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MISTERO PASQUALE


1. Presenza di Maria in tutti i misteri di Cristo e nel culto della Chiesa
Tra i tanti meriti di San Giovanni Paolo II, vi è anche quello di aver rinsaldato e accordato, alla luce degli insegnamenti del concilio Vaticano II e di Paolo VI, la pietà mariana nell'alveo dell'unico culto cristiano, specialmente liturgico. Egli ha ridato, con motivazioni e strumenti diversi, maggiore attenzione e visibilità alla presenza della Vergine Maria nel complesso delle celebrazioni liturgiche e popolari del mistero pasquale del Signore. La Lumen gentium - la costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II - nel capitolo dedicato a Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa, alla luce della stessa Scrittura, ha autorevolmente insegnato e sottolineato un fatto indubitabile che appare nei Vangeli: la Vergine significativamente non è stata assente in nessuno dei momenti decisivi e strategici, che hanno concretato l'evento storico e il ministero messianico di Gesù. Infatti, ella è stata presente:
- nell'incarnazione redentrice, quando la Vergine per mezzo del suo ministero materno fu associata al fiat del Verbo al Padre rendendo disponibile liberamente, totalmente e consapevolmente tutta se stessa per essere, per tutti i suoi fratelli e sorelle in Adamo, la tenda dello Spirito e il segno luminoso di un'umanità gratificata e riconciliata dal e col Signore;
- agli albori del ministero pubblico, quando la Madre e Serva del Signore invitata alle nozze (simbolo della Nuova Alleanza ed epifania messianica di Gesù) provocò e additò nella persona del Figlio il Messia atteso;
- nel sacrificio pasquale e salvifico dell'Agnello di Dio, dove Gesù stesso condivise coi suoi discepoli anche il dono della Madre. Da quell'ora, la maternità salvifica e spirituale di Maria si estende da Cristo all'intera Chiesa, e questo non per scelta dei cristiani ma per esplicita volontà del Signore;
- nella Pentecoste della Chiesa quando la Madre del Risorto fu scorta con gli apostoli nella Chiesa e con la Chiesa di Gerusalemme, in attesa orante dello Spirito promesso dal Crocifisso asceso presso il Padre. Il dono dello Spirito ufficializza l'atto di nascita della Chiesa. In essa confluiscono reminiscenze della genesi d'Israele, come popolo dell'Alleanza al Sinai, e anche della genesi del Figlio dell'Altissimo a opera del Paraclito. Dal giorno di Pentecoste la Madre di Gesù non ha smesso di esser presente nella preghiera ai discepoli del Signore.
Accogliere il Dio trinitario di Cristo significa, per volontà stessa di Gesù, accogliere nella propria esperienza credente, spirituale e liturgica anche Santa Maria. La riforma seguita al Concilio ha riguardato anche la celebrazione liturgica e devozionale di Santa Maria, cioè il cosiddetto "culto mariano", elemento qualificante la fede, gli atteggiamenti di fede e la celebrazione della fede del popolo cristiano. Infatti, la Madre del Figlio di Dio ha sempre occupato un posto di tutto rilievo nelle liturgie cristiane d'Oriente e d'Occidente. La riforma ha poi richiamato l'attenzione di teologi e liturgisti sul fatto globale della presenza della Madre di Cristo come dato gravido di conseguenze d'ordine pastorale, spirituale, e, non ultimo, ecumenico.

