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MISTICA E MARIOLOGIA


1. La maturazione di una scienza
Nella luce della sua ricerca sull’esistenziale soprannaturale, K. Rahner aveva intuito e quindi espresso che «l’uomo religioso del futuro dovrà essere un mistico, uno che ha fatto esperienza, oppure non sarà affatto religioso». A distanza di qualche decennio, come in un allargarsi d’orizzonte, ci si è espressi assiomaticamente: «Il XXI secolo o sarà mistico o non sarà». Sembra di costatare un cambiamento di paradigma circa la comprensione di che cosa si vuole significare per “mistica”, tanto da contrastare un’opinione assai diffusa che di fatto ha favorito la divulgazione di una comprensione della mistica circoscritta ai soli fenomeni straordinari di un’esperienza comunionale. Di fatto il termine “mistica”, utilizzato da più saperi, è soggetto a differenti interpretazioni, e l’estensione del suo uso nell’ambito della teologia spirituale, della teologia dogmatica, sembra preannunciare nuovi percorsi interpretativi. È singolare che pur in ambito liturgico sia stata posta la relazione della questione tra mistica e rito con innovative aperture di comprensione. La precisazione che dà del termine “mistica” il Catechismo della Chiesa Cattolica nel capitolo su “La salvezza di Dio: la legge e la grazia”, all’interno dell’Articolo 2. Grazia e giustificazione e in riferimento alla santità cristiana, sembra facilitare il cammino di comprensione riconducendo all’esperienza comunionale con Cristo nei suoi misteri, e in lui alla santissima Trinità, un’esperienza che, pur nella sua eccedenza, è aperta a tutti. La vita mistica fa parte della maturazione cristiana, maturazione che può essere caratterizzata da esperienze mistiche di cui la persona diventa cosciente con umile consapevolezza. In questa contestualità cristologico-trinitaria, è come se si fosse aperto un “cantiere” di ricerca in cui non può essere assente la ricerca mariologica, sia per approfondire la relazione di una vita mistica con Maria, il suo significato, il perché, le sue caratterizzazioni, le modalità, sia per comprendere e dare ragione di singolari esperienze mistiche in cui è esplicito il riferimento alla presenza della Vergine Maria, Madre del Signore a noi affidata nel compimento del mistero pasquale (cfr Gv 19, 25-27).

