QUASIMODO SALVATORE [1901-1968]
Laude
FIGLIO - E perchè, Madre, sputi su un cadavere a testa in giù, legato per i piedi alla trave? E non hai schifo degli altri che gli pendono a fianco? Ah quella donna, le sue calze da macrabo can-can e gola e bocca di fiori pestati! No, madre, fermati: grida alla folla di andare via. Non è lamento, è ghigno, è gioia: già s'attaccano i tafani ai nodi delle vene. Hai sparato su quel viso, ora: madre, madre, madre! -
MADRE - Sempre abbiamo sputato sui cadaveri, figlio: appesi alle grate di finestre, ad albero di nave, inceneriti per la Croce, sbranati dai mastini per un po' d'erba al limite dei feudi. E fosse solitudine o tumulto, occhi per occhio, dente per dente, dopo duemila anni di eucaristia, il nostro cuore ha voluto aperto l'altro cuore che aveva aperto il tuo, figlio. T'hanno scavato gli occhi, rotto le mani per un nome da tradire. Mostrami gli occhi, dammi qui le mani: sei morto, figlio! Perchè tu sei morto puoi perdonare, figlio, figlio, figlio! -
FIGLIO
- Quest'afa ripugnante, questo fumo di macerie, le grasse mosche verdi a grappoli agli uncini: l'ira e il sangue colano giustamente. Non per te e non per me,madre: occhi e mani ancora mi bucheranno domani. Da secoli la pietà e l'urlo dell'assassinato.
[ Indietro ]
ANTOLOGIA DEI POETI Copyright © da PORTALE DI MARIOLOGIA - (1115 letture) |