2. Maria e la risurrezione del Signore
Un tema poco approfondito è quello della presenza della Vergine nell'evento della risurrezione e delle correlative apparizioni del Signore risorto; di solito, per le chiare referenze evangeliche, ci si sofferma sul mistero della Madre ai piedi della Croce. Circostanza che ha portato gradualmente a un notevole incremento di tale memoria nella liturgia ecclesiale e nella pietà popolare. Per cui da più parti, specie dopo la riforma liturgica postconciliare, s'è avvertita la necessità di approfondire la presenza-partecipazione di Maria a tutto il mistero pasquale, appurando, per quanto è possibile, la fondatezza o la verosimiglianza del presunto incontro del Signore risorto con sua Madre. Sulla base di ciò Giovanni Paolo II nella catechesi di mercoledì 21 maggio 1997, ha asserito che presente "sul Calvario durante il Venerdì Santo e nel Cenacolo a Pentecoste, la Vergine Santissima è probabilmente stata testimone privilegiata anche della risurrezione di Cristo, completando in tal modo la sua partecipazione a tutti i momenti essenziali del Mistero pasquale. Accogliendo Gesù risorto, Maria è inoltre segno ed anticipazione dell'umanità, che spera nel raggiungimento della sua piena realizzazione mediante la risurrezione dai morti". Giovanni Paolo II nella stessa catechesi ha riportato alla memoria dei fedeli un'antica e quasi dimenticata tradizione patristica circa una probabile apparizione del Risorto alla Madre; episodio evidentemente sconosciuto alla Bibbia. Infatti, ha osservato Papa Wojtyla, "i Vangeli riportano diverse apparizioni del Risorto, ma non l'incontro di Gesù con sua Madre. Questo silenzio non deve portare a concludere che dopo la Risurrezione Cristo non sia apparso a Maria; ci invita invece a ricercare i motivi di una tale scelta da parte degli evangelisti. Ipotizzando una "omissione", essa potrebbe essere attribuita al fatto che quanto è necessario per la nostra conoscenza salvifica è affidato alla parola di "testimoni prescelti da Dio", cioè agli Apostoli, i quali "con grande forza" hanno reso testimonianza della risurrezione del Signore Gesù". Prima che a loro, Gesù Risorto è apparso ad alcune donne fedeli a motivo della loro funzione ecclesiale: "Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno" (Matteo, 28,10); come anche, come testimonia san Paolo, era apparso "a più di cinquecento fratelli in una sola volta" (Prima Lettera ai Corinzi, 15, 6). A questo punto Giovanni Paolo II ha proposto un'interessante osservazione sul possibile perché del "silenzio" dei Vangeli sulla presunta apparizione del Risorto alla Madre: "Se gli autori del Nuovo Testamento non parlano dell'incontro della Madre con il Figlio risorto, ciò è, forse, attribuibile al fatto che una simile testimonianza avrebbe potuto essere considerata, da parte di coloro che negavano la risurrezione del Signore, troppo interessata, e quindi non degna di fede (...) La Vergine, presente nella prima comunità dei discepoli, come potrebbe essere stata esclusa dal numero di coloro che hanno incontrato il suo divin Figlio risuscitato dai morti?". Papa Wojtyla ha esposto così le sue non peregrine "ragioni" sul perché riteneva probabile che Maria sia stata la prima persona a ricevere l'apparizione del Risorto: "È anzi legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso. L'assenza di Maria dal gruppo delle donne che all'alba si reca al sepolcro, non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella aveva già incontrato Gesù? Questa deduzione troverebbe conferma anche nel dato che le prime testimoni della risurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce, e quindi più salde nella fede. Ad una di loro, Maria Maddalena, infatti, il Risorto affida il messaggio da trasmettere agli Apostoli. Anche questo elemento consente forse di pensare a Gesù che si mostra prima a sua Madre, Colei che è rimasta la più fedele e nella prova ha conservato integra la fede". Questa tradizione risale a epoca remota; essa è documentata almeno dal IV secolo e conta numerose voci di Padri e Scrittori ecclesiastici soprattutto in Oriente, ma anche in Occidente.

