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TERESA DI CALCUTTA



1. Cenni biografici
Ecco le date importanti della vita di Santa Teresa di Calcutta:
- 1910: il 26 agosto Anjeze Gonxhe Bojaxhiu nasce a  Skopje il  da una famiglia benestante albanese, profondamente legata alla fede cristiana. Quando era appena adolescente, partecipava alle attività parrocchiali del suo paese. Iniziò a conoscere l’India attraverso le lettere dei missionari gesuiti che operavano nel Bengala:
- 1928: entra come aspirante nelle Suore di Loreto. Dopo aver iniziato a studiare l’inglese, riceve il velo di postulante e l’anno successivo raggiunge l’India. Venne inviata a Darjeeling, alle pendici dell’Himalaya;
- 1931: prende i voti temporanei e si fa chiamare Maria Teresa. Dopo aver preso definitivamente i voti, la vita di Madre Tersa di Calcutta proseguì per diciassette anni presso il collegio cattolico di Saint Mary’s High School. La regola delle Suore di Loreto non le consentiva di allontanarsi dal convento;
- 1937: pronuncia i voti perpetui e divenne Madre Teresa di Calcutta;
- 1946: Calcutta viene colpita da alcuni scontri politici e sociali. La religiosa fu costretta ad uscire dal collegio, e fu allora che ebbe la chiamata. La sera del 10 settembre era in treno per recarsi a Darjeeling, e venne a contatto con le condizioni di povertà più estreme:
- 1948: dopo molte insistenze, Madre Teresa di Calcutta ottenne l’autorizzazione dal Vaticano per andare a vivere da sola nella periferia della metropoli. Abbandona il velo nero delle Suore di Loreto e si reca a Calcutta. Qui inizia ad insegnare e a prendersi cura dei bambini poveri della zona. Fu allora che si forma intorno a lei una piccola rete di volontari che le forniscono cibo e i mezzi per prestare soccorso alle persone più povere;
- 1950: la religiosa fonda la congregazione delle Missionarie della carità. L’obbiettivo della nuova istituzione era quello di prendersi cura delle persone più povere, degli emarginati dalla società e dagli ospedali. In poco tempo numerose persone offrirono il loro aiuto per soccorrere coloro i quali facevano parte della “casta degli intoccabili“, la più povera dell’India;
- 1953: le suore si spostarono in una sede più grande, messa a disposizione dall’arcidiocesi di Calcutta. Sempre in quel periodo fu inaugurata la Casa Kalighat per i morenti dove veniva offerta assistenza ai malati rifiutati dagli ospedali;
- 1958: Madre Tersa di Calcutta apre un centro per i malati di lebbra a Tigarah;
- 1965: Papa Paolo VI concesse alle Missionarie della carità la possibilità di prestare servizio ai poveri anche fuori dai confini indiani. Dapprima in Venezuela, poi nello Sri Lanka e successivamente in Africa, America e Asia furono aperte case della congregazione. Tra gli anni ’70, ’80 e ’90 l’operato della congregazione crebbe a tal punto che la fama di Madre Teresa attirò l’attenzione dei media. Negli anni ’80 nacque l’amicizia tra Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta, i quali erano soliti scambiarsi visite;
- 1979: Madre Teresa ottenne il Premio Nobel per la pace. In quell’occasione rifiutò il convenzionale banchetto cerimoniale per i vincitori e chiese che 6000 dollari fossero spesi per aiutare i poveri di Calcutta;
- 1989: gli ultimi anni della sua vita furono segnati dalla malattia. Dapprima l’artrite reumatoide, poi alcuni problemi cardiaci le causarono un infarto;
- 1991: contrae la polmonite;
- 1993: si ammala di malaria;
- 1996: si rompe la clavicola;
- 1997: abbandona definitivamente le Missionarie della carità e il 5 settembre muore a Calcutta all’età di 87 anni;
- 1999 Giovanni Paolo II dà inizio al processo di beatificazione;
- 2003: il 19 ottobre Madre Teresa è proclamata Beata;
- 2016: il 4 settembre 2016 è proclamata santa da Papa Francesco.

