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ATTRAZIONE DI MARIA


Esperienza grandiosa veder sorgere e svilupparsi la spiritualità mariana dei Santi lungo la storia della Chiesa. E un fatto veramente ecclesiale di origine e non di ritorno, se non come di semi che tornano alla terra. È Maria che ha attratto a sé i suoi figli, per educarli, per operare in essi e con essi, rivivere in loro, portarli a Gesù, al Regno del Padre. Maria è come il grande 'amo' dello Spirito Santo, anzi come una vasta rete. Sa attrarre.

1. I Santi attratti da Maria
Consideriamo i Santi in senso ampio, non come persone singole, ma come membri vivi della Chiesa, che in essi si esprime e da essi è manifestata e arricchita della loro spiritualità: i semi in terra rinascono in nuovi frutti. Se ci chiediamo come e quando Maria ha operato nella prima comunità cristiana, è il Cenacolo a darcene la risposta. Tra le «circa centoventi persone riunite insieme con gli Apostoli, c'era Maria, la Madre di Gesù» (At. 1,14s). Era là viva, inconfondibilmente 'unica', la Madre di Gesù. Come a Cana, la sola ad aver avuto fede quando nessuno ancora l'aveva, la sola ad aver avuto fede accanto alla croce, la sola ad aver avuto fede dopo la morte di lui. Era là come Madre del Risorto, di Colui che vive e opera nei secoli della Chiesa. Tra quella comunità e Maria non può non essersi avviato un dialogo, vivo di tutta la presenza invisibile ma potente di Gesù, dialogo mai più interrotto tra la Chiesa e Maria, in mille forme tacite e operose. Maria era allora il 'Vangelo vivente' dell'incarnato Unigenito del Padre, e del Risorto. E tale è rimasta inesauribilmente per chi vuole conoscere Gesù in modo più intimo e più attivamente operare per lui, per la speranza del mondo. Lì è la sorgente viva e copiosa della spiritualità mariana dei santi, mai stanchi di attingervi, di accorrervi insieme, chiamandosi gli uni gli altri, a formare comunità di ascolto, di contemplazione, di impegno apostolico. Non ci stupiamo allora di scoprire che nella loro spiritualità mariana i Santi siano «Un cuor solo e un'anima sola», come hanno imparato a convivere con lei nel Cenacolo {At. 4,32). In questa loro convergenza si manifesta in modo potente ed espressivo la 'Comunione dei Santi' che è 'impegno di azione' nella realizzazione del Regno. Lo vediamo tipicamente nei Fondatori, nelle Fondatrici, che hanno creato - mossi sovente da Maria - 'Istituti di vita religiosa, secondo le necessità dei tempi e dei popoli, e li hanno impregnati della loro spiritualità mariana. Scorrendo questo 'vissuto dei Santi' ho avuto l'impressione di scorrere un grandioso Rosario vivente, in cui il filo d'oro della Verginale Maternità divina e universale di Maria congiunge e sottende i grandi gruppi di Santi e Sante con le loro famiglie religiose, vivendo 'insieme con Maria' i misteri gioiosi, dolorosi, gloriosi, di Gesù e Maria, nei secoli della Chiesa. Nella sua 'ecclesialità' questo fatto è come un grandioso avvento che ha preludiato e ancora preludia alla molteplice venuta di Gesù nella stona umana. É stato ed è come una plurisecolare celebrazione della Parola di Dio: una rilettura di ciò che il Padre ha rivelato della Madre del Figlio Unigenito, e lo Spirito Santo ha svelato ai Santi perché lo 'rivivessero' in se stessi, con Maria. Dapprima i Santi sono stati attratti da Maria attraverso uno sguardo d'insieme, poi dai vari aspetti della sua persona e della sua missione, dal ruolo di primo piano da lei svolto nel progetto di Dio, e poi dai suoi gesti, dai suoi sentimenti, dalle sue intime relazioni con Dio e con gli uomini, e infine da tutta la pienezza del suo mistero. Non che questo procedimento sia avvenuto di seguito a tappe scandite e quasi separate le une dalle altre ma, c'è stata una gradualità di scoperta e di vissuto che è per noi significativa. Questo non è avvenuto in maniera rettilinea, ma in una vasta spirale con sviluppi e ritorni gradualmente tendenti ad ampliarsi più in alto. Ed ecco la prima e fondamentale attrazione di Maria. È nell'età apostolica.

