Fu fratello di S. Elisabetta, la celebre veggente di Schönau. Avrebbe fatto i suoi studi nella scuola di S. Vittore di Parigi. Verso l'anno 1166 fu eletto Abate di Schönau. Morì nel 1184. Sono attributi ad Ekberto alcuni scritti, tra i quali un Commento o Trattato sul «Magnificat»; un Commento sul brano evangelico Missus est; diverse meditazioni o preghiere e frammenti di discorsi. L'edizione è stata fatta sulla fede di un manoscritto della fine del sec. XII. Sembra attribuibile ad Ekberto il Sermo panegyricus ad beatam virginem Deiparam riprodotto dal Migne nell'Omeliario di Paolo Diacono (PL 95, 1514-9) e fra le opere spurie di S. Bernardo (PL 184, 1009-1014) e nel Burassé, VI, 1065-9. Il sermone viene attribuito ad Ekberto anche dal Mabillon (PL 184, 1009) e da Dom Wilmart.
Nel pensiero mariologico di Ekberto è evidente l'influsso di S. Bernardo.
Bibliografia
Barre H., Une prière a"Ekbert de Schònau au saint Coeur de Marie, in « Eph. Mar. » 2 (1952) pp. 409-423; ROTH F. W., Die Visionen der hi. Elisabeth und die Schriften der Abte Ekbert und Emenco, Bruen 1884, pp. 187-342; WILMART D., Auteurs spirituels et textes dévots du M. A., Latin, Paris 1932.