2. Relazione esistenziale di Madre Teresa con Maria
a)
Non c’è una mariologia di Madre Teresa di Calcutta. Semplicemente, forte è la sua relazione esistenziale con la Madre di Dio. Pregando Maria Agnes Gonxha Bojaxhia a 18 anni entra in una Congregazione mariana, tra le Suore irlandesi di Nostra Signora di Loreto, prendendo il nome di Teresa (come la carmelitana di Lisieux). Dieci anni dopo fonda a Calcutta la Famiglia religiosa autonoma delle ‘Suore Missionarie della Carità’ (1950). Nella formula di professione, secondo la Regola vergata dalla fondatrice, esse impegnano la propria vita per Dio, fidenti nell’aiuto – oltre che dello Spirito Santo – "del Cuore immacolato di Maria, causa della nostra gioia e Regina del mondo". Se si fosse domandato alla Madre la motivazione di questo titolo mariano, avrebbe replicato allargando lo sguardo al sorriso; lei che diceva: "Sorridete gli uni agli altri; la gioia è preghiera, la gioia è forza, la gioia è amore: dà di più chi dà con gioia". Maria entra nella comunità conventuale. La Regola afferma: "Noi prendiamo Maria come la madre della nostra comunità e a lei chiediamo di aiutarci a edificare la nostra comunità come quella di Nazareth". Il capitolo 19 s’intitolata: "La nostra patrona"; di conseguenza, Maria "non solo si deve amare e venerare, ma occorre avvicinarsi a lei con filiale confidenza, in ogni gioia e dolore". Un comma della Regola motiva teologicamente la devozione mariana. Questa "è frutto dell’Incarnazione di Gesù", poiché "il Figlio di Dio divenne figlio dell’uomo in Maria. L’Onnipotente si fece impotente e in tutto dipendente da una madre umana che egli amò molto teneramente e con personalissimo amore. Egli l’ha data a noi ai piedi della Croce per essere nostra madre e ci invita ad amarla con massima tenerezza, con filiale affetto e devozione".
b) La preghiera a Maria costituisce un’esperienza centrale nelle convinzioni mariane di Madre Teresa. La sua stessa Regola ribadisce: "Il dono della nostra vocazione religiosa e la perseveranza in essa […] sono grazia grandissima che la Madre di Cristo senza fallo otterrà a chiunque si volge a lei con fiduciosa preghiera". Questo scrisse anche perché – confidò lei stessa – "fu la Madonna di Letnice che intercedette per me e mi aiutò a scoprire la mia vocazione". Non solo con le formule tradizionali, fra le quali il Rosario, Madre Teresa pregava Maria: anche stando dentro le realtà dell’esistenza. Come la preghiera per tutti gli oltraggiati: "O madre, Maria! Quanti oltraggiati e offesi in questo mondo! Li vedo ogni giorno: uomini, donne, bambini. Amore e tenerezza ti chiediamo e un cuore pulito e puro. Concedi ai perseguitati forza e speranza e insegnaci, meravigliosa creatura, a non colpire essere alcuno nel quale il Padre dei Cieli ha infuso la vita". Tale modalità di preghiera equivale al coinvolgimento di una presenza celeste come Maria nelle molteplici concrete miserie terrestri ed a provocare l’orante ad impegnarsi nel concretare le invocazioni. Ad esempio, la preghiera per un bambino non ancora nato: speranza e impegno sociale: "O madre, Maria, tu che tutto conosci sulla gioia e la felicità e l’incertezza che ogni madre sente per il proprio figlio non ancora nato! Benedici i genitori e benedici questo bambino per quanto piccolo e minuto possa essere. Preparagli una vita piena di pace e di gioia, di amore e di felicità. Proteggi questa piccola vita con tutta la tua forza, con tutta la tua attenzione. Carissima madre, Maria, vigila affinché questo piccolo cuore che pulsa nel ventre di sua madre nessuno lo colpisca prima di nascere e prima di aver compiuto la sua missione in questo mondo che il Padre nostro benevolmente ci ha donato".