2. Nel solco dell’approfondimento conciliare
L’attenzione a quest’ambito della ricerca mariologica deve risultare, e quindi dovrà essere considerato, quale ulteriore scavo, frutto di istanza di valore, riferibile al Concilio Vaticano II. Infatti non dobbiamo escludere che, nonostante una certa attenzione al rinnovamento sulla comprensione della mistica precedentemente al Vaticano II, durante l’iniziale ricezione del Concilio e nelle sue fasi successive, l’approfondimento ha conosciuto un nuovo impulso. È possibile leggere in questa prospettiva una dinamica che emerge da alcuni testi conciliari fondamentali.
a) Il programma conciliare, quasi manifesto di tutto l’evento che si sarebbe celebrato e sviluppato in più anni, è indicato nel Proemio della Costituzione sulla sacra liturgia, Sacrosanctum Concilium: «far crescere sempre più la vita cristiana tra i fedeli…» (n. 1), per cui si ha particolare attenzione all’esperienzialità della pratica liturgica, soprattutto eucaristica, in quanto essa «contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e l’autentica natura della vera chiesa» (n. 2). E nel declinare la natura teandrica della Chiesa si rileva anche come la Chiesa sia impegnata “nell’azione e dedita alla contemplazione”, precisando che “l’umano è subordinato al divino”, subordinazione cui deve essere sottoposta anche l’azione rispetto alla contemplazione. Come dire la vita teologale che assume la condizione umana. Liturgicamente: la santificazione dell’uomo/donna cha apre alla glorificazione di Dio per essere edificati «in tempio santo nel Signore, in abitazione di Dio nello Spirito Santo, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo» (n. 2).
b) Il valore dell’esperienza è sottolineato nel contesto che la Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione, Dei Verbum, riserva alla Tradizione che, con la parola di Dio attestata nella prima e seconda rivelazione, è «come uno specchio nel quale la chiesa pellegrina sulla terra contempla Dio, dal quale riceve ogni cosa, finché sarà condotta a vederlo faccia a faccia così come egli è (cfr 1Gv 3, 2)» (n. 7). La crescita della tradizione “in Spirito Santo” avviene non solo per la via dell’intelligenza e della comprensione, dello studio sapiente e contemplante o per mezzo dell’insegnamento della predicazione magisteriale, bensì anche «con la profonda intelligenza delle cose spirituali di cui (i credenti) fanno esperienza» (n. 8). Di converso la comprensione dell’esperienza è luogo in cui le “cose spirituali” ricevono una propria manifestazione che può essere “detta” e, nel rispetto della sua eccedenza, capita.
c) Dalla lettura della Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, la via dell’esperienza “in misura dei doni di Cristo” (Ef, 4, 7) è cammino, nel popolo santo di Dio, che tutti i battezzati sono chiamati a percorrere. Si rileggano in quest’ottica le declinazioni della funzione sacerdotale, profetica e regale quale risposta concreta alla chiamata di vivere in pienezza la vita cristiana, la perfezione nella carità e il ruolo dello Spirito Santo che distribuisce tra i fedeli le sue grazie speciali «dispensando a ciascuno i propri doni come piace a lui (1Cor 12, 11)» (n. 32). Doni di diversa natura con i quali ci si deve confrontare, ancora una volta per comprenderli e per discernerli. La Costituzione pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et Spes, nel rilevare il valore dell’attività umana, pur costatando la sua ambiguità di mescolanza del male con il bene, afferma come essa sia stata elevata e perfezionata nel mistero pasquale e come l’operosità esperienziale concorra a meglio ordinare l’umana società e sia «di grande importanza per il regno di Dio» (n. 39). L’attività umana è oggetto di seria considerazione nella sua datità anche dal punto di vista teologico. In questa contestualità referenziale è da leggere nel Capitolo VIII della Lumen Gentium, come la Chiesa, in vista dell’unico Mediatore e Redentore a cui i fedeli si uniscono più intimamente, fa continuamente esperienza della molteplice intercessione della beata Vergine Maria (cfr. n. 62).
d) Inoltre, dalla stessa rete semantica sembra maturare, con l’enciclica Redemptoris Mater (25-3-1987) di Giovanni Paolo II, una particolare attenzione all’esperienza in riferimento a Santa Maria, oltre l’aspetto di autentica pietas nei suoi confronti e oltre una conoscenza della lex credendi sulla Benedetta dell’Altissimo, la Madre di Dio. È lo stesso Pontefice che rinvia a nuovi approfondimenti di ciò che il Concilio ha detto su Maria ma in vista di una vita esperienziale nello Spirito e, da lui animata, che conduce il cristiano all’unione e conformazione a Cristo. «Si tratta qui non solo della dottrina della fede, ma anche della vita di fede e, dunque, dell’autentica “spiritualità mariana”, vista alla luce della Tradizione e, specialmente, della spiritualità alla quale ci esorta il Concilio. Inoltre, la spiritualità mariana, al pari della devozione corrispondente, trova una ricchissima fonte nell’esperienza storica delle persone e delle varie comunità cristiane, viventi tra i diversi popoli e nazioni su tutta la terra» (n. 43).
e) Un ulteriore frutto della ricezione conciliare permane la Lettera della Congregazione per l’Educazione Cattolica, La Vergine Maria nella formazione intellettuale e spirituale del 25 marzo 1988, orientata a ribadire che agli studenti di tutti i centri ecclesiastici e ai seminaristi sia assicurata una formazione mariologica che coinvolga studio, culto e vita. La meta dello studio deve condurre a vivere un’esperienza cristiana in cui la Madre di Gesù fa parte del proprio spazio interiore. «Nel suo cammino verso il raggiungimento della piena maturità del Cristo (cf. Ef 4, 13), il discepolo del Signore, consapevole della missione che Dio ha affidato alla Vergine nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa, la assume come “madre e maestra di vita spirituale”; con lei e come lei, nella luce dell’Incarnazione e della Pasqua, imprime alla propria esistenza un decisivo orientamento verso Dio per il Cristo nello Spirito, per vivere nella Chiesa la proposta radicale della Buona Novella e, in particolare, il comandamento dell’amore (cf. Gv 15, 12)» (n. 36).
f) Frutto della ricezione conciliare è da considerare anche la Lettera della Pontificia Academia Mariana Internationalis La Madre del Signore. Memoria, presenza, speranza dell'8 dicembre 2000, che si preoccupa di affrontare alcune questioni sulla figura e la missione della Vergine. L’attenzione alla “dimensione mariana” della vita di fede è consacrata dai numeri di paragrafi, 53-59, un discreto numero nell’economia della Lettera, paragrafi che attestano un rinnovato interesse alla problematica, suggeriscono itinerari di approfondimento per una comprensione che aiuti ad entrare nell’esperienzialità feconda dei rapporti esistenti tra la Madre del Signore e i suoi discepoli.