2.Attratti da Maria, Vergine Madre di Gesù e Nuova Eva dell'umanità
Maria, 'la Madre di Gesù'! Così l'ha sentita e amata la prima generazione cristiana. La Chiesa Apostolica, con le voci di Paolo e Matteo, di Luca e Giovanni, ci ha trasmesso i dati essenziali della grandezza semplice e sublime di Maria. È stupendo scoprire come a poco poco quei germi, alla luce calda dello Spirito Santo, si sono schiusi e, nel 'vissuto dei Santi', hanno maturato una spiritualità di cui noi siamo oggi gli eredi. Primo testimone, Sant'Ignazio di Antiochia (†107) vede, come in uno splendore di Cristo, Maria nel 'progetto del Padre': «Uno solo è il nostro medico ... nato da Dio e da Maria! Voi credete pienamente che nostro Signore discende realmente dalla stirpe di Davide secondo la carne, è Figlio di Dio secondo la volontà e la potenza divina, nato realmente da una Vergine». L'apologista ateniese Aristide (tra 117 e 138) va oltre: «i cristiani hanno origine dal Signore Gesù Cristo ... nello Spirito Santo discese dal cielo per la salvezza degli uomini e fu generato da una Vergine santa». Più lontano nei tempi, spazia San Giustino (†165), laico e filosofo. Maria è la Madre dell'Unigenito di Dio, secondo i vaticini dei Profeti. Per primo egli la chiama: 'la Vergine', e la vede come la 'Nuova Eva': «Il Figlio di Dio si fece uomo dalla Vergine affinché per quella stessa via da cui ebbe inizio la disobbedienza causata dal serpente, avesse pure inizio la sua distruzione». I Santi intuiscono a poco a poco l'ampiezza del progetto del Padre. L'intuizione di Giustino è vista come 'principio fondamentale' di questo progetto da Sant'Ireneo (†202). È la 'ricapitolazione in Cristo'. Per salvare l'umanità Dio usa gli stessi mezzi che l'avevano rovinata. Accanto a Cristo, Nuovo Adamo, che ridà agli uomini ciò che il primo ha perduto, c'è Maria, la Nuova Eva, che rovescia la posizione della prima. Appare già qui, come una visione, la grandezza di Maria, nel concentrato dei suoi misteri. Affermazioni forti di Ireneo fondano il nostro 'operare insieme con Maria', aprendo all'imitazione della sua fede e obbedienza operosa. «Maria si è fatta causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano ... Il nodo fatto dalla disobbedienza di Eva è stato sciolto dall'obbedienza di Maria: ciò che la Vergine Eva aveva legato con la sua incredulità, la Vergine Maria l'ha sciolto con la sua fede ... Così la Vergine Maria divenne l'Avvocata della vergine Eva. E come per mezzo di una vergine il genere umano era stato legato alla morte, così per mezzo di una vergine venne salvato» (Contro le Eresie, 3,22,4; 5,19,1; Dimostraz. Evang., 33) Come folgorato da quelle luci, Ireneo vede in Maria il 'tipo' della Chiesa. Dice: «Maria gridò profeticamente a nome della Chiesa: Magnificat anima mea Dominum!». Per Ireneo, non capire Maria è non capire Cristo né la Chiesa. Dicendo Maria 'Avvocata di Eva', 'Madre dell'umanità nuova', egli fonda per noi una relazione personale con Maria, apre alla preghiera, alla intercessione di lei. Di lì sboccia la devozione personale, l'ammirazione, la gratitudine, l'amore, la gioia. È ora aperta la via a un nuovo passo nella spiritualità mariana: Maria 'la Vergine' aveva detto Giustino.

3. La verginità di Maria attrae a seguirla sulle vie del Regno
Ora si guarda a Maria come a modello di vita. Della sua fisionomia spirituale si coglie particolarmente la verginità e sorge l'impegno di vivere con Maria, nella verginità di lei, il progetto del Padre di instaurare un'umanità nuova. Entusiasticamente travolti dall'onda del Regno, affascinati dal modello di Gesù e di Maria, cristiani e cristiane abbracciano lo stato di verginità, dovunque nella Chiesa, specialmente dal 3° al 4° e 5° secolo e poi sempre. Origene (185-254) esalta l'ideale della verginità: «Maria ne è stata la primizia fra le donne, come Gesù fra gli uomini, egli dice, ma va oltre: «Maria è l'esemplare della nascita del Verbo nell'anima per mezzo della fede: Non solo in Maria, ma pure in te deve nascere il Verbo di Dio». Molti Santi e Sante vivranno questa geniale e mistica intuizione. Sant'Atanasio (†373) dice alle vergini: «Voi avete il genere di vita di Maria, che è il modello e l'immagine della vita del cielo. Maria è il modello di tutte le virtù». L'imitazione di Maria si impone da sé come tipica forma di vita redenta, di vita cristiana, di avere Gesù in noi. In Siria, Sant'Efrem (306-373), diacono, entusiasta cantore di Maria, esulta perché «Maria è santa nel corpo, bella nello spirito, pura nei pensieri, sincera nella mente, perfettissima nei sentimenti, casta, ferma nei propositi, immacolata nel cuore, eminente e colmata di ogni virtù». Ed egli vive con lei il mistero dell'Eucaristia: «Il grappolo santo nato da Maria fu spremuto nel calice della salvezza. Maria ci ha donato il pane vivo, al posto del pane di miseria datoci da Eva». E contempla già l'unione intima di Maria con Gesù in tutta l'opera della salvezza. Approfondendo la spiritualità mariana, i Santi approfondiscono i rapporti di lei con Gesù. In tutti i settori della vita sono necessari gli specialisti; i Santi sono gli specialisti della spiritualità: lo sono per noi, per tutti. A Milano, Sant'Ambrogio (340-397), padre della mariologia occidentale, ha più di tutti influito sulla pietà popolare. Maria è modello e Patrona della