3. Maria nella celebrazione del mistero pasquale
In che modo Maria è presente nella celebrazione del mistero pasquale? Possiamo dire che, sottoponendo la liturgia quaresimale-pasquale a una lente d'ingrandimento, qualche elemento mariano si trova, anche se è decisamente troppo poco. Comunque, qualcosa c'è! Pertanto, se da una parte è doveroso formulare il voto che quanto prima nella liturgia romana del ciclo pasquale venga esplicitata — seppure in modo discreto e sapiente — la partecipazione della Madre alla passione-risurrezione del Figlio, dall'altra si deve far tesoro e si deve porre particolare attenzione a quello che già c'è: chi è in sintonia con la nuova teologia mariana, la quale pone l'accento sia sulla presenza di Maria nel mistero dell'incarnazione sia sulla sua presenza nel mistero della redenzione, non può non vibrare interiormente, imbattendosi durante la liturgia pasquale negli elementi mariani ora ricordati. Infine, a riguardo di certe lacune qua e là notate circa un'adeguata presenza della Madre nella celebrazione dei misteri del Figlio (non direttamente menzionata dai formulari liturgici), si deve ricordare che di recente la Congregazione per il culto divino ha proposto - sia pure ad libitum - una abbondante «Raccolta di messe della beata vergine Maria» (Colléctio missarum de beata Maria virgine), promulgata - per mandato di Giovanni Paolo II - il 15 agosto 1986: essa denota insieme i vuoti esistenti e la possibilità di porvi rimedio. Infatti, benché si tratti di un sussidio liturgico che lascia intatti i libri ufficiali della chiesa in proposito e nulla cambi nell'ordinamento dell'anno liturgico, è opportuno notare come la Collectio, proponendo una vasta scelta di formulari di messe in onore della beata vergine Maria, si ispiri fondamentalmente alla struttura dell'anno liturgico per proporre nuove formule eucologiche che sottolineano ovviamente la doverosa presenza di Maria nel cammino della chiesa, che celebra nell'anni circulus il mistero di Cristo e la storia della salvezza. Cosi, ad esempio:
— il tempo di Quaresima è stato segnato dalla presenza di formulari mariani che presentano prima di tutto Maria come discepola del Signore nel tempo in cui la chiesa intraprende il cammino con Gesù verso la Pasqua e si dedica specialmente all'ascolto della Parola. Lo stesso si dica del formulario che presenta Maria come Madre della riconciliazione. E sono rimasti, secondo l'intuizione antica della pietà popolare, i formulari che celebrano la presenza di Maria ai piedi della croce, come preparazione con Maria alla celebrazione del mistero pasquale, specialmente per le ultime settimane di Quaresima.
— Per il tempo pasquale sono stati opportunamente proposti alcuni formulari che presentano Maria nella risurrezione del Signore e nell'attesa del cenacolo; ed insieme altri che ricordano nel tempo della «mistagogia ecclesiale» il rapporto fra Maria e i sacramenti dell'iniziazione cristiana, i sacramenti pasquali, ed il rapporto strettissimo di Maria con la chiesa apostolica della pentecoste, valorizzando il titolo delle litanie lauretane: Regina degli apostoli.
Ovviamente molto più numerosi sono i formulari proposti per il tempo ordinario che offre anche molti più spazi celebrativi. In una ricca proposta vengono illustrati i titoli di Maria che sono legati a titoli scritturistici e alla collaborazione della Vergine nella vita di grazia dei fedeli, la sua protezione e misericordia verso i suoi figli nella chiesa e finalmente quelli che segnano il senso del cammino progressivo della vita cristiana nella vita teologale e nella speranza escatologica.

4. Presenza di Maria nel Triduo Pasquale
a) Venerdì santo
Il Direttorio su pietà popolare e liturgia. Principi e orientamenti del 2002 (d’ora in avanti DPPL) della Sacra congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, per il venerdì santo ricorda: «Per la sua importanza dottrinale e pastorale, si raccomanda di non trascurare la "memoria dei dolori della beata Vergine Maria"» (n. 145). Difatti In preghiera con Maria la Madre di Gesù. Sussidio per le celebrazioni dell’Anno mariano 1987-1988 (d’ora in poi citato come IPCM), a cura del Comitato nazionale per l’Anno Mariano 1987/88 (Città del Vaticano 1987), suggerisce che, terminata l’adorazione della croce, davanti all’icona mariana «può aver luogo nella stessa "Celebrazione della Passione del Signore" una sobria memoria della presenza della Vergine e del discepolo presso la croce» (p.77). Dalla comprensione della maternità di Maria presso la croce, «la pietà popolare», prosegue il Direttorio, «ha dato vita a vari esercizi verso la Madre addolorata, tra cui sono da ricordare:
1) il Planctus Mariae, intensa espressione di dolore [...] in cui la Vergine piange non solo la morte del Figlio, innocente e santo, il sommo suo bene, ma anche lo smarrimento del suo popolo e il peccato dell’umanità;
2) l’Ora della Desolata, nella quale i fedeli, con espressioni di commossa devozione, "fanno compagnia" alla Madre del Signore, rimasta sola, immersa in un profondo dolore, dopo la morte del suo unico Figlio; essi, contemplando la Vergine con il Figlio sul grembo – la Pietà –, comprendono che in Maria si concentra il dolore dell’universo per la morte di Cristo; in lei essi vedono la personificazione di tutte le madri che, lungo la storia, hanno pianto la morte di un figlio. Tale pio esercizio [...] non dovrà limitarsi tuttavia ad esprimere il sentimento umano davanti a una madre desolata, ma nella fede della risurrezione, saprà aiutare a comprendere la grandezza dell’amore redentore di Cristo e la partecipazione ad esso della sua Madre» (DPPL 145).