c) Anche la preghiera – non solo alla Madre di Dio – costituiva una forma di servizio verso i poveri e pure verso tutti. Le ‘Suore Missionarie della Carità’ si impegnano con il quarto voto a "servire, con tutto il cuore e gratuitamente, i poveri più poveri". Chi siano costoro, Madre Teresa li elenca in una cospicua lista, non solo di Indiani bensì di cittadini anche di Paesi ricchi come l’Italia, dove le ‘Suore Missionarie della Carità’ stanno servendo: i poveri più poveri sono "coloro che patiscono la fame e la sete, coloro che non hanno di che vestirsi, i senzatetto, gli ignoranti, i prigionieri, i mutilati, i lebbrosi, gli alcolizzati, i tossicodipendenti, i moribondi abbandonati, gli emarginati e tutti coloro che si sentono considerati come un peso per la società, nonché coloro che hanno perduto ogni speranza e fede nella vita". Sostando alla quarta Stazione della Via Crucis (‘Gesù incontra Maria’), Madre Teresa riflette: "Se Gesù è stato capace di prestare ascolto a Maria, anche noi dovremmo essere capaci di prestarle ascolto. Maria, la troviamo sulla Via della Croce, mentre condivide la Passione di suo Figlio. Ella viene continuamente anche nella nostra vita, nella vita del mondo, a portare gioia e pace e a riportarci a Dio". E conclude pregando: "Maria, rimani con noi e fa’ crescere l’Unico nei nostri cuori, per poterlo amare e servire nei poveri più poveri". Papa Giovanni Paolo II è sempre stato il primo ammiratore della piccola Suora universalmente conosciuta come " la madre dei poveri".

3. Alla scuola di Maria
a) Maria è voce che ammaestra; è ispirazione che orienta. Madre Teresa si fa discepola: "Io non sono che un piccolo strumento nelle mani di Dio. Nostro Signore e la Madonna diedero ogni gloria a Dio Padre: sul loro esempio, in maniera molto piccola intendo dare anch’io ogni gloria a Dio Padre". L’esito della sua esistenza conferma che non approfittò della rinomanza, che non venne messa a repentaglio la sua umiltà. Anche l’umiltà, in Madre Teresa, attinge ispirazione mariana: "Chiediamo a nostra Signora [Santa Maria] che renda i nostri cuori ‘miti e umili’ come quello di suo Figlio. È così facile essere superbi, duri ed egoisti: è così facile! Ma siamo stati creati per cose più grandi. Quanto possiamo imparare dalla Madonna! Ella è stata tanto umile, perché era tutta dedita a Dio. Era piena di grazia. Chiedete alla Madonna di dire a Gesù: ‘Non hanno vino, hanno bisogno del vino dell’umiltà e della mitezza, della cortesia e della dolcezza’. Ed ella ci dirà certamente: ‘Fate tutto quello che egli vi dirà’". Questa ‘umiltà’ è semplicità e vita ordinaria. Emblema è la famiglia di Nazareth: "Gesù, Maria e Giuseppe ci offrono un magnifico esempio da imitare. Giuseppe era un umile carpentiere che lavorava per mantenere Gesù e Maria, procurava loro il cibo e il vestiario: tutto ciò che serviva loro per la sopravvivenza. Maria, la madre, aveva anche lei un umile compito: quello della padrona di casa con un figlio e un marito di cui occuparsi". Anche su altri connotati della identità umana e cristiana Madre Teresa invita a misurare l’efficacia della relazione con Maria. Non solo nel Convento. Così per l’obbedienza: "Maria, facendo quello che l’Angelo le diceva, obbediva a Dio". Così per la castità: "Chiediamo alla Madonna che ci aiuti a conservare puro il nostro cuore, così che possiamo amare Cristo suo Figlio con amore tenero". Così per il silenzio: "Come conservare tutte le cose nel nostro cuore, come ha fatto lei? Pregando in silenzio nel nostro cuore". Così per il vuoto di sé: "Maria è assolutamente vuota di superbia, di invidia, di gelosia, di asprezza, di malizia, di vendetta e di altre miserie del genere".