verginità, ma pure modello ed esempio di coraggio alle madri (Ep 63, 110-11). Maria ci ha riportati alla familiarità con Dio, perduta per il peccato, e tale intimità è il fine della spiritualità cristiana (Ist. Virg. 5, 33; Ep 63, 32). Dandoci Dio, Maria ci ha dato la redenzione; la sua cooperazione è nell'Incarnazione (Lc 2,17; Ep 63, 33). Di più: la maternità di Maria, in un certo vero senso, coinvolge tutti i credenti, tutto il Corpo di Cristo (Ist. Virg. 15, 94). Per questo Maria è 'il tipo della Chiesa' (Lc. 2,7; Ist. Virg. 16, 68-69). Per questo la sua grandezza ci porta a venerarla e onoraria: è il modello della vita cristiana (Es. Virg. 4, 27). La spiritualità mariana così si amplia. Da Costantinopoli San Gregorio Nazianzeno (330-390) esorta: «Donne coltivate la verginità e giungerete ad essere madri di Cristo». E attesta che Maria era invocata nei pericoli della purezza. Il grande mistico San Gregorio Nisseno (335-390) pensa arditamente che sia stata Maria ad andare con la Maddalena al sepolcro per proclamare la risurrezione di Gesù. E chiama Maria 'fonte della gioia', perché la gioia è Gesù! La figura di Maria splende agli occhi dei Santi in maniera sempre più suadente e affascinante. Sant'Epifanio (315-403), oltre a parlare per primo del carattere straordinario della morte di Maria, afferma con vigore la sua santità perfetta: «Sotto ogni aspetto è colmata di grazia. Maria è la portabandiera della verginità». Quindi appare chiaro: è Maria che chiamava a seguirla quegli stuoli di vergini che erano l'ornamento della Chiesa dei primi secoli. Nell'Africa occidentale, Sant'Agostino (354-430) esalta soprattutto la fede di Maria, chiave della sua grandezza spirituale. Maria in questo è imitabile da tutti (Virg. 3, 3; Serm. 25, 7). Stretto è il rapporto tra. Maria e la Chiesa per la verginità e la fede, per la cooperazione alla rigenerazione cristiana (Serm. 192, 2; 25, 8). «Tu Maria sei veramente madre delle membra di Cristo, che 'siamo noi, perché hai cooperato con la tua carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa» (Virg. 6, 6). L'influsso di Agostino è grande nei secoli sulla spiritualità mariana, particolarmente negli Agostiniani che risalgono a lui. Maria integralmente vergine, perfettamente santa: «Vergine concepisce, vergine partorisce, vergine dopo aver partorito, vergine perenne» (Serm. 186). Da tutte le parti della Chiesa è una coralità sorprendente di spiritualità mariana improntata a rivivere in sé la singolare verginità di Maria. Poi, Maria, 'la Madre', attrae in altro modo intimo e potente.

4. Proclamata "Madre di Dio", Maria attrae all'intimità con Lei

Al Concilio di Efeso, del 431, l'entusiasmo del popolo segna a quale quota fosse giunta la devozione mariana. Da allora si accentuò la 'presenza' di Maria nella liturgia, si moltiplicarono le Omelie mariane e le chiese a lei dedicate. La spiritualità mariana si estese e si approfondì. Crebbero di numero le Feste mariane, divennero espressione di fede le sue icone. Maria è allora sentita accentuatamente nella sua 'Maternità' divina che sorregge tutto il resto. Ma da questa maternità ci si sente avvolti in un amore unico che educa e fa crescere in Cristo. La pietà mariana acquista in calore. Papa San Leone il grande (400, 440-461) intreccia cristologia e mariologia, mostra limpidamente la verginale maternità e afferma che i rinati nel Battesimo sono stati generati a Cristo nella sua nascita da Maria. Con importante intuizione sacramentale paragona il fonte battesimale al grembo di Maria; e insiste: «Lo Spirito Santo, che ha suscitato in Maria il corpo di Cristo, è colui che fa nascere i cristiani nel Battesimo. Egli ha dato all'acqua ciò che ha dato alla madre» (Serm. 26,2; 24,3; 25,5). A Costantinopoli, Romano il cantore (490-560) esalta Maria nella sua Natività, primo testimone di questa festa molto intima, e celebra la sua 'intercessione' per tutti gli uomini. Mossi da Maria, menti e cuori abbracciano pure i lontani. L'impareggiabile Inno Acatisto a Maria, che forse è suo, è una stupefacente esaltazione della grandezza di Maria nei suoi misteri divini e umani. Ormai giunge il momento in cui la spiritualità mariana acquista nuove forme in Occidente e in Oriente e giunge a vertici che saranno superati soltanto dopo secoli. Nasce la più genuina 'spiritualità mariana'. Sant'Ildefonso vescovo di Toledo (607-669) ha grande calore di affetto per Maria: «Mia Signora, vera sovrana mia, tu mi domini, o Madre del mio Signore» e avvia l'esaltazione di lei, la creatura più unita a Dio, alla quale nulla è paragonabile. Servirla fiorisce in servire Gesù, bisogna desiderare di servire Maria per servire Gesù, figlio suo. Amore e devozione a Maria devono tradursi in lode, ammirazione, preghiera, fedeltà, servizio. «Ti prego, Vergine santa, ti prego che io abbia Gesù da quello Spirito dal quale tu l'hai generato. Che io riceva Gesù in quello Spirito nel quale tu lo adori come Signore e lo contempli come Figlio» (Verginità di Maria). Gioioso, a lei 'si consacra'. In Siria, San Giovanni Damasceno (675-749) eccelle per la sintesi e il completamento di tutto ciò che la Chiesa Orientale sente e vive di Maria. I 'misteri' della vita di lei nutrono lo spirito del Damasceno: la divina maternità incorpora tutta l'Incarnazione, Dio l'ha scelta e fatta 'Madre di Dio'; tutti i doni e