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MARCUCCI FRANCESCO ANTONIO



1. Cenni biografici e opere
Una delle personalità più rappresentative della Chiesa del XVIII secolo, uomo di grande cultura, Francesco Antonio Marcucci visse in un epoca di complessi mutamenti sociali. Nacque il 27 novembre 1717 a Force, nell’entroterra ascolano, in una famiglia nobile e importante, e crebbe nell’affetto dei suoi, acquisendo fin da giovanissimo una profonda religiosità. Frequentò le migliori scuole di Ascoli Piceno: il collegio dei gesuiti, poi gli istituti dei domenicani, dei francescani e dei filippini. Aveva una grande devozione per l’Immacolata e a diciotto anni a Lei consacrò la sua vita sentendo la chiamata al sacerdozio. Unico erede del casato, avviato all’avvocatura, dovette lottare non poco per convincere i genitori ad accettare la propria scelta. All’Oratorio di S. Filippo conobbe padre Giuseppe Sardi (1682-1761) che divenne suo confessore. Da lui assimilò la spiritualità di S. Francesco di Sales. Nel settembre 1738, a soli ventuno anni, ebbe l’ispirazione a fondare una congregazione religiosa in onore dell’Immacolata Concezione, desiderio che poi si avverò. Studiò diverse discipline, in particolare la Sacra Scrittura e la Patristica, sentendo il dovere di istruire il prossimo. Già nel 1740 pubblicò “La vita comune”, ispirata al grande santo di Ginevra, e “Introduzione alla predicazione evangelica”, opera diretta ai sacerdoti per un apostolato concreto. Negli anni a venire, in un’instancabile attività culturale, organizzò inoltre accademie e pubblicò saggi di storia locale. Ordinato prete il 25 febbraio 1741, il Marcucci intraprese da subito un’intensa predicazione di quaresimali ed esercizi spirituali in vari paesi delle Marche e dell’Abruzzo. In quell’anno acquistò, indebitandosi, uno stabile adatto ad ospitare un convento. Nel luglio 1742 Benedetto XIV lo nominò missionario apostolico. Purtroppo non erano tempi tranquilli: la peste serpeggiava nel vicino Abruzzo e gli eserciti austriaci e spagnoli, in Italia a causa della guerra di successione austriaca, accampati lungo le spiagge, saccheggiavano le campagne. Nonostante le sfavorevoli circostanze, dopo tante preghiere, il giorno dell’Immacolata del 1744, il vescovo concesse di erigere la Congregazione che il venerabile Francesco Antonio da anni aveva nel cuore. Nacquero le Pie Operaie dell'Immacolata Concezione (Suore Concezioniste), con la missione di promuovere, attraverso l'istruzione e l'educazione, la dignità della donna. L’anno successivo aprì la prima scuola. Nel 1770 Clemente XIV lo nominò vescovo di Montalto: fu consacrato a Roma, in S. Salvatore in Lauro, la chiesa dei piceni, il 15 agosto 1770, a cinquantadue anni. Il suo episcopato è ricordato fra i più fruttuosi dell'epoca. Dal 1774 al 1786 fu vice gerente, carica in cui profuse energie e generosità. Pio VI nel 1782 lo volle con sé nel viaggio a Vienna. Nel 1797 i francesi invasero lo Stato Pontificio senza alcun rispetto delle cose sacre e il Marcucci divenne un punto di riferimento per alcuni vescovi costretti all’esilio. Afflitto dalla situazione in cui si trovava la Chiesa, trascorse gli ultimi anni di vita ad Ascoli, presso le sue suore, dove morì il 12 luglio 1798 all’età di 81 anni. Nel 1963 si è aperta la causa per la sua beatificazione. Adempiute tutte le fasi relative al processo di beatificazione, presso la Congregazione per le Cause dei Santi, nella Sessione Ordinaria del 12 gennaio 2010, i Padri Cardinali e Vescovi hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse. La domenica delle Palme, 27 marzo 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha promulgato il decreto di venerabilità, ossia il riconoscimento delle virtù eroiche di mons. Francesco Antonio Marcucci dell'Immacolata Concezione. Attualmente è in esame, presso la stessa Congregazione, il “presunto” miracolo.

2. Maria nella vita e nei Sermoni del Venerabile
Mons. Marcucci, fervente innamorato di Maria proprio sotto il titolo di “Immacolata Concezione”, non lasciava infatti passare sotto silenzio nessuna ricorrenza mariana, anzi di ciascuna di esse sapeva approfittare per diffondere il culto e la vera devozione all’Immacolata e questo Egli ha trasmesso alle Sue Figlie, le Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, perché continuassero sul suo esempio. Egli ama essere definito “dell’Immacolata Concezione”. In tutti i suoi scritti ha sempre l’intento di essere di utilità al popolo e di formarlo nella crescita spirituale. È convinto che la conoscenza e la devozione verso la Madonna sia la via maestra per la trasmissione della fede. D’altra parte i suoi Sermoni sono costruiti come le grandi chiese barocche nelle quali la mobilità delle forme e la convergenza verso l’altare esprime il desiderio dell’anima di essere condotta alla devozione attraverso la ricchezza delle citazioni bibliche, la profonda semplicità della riflessione teologica, la dolcezza delle indicazioni ascetiche pratiche e i riferimenti di ordine devozionale. In tutti i discorsi il servo di Dio lascia trasparire l’immagine di Maria impressa nel suo cuore: una Maria biblica che vive il mistero di Cristo con atteggiamento di fede sia nella sofferenza che nella gioia, ma anche una Maria vivente che assunta in cielo non depone la sua missione di salvezza. Il Marcucci non nasconde la sua pietà e intensa devozione verso la Madre di Cristo, divenuta nostra Madre, e a lei dirige anche numerose preghiere. 

