EX VOTO
1. Cosa sono Chiunque visita i santuari rimane colpito dall'esposizione all'interno di essi o in luogo attiguo di tavolette votive o ex-voto, in quanto puntuali, indivuate attestazioni di grazie ottenute. L'uso è documentato per molti popoli: etruschi, greci, romani... In Italia esistono almeno 60.000 tavolette votive. Nel 1971 si registravano al santuario della Madonna dell'Arco 4310 esemplari, di cui 688 del Cinquecento. Molti ex-voto sono andati perduti per incuria o ignoranza dei custodi. Come hanno dimostrato gli studiosi di questo capitolo della pietà cristiana popolare, gli ex-voto hanno un triplice valore: artistico, documentario, religioso. La Chiesa mostra la sua attenzione per gli ex-voto allorché stabilisce che «le testimonianze votive dell'arte e della pietà popolari siano conservate in modo visibile e custodite con sicurezza nei santuari o in luoghi adiacenti» (CIC can. 1234). Per troppo tempo trascurati, tornano oggi alla ribalta quali insostituibili fonti preziose per la storia della pietà, del costume, dell'arte e delle tradizioni del passato. Per il loro carattere tipico di invocazione appassionata o di ringraziamento per la grazia ottenuta, gli ex-voto esprimono perfettamente l'autentica preghiera: implorazione, ringraziamento, amore, lode. La Vergine Maria campeggia sempre in essi attraverso le mille espressioni della sua materna sollecitudine e della sua potente intercessione a favore del credente che l'invoca, per le necessità spirituali e materiali, talora drammatiche. Le tavolette e i "cuori" votivi esposti nei santuari sono «pagine di dolore e alfabeto di sofferenza, provenienti dal settore più emarginato e dolorante della società». Più che un'esibizione anacronistica e spettacolare di devozione, essi sono un grande libro aperto messo a disposizione dell'uomo del duemila perché sappia leggervi quel secolare ed ininterrotto dialogo di fede che ognuno è chiamato a prolungare con accenti antichi e sempre nuovi per la quotidiana esperienza di bisogno, di peccato e di grazia, di cui è intessuta la nostra vita.
2. Significato religioso Perché sono sorti gli ex-voto? Dato che li troviamo fin dalla preistoria della civiltà e presso religioni e popolazioni diverse, su un'area vasta quanto il mondo, c'è da pensare che rispondano ad un'esigenza fondamentale dell'animo umano. L'atteggiamento da cui sorgono i voti - e quindi i doni e le raffigurazioni votive - è un atteggiamento verace e profondo, che si radica in un aspetto della pietà popolare e non ha nulla di banale. Come in tutte le religioni troviamo la preghiera per invocare la protezione, l'aiuto e l'intervento della divinità, o per ringraziarla dell'ottenuto beneficio, cosi l'ex-voto, in qualsiasi forma lo conosciamo, dalla più semplice (riproduzione di occhi, braccia, gambe), alla più complessa (grande scultura o grande tavola dipinta) risponde sempre alla stessa esigenza interiore: è una preghiera espressa non più, e non solo, con le parole, ma con qualcosa di visibile e di specifico, strettamente legato alla persona dell'orante. Nell'ex-voto traspare una preghiera silenziosa resa immagine; un modo naturale, semplice e originale di rendere grazie; un gesto di gratitudine ed anche di invito alla fiducia nel soprannaturale. Se analizziamo ad esempio l'inventario e la mostra permanente dei più significativi ex-voto, che vanno dal XV al XVIII secolo, presso il santuario di Monte Berico a Vicenza, ci accorgiamo che ogni tavoletta votiva sta ad indicare una storia di dolore o di disperazione: una sciagura naturale o un incidente fatale. L'indicazione di luoghi, date e nomi aiuta a collocare l'evento, tramutatosi in "grazia", dentro una cornice di tempo e di luogo, che quasi sempre si conosce. In genere è descritta l'umile realtà quotidiana: la casa, il campo, l'officina, la strada. Vi accade l'imprevedibile: la salute e la stessa incolumità fisica sono minacciate; ma viene confermata la fiducia in una protezione superiore, in un aiuto provvidenziale, che libera dal pericolo e salva. Le scene si concentrano su due poli: il dramma e la salvezza, la preoccupazione di fronte alla minaccia e la gioiosa riconoscenza per lo scampato pericolo. Sono le due componenti della vita umana, del tessuto quotidiano. Le tavolette votive sono quindi davvero parlanti: raccontano agli occhi e al sentimento di chi le osserva. Chi poi ha ricevuto una "grazia", normalmente ha bisogno di ritornare al santuario ogni anno, per rinnovare il sentimento di riconoscenza e riguardare il quadretto che ha fissato la situazione di bisogno e di aiuto.