le grazie le provengono da questa primaria realtà (F.O. 3,12; In Nat. 7; In Dorm. 3, 3). La sua Concezione fu pura e senza macchia, la Mediazione di lei è sempre in relazione a Cristo: con lui ci ha donato tutti i beni (In Nat. 2; In Dorm. 2,2). Non c'è vera spiritualità senza fede robusta. Il Damasceno arricchisce di nuovi temi l'antitesi Eva-Maria (In Nat. 1). Preceduto di quasi un secolo da Ildefonso di Toledo, egli vive la totale dedizione al servizio di Maria; «Maria, tu sei la nostra Signora (Déspoina), a te noi tuoi fedeli consacriamo lo spirito, l'anima, il corpo, tutto il nostro essere, e ti onoriamo quanto possiamo, con inni e cantici spirituali» (In Dorm. 1,14). E instaura la pratica di conservare nel pensiero e nella vita la presenza di Maria, il cui potere si estende su tutta la terra: Facciamo del nostro spirito una dimora (tameion) della Madre di Dio» E si chiede: Come giungervi? ... Se custodiremo puri il corpo e lo spirito, la sua grazia dimorerà in noi» (In Dorm. 2, 19). Sente e afferma che Maria è attiva nella nostra vita spirituale: ella visita i suoi figli, li prepara alla venuta di Cristo» (ivi) Ciò che egli vive del mistero di Maria si effonde in accenti di tenerezza e di devozione: «Che vi è di più dolce della Madre di Dio? Ella ha conquistato il mio spirito, mi ha rapito la lingua. Giorno e notte la penso» (In Dorm. 3, 1). Maria nostra Regina, nostra Signora amabilissima, fonda il titolo che diamo a lei di Madonna. È un fatto ecclesiale di prim'ordine che la spiritualità mariana nella sua autenticità giunga a noi dai Padri della Chiesa, che più direttamente uniscono la Chiesa agli Apostoli e tramite loro a Gesù.

5. Maria attrae a vivere con Lei il mistero liturgico del Figlio
Tappe sempre nuove nella spiritualità mariana vissuta. In rispondenza ai tempi, all'indole dei popoli e degli innovatori della vita cristiana, nuove accentuazioni caratterizzano questa spiritualità. Tra influssi reciproci, Oriente e Occidente vanno a poco a poco differenziandosi. In Oriente la vittoria ottenuta per mezzo di Maria sui ne- mici delle immagini sacre, viene celebrata come Festa della Ortodossia. Da allora la pietà mariana si amplia e approfondisce. Le Icone divengono espressiva affermazione di fede e dominano nelle chiese e nelle case: La Theotokos vi è ritratta in tutta la sua grandezza. La Liturgia fonde in sé in unità tutti gli elementi del culto e incarna la spiritualità bizantina di cui quella mariana è elemento di primo piano. Crescono di numero le chiese - Costantinopoli giungerà ad averne 125 dedicate a Maria, - le feste mariane celebrate con omelie ricche di sentimento e di dottrina. La liturgia favorisce una spiritualità mariana fortemente innestata, avvolta e vissuta, nelle sue celebrazioni. É una spiritualità espressa del culto reso al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito; e la Theotokos è modello e ispiratrice di ricerca di Dio orientata alla contemplazione, all'incontro a tu per tu. Il Monachesimo, che ha grande importanza nella preparazione delle Icone e nell'elaborazione della Liturgia, è fortemente 'mariano' e, come tipica forma di vita cristiana, ha influito sul popolo in mezzo a cui vive. L 'Occidente, placato con la conversione a Cristo dei nuovi popoli invasori, riprende il proprio cammino e sente la 'presenza' di Maria sulla propria strada, come guida, modello e aiuto a chi 'segue Gesù'. Fatto di prim'ordine in questo campo, con effetti che si ampliano nel tempo, e gradualmente diffonde una splendida spiritualità mariana, questo: San Benedetto (480-547) dà origine al Monachesimo Benedettino che si ramifica in modo straordinario. Sebbene egli, nella sua Regula Monasteriorum, non nomini Maria, pure dà tale spazio alla Liturgia che in essa Maria è contemplata quasi in maniera estatica nel mistero di Cristo, al posto che è suo nel progetto divino della salvezza. La spiritualità benedettina mariana diviene un canto di lode liturgica scandito dalla quotidianità della vita, quasi un assaporare in meditazione profonda la Parola di Dio offerta nelle Scritture, che narrano di Maria. Lungo l'Anno celebrando il mistero d'amore di Dio, s'inebria della 'gioia messianica', che Maria ha provato nella sua maternità divina e universale. Così Maria è modello di esultanza per il progetto salvifico del Padre e - colmata di Spirito Santo - porta a operare come lei, con lei, nella gioia, perché Cristo venga celebrato e annunziato. Dalla chiesa al chiostro, alle celle, ai campi, questa gioia è fonte di serenità, di operosità esuberante, a somiglianza di ciò che Maria sentì e compì nella sua vita; tale gioia sgorga dal partecipare all'intima meditazione del suo cuore che conservava e interpretava quanto si riferiva a Gesù. Questa spiritualità fonde in una comunitaria esperienza di godimento filiale di ciascuno e avvia nei secoli la considerazione della 'intimità' di Maria, della sua 'psicologia' di Vergine Madre, del suo 'Cuore'. In questa linea basta ricordare San Bernardo (1090-1153) e il suo affascinante dialogare con Maria nelle sue omelie, segno di un'impareggiabile profonda intimità, Santa Geltrude di Helfta (1236-1302) e le sue ardenti meditazioni; la loro spiritualità diviene inoltre 'azione', un 'operare con Maria' che prelude a un'altra svolta nella spiritualità mariana. Giro all'insù a spirale.