Tra le varie processioni che si svolgono in Italia il venerdì santo, citiamo quella di Riesi (Caltanissetta), dove si evidenzia che la Madre segue il Figlio fin sul Calvario. La mattina del venerdì santo escono le statue di Gesù e di san Giovanni apostolo per rappresentare il tradimento di Giuda e l’arresto di Gesù. Verso le due del pomeriggio escono pure le statue di Gesù e di sua Madre che, dopo vari gesti di reciproca ricerca, si incontrano, mentre i portatori si inginocchiano per permettere alla Madre di baciare la mano del Figlio con un inchino. Poi le statue del Figlio e della Madre si incamminano su una collinetta, simbolo del Calvario, luogo della crocifissione.
b) Sabato santo
Il Direttorio puntualizza: «Mentre il corpo del Figlio riposa nel sepolcro e la sua anima è scesa negli inferi per annunciare ai suoi antenati l’imminente liberazione dalla regione dell’ombra, la Vergine, anticipando e impersonando la Chiesa, attende piena di fede la vittoria del Figlio sulla morte» (n. 147). La Vergine, che sosta presso il sepolcro del Figlio, è icona della Chiesa che veglia presso la tomba del suo Sposo in attesa di celebrarne la risurrezione (cf DPPL 147). La Lettera circolare della Congregazione per il culto divino Preparazione e celebrazione delle feste pasquali (1988), per la mattina del sabato santo, contempla:
1) la possibilità della «venerazione dell’immagine della beata Maria Vergine Addolorata» (n. 74);
2) la celebrazione dell’Ora della Madre, quale preludio della veglia pasquale (in IPCM, pp. 280-300). Il sabato santo è l’Ora della Madre: Ora in cui la Figlia di Sion e Madre della Chiesa visse la prova suprema della fede: credette contro ogni evidenza, sperò contro ogni speranza.
c) Veglia pasquale e giorno di Pasqua
«La pietà popolare ha intuito che l’associazione del Figlio alla Madre è costante: nell’ora del dolore e della morte, nell’ora del gaudio e della risurrezione» (DPPL 149). Da qui i pii esercizi:
1) Il saluto pasquale del Risorto alla Madre: «Al termine della veglia pasquale o dopo i secondi vespri della domenica di Pasqua, si compie un breve pio esercizio: si benedicono dei fiori, che saranno distribuiti ai fedeli in segno di gioia pasquale, e si rende omaggio all’immagine dell’Addolorata, che talora viene incoronata, mentre si canta il Regina caeli. I fedeli, che si erano associati al dolore della Vergine per la passione del Figlio, vogliono così rallegrarsi con lei per l’evento della risurrezione» (DPPL 151).
2) La mattina di Pasqua: «L’affermazione liturgica, secondo cui Dio ha riempito di gioia la Vergine nella risurrezione del Figlio, è stata, per così dire, tradotta e quasi rappresentata dalla pietà popolare nel pio esercizio dell’Incontro della Madre con il Figlio risorto: la mattina di Pasqua due cortei, l’uno recante l’immagine della Madre Addolorata, l’altro quella del Cristo risorto, si incontrano per significare che la Vergine fu la prima e piena partecipe del mistero della risurrezione del Figlio» (DPPL 149).
3) È bene ripetere il saluto pasquale alla Madre del Risorto «con particolare solennità [...] o ai vespri o dopo la messa vespertina» (cf IPCM, p. 77).
A Sulmona, in Abruzzo (e in altre zone d’Italia), la mattina di Pasqua ha luogo il rito della "Madonna che scappa", che corre incontro a Cristo risorto. Quando la statua della Vergine viene sollevata in alto, è segno che la Madre ha visto il Figlio risorto e comincia a corrergli incontro. Nella corsa cadono i segni del lutto: il manto nero dell’Addolorata e il fazzoletto bianco che tiene in mano per asciugarsi le lacrime. Ora la statua della Vergine appare in una splendida veste verde, con una rosa rossa in mano, e nello stesso tempo si alzano in volo dodici colombi bianchi, simbolo dei dodici apostoli. Le campane suonano a festa e il corteo si compone con Cristo e la Madre in testa, e gli apostoli dietro.