3. L'immagine della Vergine Lo studio di questo materiale documentario è utile anche per evidenziare quale immagine di Maria in esso vi sia testimoniata. Colpisce innanzitutto che la Vergine è situata in una zona di sacro, simboleggiato dalle nuvole luminose che ne circondano la figura: è la madre di Gesù ormai glorificata, una persona viva e pronta a intervenire in vicende umane difficili, ogni qualvolta è invocata. Al mondo della gloria si oppone quello della sofferenza, nelle sue varie forme: naufragi, malattie, incidenti di caccia o di lavoro, incendi, possessioni diaboliche, terremoti. Da essi possiamo dedurre come la Vergine si manifesti liberatrice, guaritrice, aiuto potente e straordinario, in una parola, risolutrice dei casi disperati. La distinzione tra i due mondi della gloria e della sofferenza non significa separazione o lontananza: tutto il racconto è un'esperienza dell'incontro tra la richiesta che sale dal basso e la risposta che viene dall'alto, come spiegano le sigle P. G. R. ("Per Gratiam Receptam": Per Grazia Ricevuta), G. R. ("Gratia recepta": Grazia Ricevuta), V. F. G. A. ("Votum Feci Gratiam Accepi": Ho fatto il voto e ho ricevuto la grazia). L'immagine della Vergine nelle tavolette votive del santuario di Monte Berico, ad esempio, ha diverse caratteristiche. La più antica forse è quella definita convenzionalmente alla "veneziana", cioè quella classica del Quattrocento quasi sempre con il Bambino. Poi appare come figura di giovane donna con o senza il bastoncello a crocetta indicato nel racconto dell'apparizione a "donna Vincenza Pasini". La stessa immagine è spesso accompagnata da s. Antonio e da altri santi, che si riferiscono a specifiche devozioni del committente. Talvolta, e specialmente nel secolo XVIII, sono aggiunte le anime del Purgatorio. Infine c'è l'immagine più nota, perché vicina ad altre figurazioni (per esempio a quella del santuario di Loreto o al santo Bambino di Praga), quella cioè consolidatasi nel Settecento: la Madonna con il manto chiuso, la corona in capo e i "suoi ornamenti". Anche da queste osservazioni è evidente che qualunque schema abbia seguito nei secoli il pittore, vero o improvvisato, per fermare col pennello il "fatto" prodigioso dovuto all'intercessione di Maria, l'ex-voto è sempre un'esperienza mariana vissuta dai fedeli in particolari momenti di difficoltà; è la testimonianza fiduciosa e riconoscente verso Maria presente in tutte le necessità della vita. Oggi c'è chi ripiega verso l'esposizione dei "cuori" di metallo (magari pregiato) accludendovi una foto come documentazione o un ritaglio di giornale, più che "parlare" della grazia ricevuta con le tavolette votive. Sono forme anonime e standardizzate di raccontare; prodotti in serie, tipici della società consumistica che si rifornisce ai supermercati. È assente la partecipazione personale all'evento tragico; e dalla posa fotografica non traspare il sentimento religioso di colui che ha ottenuto la "grazia". Va preferito un disegno che parli "al vivo" della situazione ed esprima i sentimenti di quanti ne furono protagonisti.
Bibliografia PEDICO M. M., La Vergine Maria nella pietà popolare, Edizioni Monfortane, Roma 1993, pp. 136-139; ID., Pietà mariana oggi. Il santuario mariano: luogo di incontro con la Vergine, in La Madonna di Monte Berico 73 (1981), n. 4, 4-5; ID., Gli ex-voto: incontro esperienziale dei poveri con Maria, in Riparazione mariana 71 (1986), n. 4, 19-21; VECCHI A., Religiosità culto folklore. Studi e appunti, Padova 1991, p. 228; TOSCHI P. - PENNA R., Le tavolette votive della Madonna dell'Arco, Cava dei Tirreni 1971; MATTAI G., Ex-voto, in DE FIORES S. - MEO S., Nuovo Dizionario di Mariologia, San Paolo, Cinisello Balsamo 1986, pp. 552- 558; MONNI P., Maria una riscoperta dell'uomo d' oggi, Roma 1987, pp. 123-197; DE FIORES S., Lettura religiosa degli ex-voto, in Maria presenza viva nel popolo di Dio, Roma 1980, p. 216; TEMPERA A., Gli ex-voto linguaggio di pietà mariana. Testimonianze romane, Roma 1977; SANTUARIO DI MONTE BERICO, Ex-voto, Vicenza 1990.
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