6. Maria attrae a operare con Lei nella Chiesa, per la Chiesa
A nuovi generi di vita politica, sociale, culturale, nuovi generi di vita religiosa e di spiritualità. Frattanto il Romanico dei primi due secoli dopo il Mille lascia gradualmente posto al Gotico più dinamico. L'uno e l'altro offrono a Maria il canto di meravigliose Cattedrali. Nelle Università Maria trova adeguati cultori della dottrina che ne tratta. All'inizio del 13° secolo sorgono gli Ordini Mendicanti animati da maggior dinamismo di vita religiosa, profondamente inseriti nel contesto sociale per fecondarlo con ministero apostolico sacerdotale, missionario e caritativo in forme nuove, potenziate da organizzazione centralizzata e distrettuale. Negli Ordini Mendicanti la figura di Maria è sentita come tipico modello di azione, come aiuto, alleata. Grandi Santi spiccano per un'appassionata devozione a Maria e ne impregnano le loro istituzioni; accanto alle quali sorgono con stupenda invenzione i Terzi Ordini penetrando con essi nel sustrato ecclesiale e sociale in cui diffondono la loro spiritualità mariana, non sminuita ma sapientemente adattata a chi vive e opera nel mondo. Di più, da questi Ordini derivano anche altre e numerose Istituzioni Religiose che sviluppano questa spiritualità con proprie caratteristiche. San Francesco D'Assisi (1182-1226) reincarna in sé Gesù Cristo e rivive l'amore di lui per la sua Vergine Madre. La spiritualità francescana mariana è un itinerario di continua ascesa dalle creature al Creatore, sotto la guida di Maria, Madre di Dio e nostra. Francesco affida i suoi Frati Minori alla Piena-di-grazia, che li conduce con incessante cura al trono della SS. Trinità, di cui ella è irradiazione. Questa spiritualità dell'amore è partecipazione viva alle gioie e ai dolori di Maria, contemplazione della sua Immacolata Concezione, filiale nella sua mediazione e azione. San Domenico di Guzman (1170-1221) è di fronte a Maria come discepolo a 'Maestra' e forgia così i suoi Frati Predicatori, affinché imparino da Maria, massimamente irradiata dai doni dello Spirito Santo, a contemplare in profondità i misteri di Cristo per predicarli al popolo. Maria introduce con rapida efficacia in quelle profondità. Alla sua scuola San Tommaso d'Aquino (1225-1274), sommo teologo, contempla con insistenza Maria come Sposa dello Spirito Santo, nell'atto di rinnovare e santificare l'anima. E Santa Caterina da Siena (1343-1380) che vive un acuto senso della 'presenza' di Maria, verrà da lei guidata alle nozze mistiche con Gesù. Sul monte Carmelo, dove il profeta Elia assetato d'incontro personale con Dio aveva operato prodigi, si erano raccolti fin dai primi secoli cristiani degli eremiti, che vi veneravano Maria come 'Signora e Padrona del luogo', intenti all'intimità contemplativa con Dio, in unione con Maria. Agli inizi del Duecento i Carmelitani divennero un Ordine Mendicante. 'Carmelo del tutto mariano' dice la spiritualità di quest'Ordine che ritiene Maria come propria fondatrice, avendo essa attratto sul Carmelo i suoi primi figli a rivivere la vita interiore di lei. Il Carmelo esiste per Maria e Maria è tutto per il Carmelo. I Carmelitani ne imitano le virtù e ordinano le loro azioni a suo onore e gloria, per vivere in profonda unione con lei, purissimo esemplare della loro vita. Santa Teresa d'Avila (1515-1582) e San Giovanni della Croce (1542-1591) portano il Carmelo a più profondo spirito evangelico ed ecclesiale, a trasmettere agli altri la loro propria robusta spiritualità. I Sette Santi Fondatori, ceppo d'origine dei Servi di Maria da lei chiamati nel giorno della sua Assunzione del 1233 e da lei fusi insieme, da lei ebbero - come attestava Sant'Alessio Falconieri (†1310}, ultimo superstite dei Sette l'abito, la regola, il fine. Egli chiamò Maria 'la prima Fondatrice dell'Ordine', la cui storia è tutta mariana, avendo come carattere tipico della sua spiritualità l'unione intima ai dolori di Maria. Fin dall'inizio si segnalarono per un folto gruppo di omaggi celebrativi a Maria, sempre rinnovato e arricchito. Il loro influsso nella pietà mariana anche oggi è notevole. Ancora Sacerdote, nel 391, Sant'Agostino aveva raccolto attorno a sé un gruppo di vita religiosa che alimentò della sua ricca dottrina e pietà mariana. Gruppi di seguaci della sua Regola si riunirono nel 1256 come Eremitani Agostiniani. La spiritualità agostiniana mariana contempla Maria come Madre sollecita che genera, nutre e forma Gesù nelle persone e nella Chiesa, fonte quindi di cura d'anime. Sant'Agostino aveva illustrato il percorso che porterà tutta la sua scuola spirituale ad accogliere il 'concorso immediato' offerto da Maria alla formazione del Corpo Mistico di Cristo, a considerare in profondità la portata della 'maternità spirituale universale' di Maria. Inesauribile sempre, Maria apre nuove vie.

