. Tu regis alti ianua et porta lucis fulgida; vitam datam per Virginem, gentes redemptae, plaudite. Patri sit Paraclito tuoque Nato gloria, qui veste te mirabili circumdederunt gratiae. Amen. | O gloriosa Signora, che t’innalzi sopra le stelle, tu nutri col tuo seno Chi nella provvidenza ti creò. Ciò che Eva purtroppo ci tolse tu ridoni per mezzo del Figlio tuo; come pallide stelle si avanzino i poveri; si è aperta una finestra nel cielo. Tu sei la porta del Re del cielo, la porta di una fulgida luce; o genti redente, applaudite alla vita data dalla Vergine. Sia gloria al Padre, al Paraclito, e al Figlio tuo, i quali ti rivestirono di un abito meraviglioso di grazia. Amen |
Chi è l’autore di questo splendido inno? La tradizione è concorde nell’attribuirlo al trevigiano san Venanzio Fortunato, nativo (530) di Valdobbiadene, vescovo di Poitiers e quivi morto nel 607. Egli studiò grammatica, retorica e diritto ad Aquileia e a Ravenna ed è soprattutto noto per le sue opere di carattere religioso, tra le quali il poema in quattro libri “De vita sancti Martini”. A lui si devono, oltre al nostro inno mariano, anche quelli altrettanto celebri del “Pange lingua” e del “Vexilla regis prodeunt”, inni nei quali si ammirano la padronanza della lingua latina, splendidamente esemplata nei versi solenni e melodici nonché l’intensa spiritualità e la profonda conoscenza della teologia. Inizialmente l’inno “O gloriosa Domina” era la seconda parte del piú ampio “Quem terra, pontus, sidera”, la prima assegnata poi al Mattutino dell’Ufficio comune e al Piccolo Ufficio della Beata Vergine e la seconda alle Lodi nelle feste mariane. Nel 1632 papa Urbano VIII lo corresse, riducendolo a giusto metro: quattro quartine di dimetri giambici, l’ultima delle quale è una dossologia alla SS. Trinità. Questa bella preghiera, cara al cuore di tanti santi e d’infinite schiere di fedeli, ispirante gioia in chi la recita, meriterebbe d’essere imparata a memoria, anche perché un mini trattato di mariologia a condensare i privilegi della Madonna.
Bibliografia PESCANTE A., «O gloriosa Signora, che t’innalzi sopra le stelle» in Il Santo dei miracoli, pp. 12-13; LENTINI A., Te decet Hymnus. L'innario della "Liturgia Horarum", Roma 1984, p. 254; AA. VV., Testi mariani del primo millennio. 3.Padri e altri autori latini, Città Nuova, Roma 1990, p. 978.
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