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ALBANIA


1. La nazione albanese
Sulla nazione albanese, e in particolare sulla sua vita religiosa dall'immediato dopoguerra (l'epoca in cui il partito comunista prese il potere), fino ai primi segni di distensione politica nel 1990, rimase a lungo calata una fitta cortina di silenzio che contribuì a farne lo Stato europeo più sconosciuto e misterioso. Le misure repressive del partito-stato, ufficialmente ateo, si erano inasprite nel 1967, fino a giungere a una soppressione sistematica di tutti i luoghi di culto (cattolici, ortodossi e musulmani), poi adibiti ad altri usi, e alla proibizione di ogni forma di culto, anche privata. Attualmente in Albania, con il ritorno della libertà religiosa, sono stati ripristinati i santuari mariani del passato, ma la Chiesa, sia cattolica, sia ortodossa, non si è ancora del tutto riorganizzata.

2. Le lotte contro i turchi e l'Icona dell'Odigitria
Lungo i secoli l'Albania ha sempre oscillato fra l'influenza cattolica di Roma e quella ortodossa di Bisanzio, con la prevalenza tuttavia di quest'ultima. Nel Nord però, soprattutto nella zona di Scutari, il cattolicesimo ha avuto un maggiore seguito, ed è attorno a quest'area che si sono verificati gli eventi più significativi in campo mariano. L'Albania ha vissuto il momento più drammatico della sua storia nella seconda metà del 1400, quando il territorio fu invaso dai turchi. Per decenni gli eserciti turchi furono validamente contrastati dal leggendario condottiero Giorgio Kastriota Scànderbeg. Egli era devotissimo alla Vergine e nei momenti particolarmente difficili passava notti intere in preghiera nella chiesa di Santa Maria, una piccola costruzione gotica che sorge tuttora a Vau i Dejes, a pochi chilometri da Scutari. Questo atteggiamento del Kastriota ben riflette il clima di fede che regnava nella popolazione al tempo dello scontro con i turchi. Morto il grande condottiero nel 1468, le armate musulmane dilagarono nel Paese, rimasto praticamente indifeso. Molti albanesi preferirono emigrare, piuttosto che sottomettersi all'invasore. Numerosi gruppi si stabilirono nell'Italia meridionale, con la quale già da secoli avevano frequenti rapporti sia politici che culturali, e ancora oggi le colonie albanesi in Italia mantengono la loro lingua, i costumi e il rito greco-bizantino. Il gruppo più numeroso, guidato dallo stesso figlio del Kastriota, si stabilì in una località montagnosa della provincia di Palermo, dando origine alla cittadina di Piana degli Albanesi. I profughi, in procinto di partire dovettero lasciare tutti i loro beni in mano ai turchi, ma riuscirono ad ottenere di portare con sé l'icona dell'Odigitria, tutt'ora veneratissima a Piana degli Albanesi. Poco si sa dell'origine di tale immagine: probabilmente era venerata in una località del Sud dell'Albania e doveva costituire una specie di "palladio" nazionale. Numerose altre immagini mariane sono venerate nei centri albanesi dell'Italia del Sud e spesso portano il nome di «Madonna di Costantinopoli».

