PAPINI GIOVANNI [1881-1956]
Preghiera alla Vergine
O Vergine, che sempre intercedesti per noi con Quello che del sangue e latte Tuoi volle farsi le carnali, vesti,
or che le genti, imbriacate e matte del nero vino che dalle ferite cola, son mandre senza legge fatte,
e da vecchi feticci insatirite pestano l’Evangelo col calcagno e son contro il Tuo Figlio in campo uscite,
abbassa il viso sul vermiglio stagno e per le dolci membra illividite che ribaciasti nel notturno bagno,
per quelle membra dal Tuo ventre uscite pure e perfette, e furono sul legno della croce chiodate e ribadite;
per il Suo sangue, eterno contrassegno d’eterno amore, e per quella ceffata sopra la bocca che annunziava il regno
dei cieli, accogli Tu la disperata preghiera che il più basso de’ tuoi schiavi T’innalza dalla terra contristata.
Fa’ che a’ sopravvissuti non s’aggravi l’acre ferocità delle nazioni; prega che i nostri cuori raschi e lavi
il Tuo Gesù, ché le suppurazioni l’hanno infettati d’ogni marcimento, dopo le pervicaci infirmazioni
dei comandi del Doppio Testamento. La legge santa delle Due Montagne, squassata e rotta nel vacillamento
delle guerre che il mondo tardi piagne, è un cencio in bocca al bruto che nel vizio s’è avvoltacchiato fin dentro l’entragne.
Se nella terra vedi un interstizio, Madre, di luce per la sua salute, vinci coll’innocenza il malefizio
che le generazioni ha possedute da quando rinnegarono Betlemme. Ammutolisci le sibille argute
che buttaron nel brago le tue gemme; comanda che agli stracthi apra le porte la celestiale Tua Gerusalemme.
Tu che calpesti il serpente e la morte e col Tuo pianto spegni ogni martorio, cambia del mondo la faccia e la sorte.
Torre Davidica, Torre d’Avorio, siam di lercie capanne ospiti inquieti, lagrime e sangue son nostro offertorio.
Regina de’ Patriarchi e de’ Profeti, fugge ogni branco per il suo cammino, chiuso è il futuro agli ultimi poeti.
Porta del Cielo, Stella del Mattino, agli occhi nostri tutte sono spente l’antiche stelle del manto divino.
Arca del Patto, Vergine Potente, noi traditori fummo all’alleanza fermata sotto i soli dell’oriente.
Golfo d’Amore, Abisso di Speranza noi da Te sola aspettiamo l’aiuto in questo poco lume che ci avanza.
Tu che miseria e spregio hai conosciuto qua sulla terra, e fosti poveretta nella povera casa che veduto
ha il tuo Dio colla pialla e coll’accetta; e sapesti il terrore, il nascondiglio, la fuga, la ripulsa, ogni distretta,
e pesticciar vedesti il Tuo bel giglio, e contemplasti le ferite aperte dentro la carne del Tuo proprio Figlio,
abbi pietà delle madri diserte, delle vedove mogli, dei dolenti figli che l’odio in barbari converte
risuscitando nei cuori roventi l’istigazione della rappresaglia. Pietà per gli omicidi e gl’innocenti
sacrificati all’avida battaglia; pietà per i feroci senza amore che un sortilegio vince ed abbarbaglia.
Abbi pietà di quelli che il sudore spandono per offrire a tutti il pane; abbi pietà del tacito dolore,
delle superbie, delle voglie vane; abbi pietà del gemito tenace che sale su dalle terrestri tane
verso di Te, Regina della Pace.
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