4. Le sfide della mistica
Colpisce l’interesse crescente circa la mistica nel mondo laico e, abbandonati molteplici pregiudizi, l’attenzione di molti ai testi che testimoniano esperienze mistiche particolari e, di converso, la ricerca cordiale e partecipe per comprendere l’esperienza mistica in sé in ambito cristiano. Per quanto risulta, Michel de Certeau (1925-1986) ha contribuito non poco ad aprire lo scrigno della mistica e a far comprendere cordialmente l’esperienza mistica, anche quella caratterizzata da esperienze singolari. Il racconto del suo porsi di fronte ai mistici, il suo sostare per vent’anni alla “porta” prima di entrare, comprendere tramite i mistici, in particolare tramite Jean Joseph Surin, il “desiderio di tornare a casa”, conscio dell’“estraneità del nostro proprio luogo”, il suo racconto impressiona, anche nel suo lieto fine, perché porta ad intravvedere lo “splendore di un desiderio venuto da altrove”, ma impressiona perché conduce de Certeau a non fuggire. Nella sua inquietudine, nel suo ricercare “erudito”, nei suoi interessi poliedrici, nella sua originale religiosità, non cessa mai di rigorosamente porsi la problematica di rispondere al come vivere da cristiani nella contemporaneità in divenire, come vivere l’esperienza cristiana facendo “corpo con la storia”, partecipando alla “vita comune”, intensamente, in un continuo discernere che invita ad andare “oltre” perché l’Altro e l’altro con cui confrontarsi conduce a novità crescente. De Certeau permane un concreto testimone anche per valorizzare in Mariologia la stessa mistica. Non fuga dalle responsabilità ma immersione in quel “concreto vivente” che la presenza della Donna, Vergine, Madre, Supplice di Nazareth orienta e illumina, indirizzando a quella comunionalità di fede e di vissuto con Gesù che conduce i discepoli a “scendere” a Cafarnao insieme a Lei e ai suoi fratelli (cfr Gv 2, 11-12).

Bibliografia
MAGGIANI S. M., Mistica e Mariologia, in Marianum Annus LXXII – nn. 177-178 – 2010, pp. 9-16; RAHNER K., Schriften zur Theologie, VII, Benziger, Einsiedeln 1966; AA.VV., Dizionario di Mistica, LEV, Città del Vaticano 1998; BORRIELLO l., Esperienza mistica e teologia mistica, LEV, Città del Vaticano 2009; BONACCORSO G. (a cura di), Mistica e ritualità: mondi inconciliabili?, Messaggero-Abbazia S. Giustina, Padova 1999; ZAS FRIZ DE COL R., Verso una nuova teologia mistica? L’emergere di una tendenza attuale nella teologia spirituale, in Rassegna di Teologia 46 (2005) 587-607;  ID., Spiritualità e mistica. Questioni metodologiche, LEV, Città del Vaticano 2003; ID., Teologia della vita mistica. Fondamenti, dinamiche, mezzi, LEV, Città del Vaticano 2010; ID., Dalla spiritualità alla mistica. Percorsi storici e nessi interdisciplinari, LEV, Città del Vaticano 2005; DE FIORES S. - MEO S., Nuovo Dizionario di Mariologia, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1985; DE FIORES S., Maria sintesi di valori, San Paolo, Cinisello Balsamo 2005; ID., Maria. Nuovissimo Dizionario, EDB, Bologna 2008; GIOVANNI XXIII, Gaudet Mater Ecclesia dell'11 ottobre 1962, in Enchiridion Vaticanum, EDB, Bologna 2002, pp. 32-55; MELLONI A., Papa Giovanni. Un cristiano e il suo concilio, Einaudi, Torino 2009; PAMI, La Madre del Signore, PAMI, Città del Vaticano 2000.

VEDI ANCHE:
- ASCETICA E MISTICA MARIANA
- CONTEMPLAZIONE
- PERFEZIONE E COMUNIONE
- VIA CONTEMPLATIVA
- VITA MISTICA
- VITA SPIRITUALE






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