A Enna, nel cuore della Sicilia, il pomeriggio del giorno di Pasqua ha luogo il rito detto "a paci", la pace, in memoria della riconciliazione che avveniva un tempo fra nobili e plebe a Pasqua. Dai quartieri poveri saliva la statua della Vergine, dai quartieri ricchi saliva la statua di Cristo risorto, e si incontravano nel quartiere alto, dove la plebe, nel resto dell’anno, non poteva entrare. La processione, presenziata dai membri delle Confraternite di San Salvatore e dell’Addolorata, procede a passo lento e cadenzato, fino a quando, davanti alla porta santa del duomo della città, Gesù e sua Madre si vedono e, come un figlio e una madre che non speravano più di potersi riabbracciare, si corrono incontro. Lo stesso rito, incontro della Madre con il Figlio risorto, avviene in alcune regioni, specialmente italiane e spagnole, nel pomeriggio di Pasqua o nei giorni immediatamente successivi.
Nel tempo pasquale è prevista la Via lucis, come seguito e culmine della Via crucis (cf DPPL 153). Se nella Via crucis la Madre accompagnava il fedele a seguire il Figlio nella sofferenza, ora lo invita alla gioia della risurrezione. E al posto della Via Matris dolorosae è prevista la Paschalis Via Matris.

5. Accogliere Maria Madre nel Triduo pasquale di Cristo
Il Triduo pasquale di Cristo culmina nella risurrezione e nel dono dello Spirito, divenendo inizio della vita pasquale dei discepoli. Per Origene, se il battezzato non accoglie Maria come Madre, non capisce Cristo: «Le primizie di tutte le Scritture sono i vangeli, e le primizie dei vangeli sono il vangelo che Giovanni ci ha trasmesso. Il significato di questo vangelo non lo può comprendere chi non ha riposato sul petto di Gesù, e chi non ha ricevuto da Gesù Maria come Madre» (In Ev. Ioh., praef.n). Origene diceva anche: chi dovesse dimenticare la Vergine Madre del Salvatore, non possederebbe una fede integrale. Inoltre Maria ha un solo Figlio: quello partorito a Betlemme e quello vivente nei discepoli, dei quali ella è Madre, se in loro vive il suo Figlio primogenito. Pio XII, nel delineare Maria Madre del Corpo mistico di Cristo, scrive: «Colei che quanto al corpo era la Madre del nostro Capo, poté divenire, quanto allo spirito, Madre di tutte le sue membra, con nuovo titolo di dolore e di gloria» (Mystici corporis). Benedetto XVI specifica: «Dalla Croce ricevesti una nuova missione. A partire dalla Croce diventasti madre in una maniera nuova: madre di tutti coloro che vogliono credere nel tuo Figlio Gesù e seguirlo... La gioia della risurrezione ha toccato il tuo cuore e ti ha unito in modo nuovo ai discepoli, destinati a diventare famiglia di Gesù mediante la fede. Così tu fosti in mezzo alla comunità dei credenti, che nei giorni dopo l'Ascensione pregavano unanimemente per il dono dello Spirito Santo (cfr At 1,14) e lo ricevettero nel giorno di Pentecoste» (Spe salvi 50).

Bibliografia
PERRELLA S. M., Maria, nel mistero pasquale, in L'Osservatore Romano del 9 aprile 2009; BRAMBILLA W., L'antifona mariana Regina Caeli, in Santa Maria "Regina Martyrum" XIV (2012) n. 1., pp. 45-47; GASPARI S., La presenza di Maria nel Triduo Pasquale, in Madre di Dio, n. 4 aprile 2008; ID., Discepoli con Maria presso la Croce, Loreto 2008; SERRA A., Dimensioni mariane del mistero pasquale, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1995, pp. 7-11; SARTOR D. M., Ciclo di Pasqua: una presenza mariana da perfezionare in ID., Le feste della Madonna. Note storiche e liturgiche per una celebrazione partecipata, EDB, Bologna 1987, pp.29-35; CASTELLANO CERVERA J., L'Anno liturgico. Memoriale di Cristo e mistagogia della Chiesa con Maria Madre di Gesù, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1991, pp.65-66; 113-114; 125-127; G. GHARIB, Le Icone festive della Chiesa ortodossa, Milano 1985; GUARDINI R., La Madre del Signore. Una lettera, Brescia 1989.






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