3. La predicazione "mariana" del Venerabile
I Sermoni dedicati alla Vergine dal Venerabile Marcucci, sono come uno scrigno contenente espressioni di culto e di dottrina concernente la Madre di Gesù da parte di un testimone convinto e di un maestro illuminato e rappresentano per la Chiesa un arricchimento e uno sprone. Le caratteristiche essenziali dei Sermini del Venerabile sono:
a) CARATTERE LITURGICO
 Si tratta di una vita ritmata dalle feste liturgiche mariane mediante le quali la parola di Dio s’inserisce nella quotidianità. Il Marcucci valorizza le ricorrenze dedicate a Maria dall’Aspettazione del parto, alla natività, al Nome di Maria, all’annunciazione, alla visitazione, alla purificazione, all’Addolorata e all’Assunta, dedicando ad ognuna di esse un’omelia appositamente composta, includente un riferimento concreto all’impegno cristiano. Anche se I Sermoni contengono riferimenti di ordine devozionale, come l’indossare l’abitino del Carmine o quello ceruleo dell’Immacolata, la loro stragrande maggioranza riguarda la liturgia, segno del primato attribuita a questa nella prassi della vita devota del settecento ascolano. In tale contesto si spiega la sequenza di Sermoncini abbozzati sopra la sacra liturgia della santa messa recitati nei sabati (16 novembre 1753 - 14 settembre 1754), in cui mons. Marcucci svolge una catechesi accurata sia circa l’Istituzione ed i Misteri della S. Messa, e il modo devoto di parteciparvi, sia circa il significato degli abiti sacerdotali delle varie parti della Messa: dal Gloria in excelsis Deo, all’epistola, al vangelo, al Credo... fino al prefazio.
b) ISPIRAZIONE BIBLICA
Nelle feste mariane, dovendo commentare gli eventi biblici o misteri di Cristo in cui è presente Maria, il Marcucci mette a diretto contatto con la Parola di Dio e con i suoi contenuti vitali e storico-salvifici. Così egli snoda dinanzi ai nostri occhi i brani evangelici proclamati nelle varie celebrazioni in onore di Maria, con un’esegesi analitica ed insieme sintetica, cioè fedele al testo e nello stesso tempo ricca di risonanze dell’Antico e del Nuovo Testamento. Insomma un’esegesi unitaria e spirituale basata sull’unicità dell’autore divino di tutti i testi ispirati. La sua esegesi è certamente inculturata ed espressa nel linguaggio allora corrente. Similmente il Marcucci, al contrario di certi presbiteri che fanno l’omelia all’insegna dell’improvvisazione, prepara e struttura i suoi discorsi secondo le norme dell’oratoria che prevedono il prologo, le varie parti e l’epilogo. Al di là della struttura colpisce la formazione teologica dell’autore che presenta Maria non già come una monade chiusa in se stessa, ma come una persona in relazione con la Trinità e con le singole persone divine. Egli la saluta: Ave figlia di Dio Padre, ave Madre di Dio Figlio, ave Sposa dello Spirito Santo, ave o Tempio della SS.ma Trinità. E non manca di rimandare al Magnificat per lodare Dio unitrino con Maria.
c) POESIA E DRAMMATIZZAZIONE
Infine il Marcucci non disdegna le composizioni poetiche e drammatiche ma le utilizza a lode della Vergine. In questo egli s’inserisce in una tradizione ascolana collaudata almeno da un secolo: Le celebrazioni delle ricorrenze mariane offrivano spesso pretesto per pubblicazioni di carattere poetico-devozionale, quali la Publica supplicatio di Giuseppe Lenti, edita nel 1621, la raccolta di Tullio Lazzari, pubblicata a Macerata nel 1698, e gli Affetti di compunzione di Angelo M. Lenti, stampata a Fermo nel 1692, dove troviamo una composizione dal significativo titolo Imperatrice del Cielo, e Regina Immacolata degli Angioli, nella quale viene esaltato l’«Illibato Mistero». In questa scia di utilizzazione della poesia non sorprende il fatto che il Venerabile abbia usato un Volgarizzamento Poetico dell’Ave Maris Stella (1746), un Dialogo sopra l’apparizione del Redentore risorto alla sua SS.ma Madre (1772), un Dialogo della Santa Casa di Loreto, tra Timesia, Filomata e Critesio (1772) e infine un Dialoghetto in quattro Educande per la Festa della Presentazione di Maria (21 novembre 1786). Sono componimenti che destano il desiderio di conoscerli, per ammirare la fantasia inventiva del Marcucci e il messaggio sempre vitale che contengono.

Bibliografia
MARCUCCI F. A., Sermoni per le Feste Mariane (1746-1789) a cura di Suor Maria Paola Giobbi, Istituto Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, Roma 2008; ID., Sermoni per il Triduo e per la Festa dell'Immacolata Concezione (1739-1786), a cura di Suor M. Paola Giobbi, I.T.E., Venezia 2004; GIOBBI M. P., Venerabile Francesco Antonio Marcucci. Educatore alla scuola di Maria, Elledici-Velar, Gorle 2011; CIANCOTTI A., Francesco Antonio Marcucci (1717-1798), Erudito Prete, Teologo, Vescovo, Fondatore ed Educatore, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2014; BOLOGNINI D., Venerabile Francesco Antonio Marcucci Vescovo sul sito Santi e Beati






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