7. Maria attrae a operare per rinnovare la Chiesa e la società
Nel Cinquecento urge rinnovare la Chiesa e la società, e i Santi rinnovano la spiritualità mariana perché sostenga la loro azione e creano un nuovo tipo di vita religiosa per un apostolato sacerdotale compiuto con forze di comunità orientate alla vita attiva, adattata a tempi e luoghi. San Gaetano da Thiene {1480-1547) si richiamava alla vita apostolica, al Cenacolo, a Maria Immacolata; Sant'Antonio Maria Zaccaria (1502-1539) onorava particolarmente l'Addolorata; i suoi in seguito la 'Madonna della Provvidenza'. Sant'Ignazio di Loyola {1491-1556), convertito, matura nel santuario benedettino mariano di Monserrat, la vigilia dell'Annunziata del 1522, il suo ritorno a Cristo e offre a Maria la sua spada; poi per undici mesi nella grotta di Manresa, dove Maria diviene per lui 'la Signora dei suoi pensieri', scrive i suoi Esercizi Spirituali, ritenendo che Maria ne è la Fondatrice e la Maestra per la conversione a Dio. Fonda la Compagnia di Gesù nel giorno dell'Assunta del 1534 e le dona Maria come ispiratrice e patrona dell'azione apostolica per il Regno di Cristo, perché essa è la via più rapida e sicura per giungere a Gesù. I Gesuiti sviluppano in particolare la devozione all'Immacolata e al suo Cuore, e divulgano il 'Mese di Maggio a Maria'. Spiritualità più intima quella dei tre giovani gesuiti, Stanislao Kostka (1550-1568), Luigi Gonzaga (1568-1591), Giovanni Berchmans (1599-1621). Sorgono forme sempre più specifiche di vivere nell'azione la propria spiritualità mariana. San Girolamo Emiliani (1481-1537), che Maria ha liberato da terribile prigionia, vive a pro degli orfani la spiritualità di Maria 'liberatrice ed educatrice'. E San Camillo de Lellis (1550-1614), convertito, effonde la sua pietà mariana nell'assistere con amorevolezza i malati. San Giovanni Leonardi (1541-1609) compie azione catechistica e missionaria con l'aiuto di lei perché sia tutta 'opera di Maria'. Spiritualità mariana in atto, in azione. E San Giuseppe Calasanzio (1557-1648) fonda i Religiosi poveri della Madre di Dio e delle scuole, perché sia lei a operare per mezzo loro. E Maria lo sostiene contro attanaglianti prove fino ai 92 anni.

8. Maria attrae a operare in unione più intima con Lei
Sulla soglia del Seicento scopriamo nel 'vissuto dei Santi' un atteggiamento più intimo verso Maria, e la loro profonda persuasione d'essere attratti da lei. Non è però un atteggiamento intimistico ma si effonde nelle loro istituzioni che lo suscitano in coloro per i quali operano nel mondo. Anche le istituzioni anteriori stanno maturando in tal senso; rivivono la loro spiritualità mariana sotto altro sole. Tutti questi vari momenti non solo cronologici ma soprattutto spirituali si allacciano gli uni agli altri, s'intrecciano. In una società in più rapida trasformazione, e più laica, sorgono nuove forme di 'vita religiosa' che oggi diciamo: 'Società di vita apostolica', legate da un ideale di diffusione del Regno di Dio, viventi in comunità senza voti; e sorgono 'Congregazioni' sia clericali sia laicali di voti semplici. Tutte hanno scopi apostolici e spiritualità mariana spiccatamente propria. San Filippo Neri (1515-1595), il giovialissimo 'Pippo buono' ardente di tenerezza per il prossimo, anelante alla sem plicità evangelica, che si espandeva in allegrezza di spirito, sentiva di avere in Maria un modello e un aiuto amatissimi per operare a rinnovare in Cristo la gioventù e gli adulti. Preferiva la festa dell'Assunta perché richiama direttamente al paradiso e la celebrava animata da canti, suoni, scene, spasso gioioso. Così ne nacque la Confederazione dell'Oratorio, società di vita apostolica senza voti, ma con stile prettamente evangelico. Fu la genialità di Filippo Neri: libera accolta di giovani e adulti uniti nella carità e viventi in fraterna unione. I sacerdoti dovevano realizzare la spiritualità sacerdotale promossa dal Concilio di Trento. San Francesco di Sales (1567-1622), liberato da Maria nella terribile crisi che lo tormentò ventenne, è stato un grande innovatore nella spiritualità mariana e nella vita religiosa: fuse insieme esuberante affettività e forte impegno di volontà nell'imitare le virtù di Maria, e sodezza di dottrina teologica. Impiegava un'ora ogni giorno a meditare il Rosario, come attestò Santa Giovanna di Chantal; di Maria predicava spesso, volle festa di precetto l'Immacolata nella sua diocesi, ne difese con vigore la 'Concezione immacolata' nella luce totale dell'essere stata scelta e creata come 'Madre del Redentore'; ne illustrò e visse la 'mediazione', sfrondandola da confusioni ed eccessi. Pensava che Maria era morta d'amore per il Figlio e che da Gesù era stata assunta con sé per amore. Pio XII cita Fransceso di Sales tra San Roberto Bellarmino e Sant'Alfonso de Liguori come autorità per la definizione dell'Assunzione di Maria. Suo capolavoro e novità che farà strada in futuro, l'aver istituito l'Ordine della Visitazione di Maria, in cui le suore non legate alla clausura andassero direttamente al popolo come Maria ad Elisabetta, mettendo così in luce il carisma di grazia operosa che ammirava in Maria; altri realizzerà il suo disegno allora impedito nella sua originalità.