3. Da Scutari la Madonna del Buon Consiglio
In una chiesa mariana, anch'essa legata al ricordo di Scànderbeg e che doveva sorgere ai piedi della fortezza di Scutari, si venerava un bell'affresco della Beata Vergine con il Bambino, di scuola italiana. Nel 1468 questa immagine sparì per ricomparire a Genazzano (Roma) sul muro esterno della chiesa degli agostiniani. La tradizione vuole che tale affresco abbia "seguito" due profughi albanesi, che di fatto si stabilirono a Genazzano. Questo affresco, la cui presenza e la cui conservazione costituiscono fonte di interrogativi tuttora irrisolti, ha dato luogo al celebre santuario della Madonna del Buon Consiglio. La popolazione cristiana rimasta in Albania, lasciata praticamente a se stessa, fu assorbita in buona parte dall'islamismo. La situazione migliorò nel corso del 1800: memorabile è rimasta la processione fatta dal clero e dai cattolici di Scutari all'indomani della proclamazione del dogma dell'Immacolata (1854): anche se le manifestazioni religiose erano severamente vietate al cristiani, in quell'occasione la polizia turca non osò intervenire. La Beata Vergine del Buon Consiglio è sempre rimasta profondamente impressa nell'animo degli albanesi: nel 1895 fu proclamata patrona della nazione; inoltre, all'inizio del nostro secolo, sullo stesso sito in cui sorgeva a Scutari la chiesa della Madonna del Buon Consiglio, fu eretto un nuovo santuario mariano, che divenne veneratissimo dai cattolici albanesi. Esso purtroppo seguì la stessa sorte della costruzione precedente che fu abbattuta nel dopoguerra dalle autorità comuniste. I pellegrinaggi a Genazzano, sia degli albanesi d'Italia che di quelli della madrepatria, erano caratterizzati da una struggente nostalgia; il ritornello del loro canto dice: «Torna presto, o Madre pia, / torna presto in Albania».

4. La Madonna e le persecuzioni
Questo profondo attaccamento alla Vergine, venerata sotto il nome di Vergine del Buon Consiglio, contribuì certamente a fortificare gli animi dei cattolici albanesi perseguitati dal regime comunista; particolare impressione suscitò l'atteggiamento del gruppo delle Figlie di Maria di Scutari, malmenate pubblicamente per non aver voluto togliersi il distintivo dell'associazione. Una seconda ondata di persecuzione si scatenò dopo il 1976, quando nella nuova costituzione venne proscritta ogni forma di religione, per cui l'Albania si vantava di essere "il primo Stato ateo del mondo". Si tentò di sradicare dal suolo albanese e dagli stessi cuori ogni segno religioso, fino a distruggere le croci nei cimiteri. Ci furono nuovi martiri e le espressioni di fede divennero possibili solo nella più assoluta clandestinità, sotto la costante minaccia delle delazioni e delle violenze da parte della polizia e degli "attivisti". Ai sacerdoti (uccisi o in prigione), si sostituirono gli "anziani" per guidare le riunioni di preghiera, battezzare i bambini, benedire i matrimoni.
La preghiera del rosario rimase quella più diffusa, spesso l'unica possibile. E tale preghiera era specialmente rivolta alla Madonna del Buon Consiglio, alla cui intercessione si raccomandavano le sorti dell'Albania. Appena caduto il comunismo e liberati i pochi sacerdoti rimasti in vita, le prime messe che si celebrarono, nei cimiteri, furono di ringraziamento alla Madonna del Buon Consiglio per il ritorno della libertà. Grande gioia ha suscitato la restituzione a Scutari sia del santuario mariano che della cattedrale, anch'essa dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, ma erano così mal ridotti che per riaprirli al culto hanno richiesto radicali restauri.

Bibliografia
MARCUCCI D., Santuari mariani d'Europa. Storia, fede, arte, San Paolo, Cinisello Balsamo 1993, pp. 9-11; FACCENDA L., Sempre mi troverai. Nei Santuari mariani ho incontrato la Madre, Edizioni dell'Immacolata, Borgonovo di Pontecchio Marconi 1993; BENAZZI N. (Ed), Santuari d'Europa, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014;  SAGGIORATO B. A., La Madonna nel mondo con i più celebri santuari mariani, Edizioni Carroccio, Terraglione di Vigodarzere 1986; LAEPPLE A., Deutschland, deine Wallfahrtsorte, Pattloch Verlag, Aschaffenburg 1983; FRANIA R., Maria, Mutter der Voelker, Pattloch Verlag, Aschaffenburg 1985.

VEDI ANCHE
- MADONNA DEL BUON CONSIGLIO






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