b) Resta entro i contorni di tradizionale semplicità e ripetizione la silhouette di Maria custodita e raccontata da Madre Teresa, un po’ di entusiasmo, un po’ di massimalismo: "Maria è la più bella di tutte le creature, lo specchio perfetto della somiglianza con Dio. È una creatura ed è tanto vicina al Creatore. Di tutti gli esseri umani Maria è colei che assomiglia di più a Dio. Maria è la Regina del Cielo e della terra, la mediatrice di tutte le grazie". La familiarità risalta nelle forme di relazione con Maria coltivate da Madre Teresa. Un episodio da lei stessa svelato, simpatico e quasi faceto, conferma disinvoltura persino amicale nella confidenza dei rapporti: "La Madonna è mia accompagnatrice durante i viaggi. Io disponevo di una tessera ferroviaria per ‘Madre Teresa e un’accompagnatrice. Il controllore voleva che io pagassi per l’involucro che conteneva la statua della Madonna regalatami da un Vescovo, ma io rifiutai: ho una tessera per me e per un’accompagnatrice – mi giustificai –; e la mia accompagnatrice è questa statua della Vergine. Mi consentirono di portarla senza che dovessi pagare il sovrappeso di quell’involucro".
Madre Teresa di Calcutta non esiterebbe a ripetere: "Ringraziamo Gesù per averci dato Maria, sua madre, perché sia anche la nostra madre".

Bibliografia
RINALDI O., Madre Teresa di Calcutta e la sua devozione mariana, in Zenit del 15 dicembre 2015; DE CANDIDO L. M.,  Pregava Maria dentro le realtà della vita in Madre di Dio del 5 maggio 2003; AMATO A., Madre Teresa di Calcutta: vita, storia e breve biografia, chi era, in Controcampus.it del 2 settembre 2016; FRANCESCHINI A., Teresa di Calcutta. L'amore che disseta, Edizioni Messaggero, Padova 2016; AMATO A., I Santi mariani della misericordia, Meditazione nella chiesa di Santa Maria in Via Lata a Roma del 19 dicembre 2015;  CESERANI G. P. - VENTURA P., Teresa di Calcutta, Jaca Book, Milano 2016; GROSSÊTETE C., Madre Teresa. Il sorriso di Calcutta, Elledici, Leumann 2011;  GONZALES BALADO J. L., I fioretti di madre Teresa di Calcutta. Vedere, amare, servire Cristo nei poveri, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014; ARRIBAS SANCHEZ P., Madre Teresa di Calcutta. L'evangelo di una santa. Illuminando la «notte oscura», Gribaudi, Milano 2008; FERNANDEZ DE CORDOVA M., Teresa di Calcutta. La madre dei più poveri, San Paolo, Cinisello Balsamo 2003;  BORGHESE A., La donna delle beatitudini. Madre Teresa di Calcutta, Ancora, Milano 2007; ZAMBININI F., Teresa di Calcutta. La matita di Dio, San Paolo, Cinisello Balsamo 1992; TERESA DI CALCUTTA,  Un cuore infinito, Piemme, Casale Monferrato 2016; ID., Amiamo chi non è amato. Testi inediti di Madre Teresa di Calcutta, Editrice Missionaria Italiana, Bologna 2016.






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