9. Maria invita ad operare con Lei in ogni forma di apostolato
La Rivoluzione Francese e l'impero Napoleonico lasciano tutta una serie di problemi sociali ed ecclesiali da affrontare con istituzioni adeguate. Sorge un complesso di Congregazioni Clericali e Laicali, mentre continuano a realizzarsi altre Società di vita Apostolica per ogni forma di apostolato. Molte dicono con il loro stesso nome che è stata Maria a volerle e attuarle. Il Beato Carlo Giuseppe Eugenio Mazenod (1782-1861), tempra forte e ricca personalità, espresse la sua spiritualità mariana in opera pastorale e missionaria, interessandosi della situazione tremenda delle 'pescivendole' della sua diocesi di Marsiglia, di tanta povera gente, collaborato dai suoi Missionari Oblati di Maria Immacolata, 'specialisti delle situazioni difficili' come li qualificò Pio XI, lanciati tra gli eschimesi del Canadà, nell'America del Nord, in Asia, e in Africa. Maria lo sostenne nel rude crocifiggente distacco da sé. San Giovanni Maria Vianney (1786-1859) con la sua limpida spiritualità eucaristica e mariana, operò per 40 anni dalla sua parrocchia di Ars su area sempre più vasta, operando innumerevoli conversioni, con animo di fanciullo e vigore di apostolo. Luogo del suo martirio spirituale il 'confessionale'; le pene se le infliggeva lui per non gravare i poveri peccatori. Maria non aveva sofferto con il Figlio per convertirli? Il Ven. Giovanni Colin (1790-1875) impostò la sua spiritualità nell'imitare lo spirito di umiltà di Maria, nel vivere la vita di Maria nell'abnegazione di sé, nell'unirsi a lei nei suoi misteri profondi, aspirando allo spirito di Maria. Con ardentissima carità per il prossimo, fondò la Società di Maria, i 'Padri Maristi' nel 1816, le Suore Mariste nel 1826, e nel 1850 il Terz'Ordine Marista. Diceva: «Si è veri figli di Maria, se si coltiva il suo sentimento, se si pensa, si giudica, si sente e si agisce come lei. Vivere come Maria che viveva per Gesù, a Nazaret e nella comunità della Chiesa delle origini». Ormai Maria attrae a imitarla in tutti i suoi misteri. Il Beato Marcellino Champagnat (1789-1840), amico e collaboratore del Colin, animato da immensa fiducia in Dio e nella intercessione di Maria, volle operare per l'educazione dei ragazzi, e creò nel1817 la Congregazione del Fratelli Maristi delle Scuole - i 'Piccoli Fratelli di Maria'. - Diceva: «Tutto a Gesù per mezzo di Maria! Tutto a Maria per Gesù! Maria è la nostra Risorsa Ordinaria: ha cura di noi perché è nostra madre, nostra patrona, nostra superiora. Fissate lo sguardo sulla Vergine, prendetela come modello. La vita, gli esempi di Lei sono la prima regola dei Piccoli Fratelli di Maria. La Madonna che, con san Giuseppe, educa Gesù a Nazaret, dev'essere il modello dei Fratelli nel loro apostolato tra i giovani». Spiritualità di semplicità e umiltà. Negli stessi anni il Ven. Guglielmo Giuseppe Chaminade (1761-1850), sentendo Maria come 'appello' al lavoro apostolico con perfezione evangelica, mediante l'imitazione delle virtù attive, fece con lei un 'atto di consacrazione', una 'alleanza' entro l'alleanza con Gesù, perché Maria è nostra Madre spirituale e l'alleanza con lei è tutta fondata nell'Incarnazione e nella Croce. Questa spiritualità diede in eredità alla sua Società di Maria, dei 'Padri Marianisti'. Ad essi affiancò le Suore 'Marianiste'. Il 'Vissuto dei Santi con Maria' è pura aderenza al Vangelo. Sant'Antonio Maria Claret (1807-1870), ardente spirito missionario, liberato da Maria in giovinezza da una forte tentazione, sentì sempre la protezione di lei nella propria azione sacerdotale. Confessò d'essere stato formato personalmente da Maria che lo guidava. «La maternità spirituale di Maria - diceva - è frutto del suo amore: siamo figli del Cuore di Maria!». Fondò i Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, nel 1849, e li lanciò all'apostolato sotto ogni forma a servizio della Chiesa tra i fedeli e infedeli. Sentiva che la propria azione era una missione che Maria compiva in lui. San Giovanni Bosco (1815-1888) sentì sempre d'essere stato 'affidato da Gesù a Maria come Madre e Maestra' e da lei formato e guidato. In quel dono di 'presenza', così straordinario per tanti segni e interventi, intuì di dover imitare Maria e operare fra i giovani con una 'presenza a tu per tu con ciascuno': bisognava amarli come Dio ama, come ama Maria, sempre presenti tra i loro figli. Al di là di titoli e devozioni, egli guardava sempre alla persona viva di Maria operante nel progetto di Dio. E la sua opera inizia all'Immacolata del 1841. La proclamazione di questo dogma nel1854 gli fa sentire in Maria il modello della vita cristiana, la forza educativa e formativa per i giovani. Da quel giorno San Domenico Savio (1842-1857), il 'piccolo, anzi grande gigante dello spirito', come lo disse Pio XI, si consacra tutto a Gesù e a Maria, nel gioioso impegno di portare a Dio i compagni. Così lo guidava a fare Don Bosco, il quale fin dall'inizio aveva genialmente ideato una Società di San Francesco di Sales di sacerdoti e laici, con membri interni ed esterni. Non capito e non maturi i tempi, fondò nel 1859 la Congregazione Salesiana. Con notevoli segni straordinari, nel 1862, Maria si presentò a Don Bosco come aiuto dei Cristiani, della Chiesa e del Papa. A lei - con la collaborazione di Santa Maria Domenica Mazzarello (1837-1881) - Don Bosco innalzò come 'Monumento vivente' l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La sua spiritualità mariana si ampliò ancor più in visuale ecclesiale. Scrisse nel 1868: «Un'esperienza di 18 secoli ci fa vedere in modo luminosissimo che Maria ha continuato dal cielo e col più gran successo la missione di Madre della Chiesa ed Ausiliatrice dei cristiani, che aveva cominciato sulla terra» (Meraviglie ... p. 45). Sino alla fine sentì Maria 'presente' in mezzo ai suoi ragazzi, alle Suore.

10. Maria attrae a collaborare con lei in pienezza nel progetto di Dio
Il nostro secolo, tanto 'mariano' per numerosi eventi e innumerevoli opere è tutto nelle nostre mani, tanto più ora che si avvia al secondo millennio. Sua grande novità nella vita consacrata gli Istituti Secolari, i cui membri vivono i loro voti e la loro missione nel mondo. Il 'vissuto dei Santi' è ora compito nostro. Tutti siamo chiamati alla santità, e ciascuno e ciascuna ha la propria vocazione entro la quale deve viverlo e incarnarlo nell'azione che fa per il progetto del Padre. Il 'fatto ecclesiale' del 'Vissuto dei Santi' ha luci particolari - lo abbiamo veduto - nella Chiesa di Oriente e di Occidente, e lo ha pure entro le Famiglie Religiose che prolungano nei secoli la spiritualità dei loro Fondatori e Fondatrici. Ma queste luci si intrecciano nel cielo della Chiesa e illuminano il nostro cammino personale affinché ciascuno e ciascuna di noi sappia rispondere all'attrattiva particolare con cui Maria ci chiama a seguirla sulle vie del Regno per realizzare il progetto del Padre, come Gesù l'ha dettagliato per noi, con i doni dello Spirito Santo. Maria ha corrisposto perfettissimamente alla sua 'vocazione' così colma di luci. Qualcosa ne viene donato a noi, e come Madre e Maestra, Maria è sollecita perché vi corrispondiamo con generosa intensità, con gioiosa filiale fiducia in lei, che altro non vuole se non portarci a Gesù, e per mezzo di Gesù al Padre nello Spirito Santo che ininterrottamente la sospinge sulle strade di Dio e nostre.

Bibliografia
MEDICA G. M., Insieme con Maria. Il vissuto dei santi: un fatto ecclesiale, in AA. VV. Come collaborare al progetto di Dio con Maria, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1984, pp. 110-132; AA. VV., Come vivere il cammino di fede con Maria, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1990; AA. VV., Il posto di Maria nella nuova evangelizzazione, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1992; AA. VV., Come conoscere oggi Maria, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1984; AA. VV., Come vivere l'impegno cristiano con Maria, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1984; AA. VV., Come collaborare al progetto di Dio con Maria, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1985; AA. VV., Maria Testimone e Serva di Dio-Amore, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 2007; AA. VV., Maria guida sicura in un mondo cha cambia, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 2002; AA. VV., La Vergine Maria nel cammino orante della Chiesa, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 2003.






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