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MORALE CRISTIANA


Nella vita e nella riflessione teologica ecclesiale, ma anche nell'esperienza universale delle società contemporanee, incontriamo una appassionata ricerca sul discorso morale, come ricerca sul senso dell'esistenza umana, sui valori che la rendono degna dell'uomo e sulle scelte che si impongono per costruire un mondo più vivibile. Sono i problemi della pace e della guerra, della solidarietà e della giustizia, della vita e dell'amore, dell'onestà e della libertà ... che si ripropongono sulle prime pagine dei giornali, nelle conversazioni e discussioni della gente comune, nei dibattiti tra ricercatori e studiosi. Ne derivano alcune constatazioni, che si trasformano immediatamente in appelli alla nostra sensibilità cristiana.

1. Centralità della «questione morale»
Oggi ci rendiamo conto, più che nel passato, della responsabilità delle scelte che stanno all'origine dei cambiamenti sociali, delle svolte politiche, delle trasformazioni culturali. Il mondo in cui viviamo l'hanno costruito e lo modificano, nel bene e nel male, una serie di scelte di cui gli uomini sono responsabili. I problemi più scottanti che toccano la vita individuale e sociale coinvolgono la responsabilità della coscienza personale e collettiva, nella ricerca costante di un orientamento tra il bene e il male, tra ciò che sviluppa la dignità della persona e ciò che la mortifica, tra il bene comune e gli interessi di parte, tra solidarietà ed egoismo. Dai problemi settoriali che si riferiscono ai vari aspetti dell'esperienza umana (sessualità e amore, famiglia e educazione dei figli, vita economica e politica, relazioni tra i vari soggetti sociali e rapporti internazionali) si risale inevitabilmente all'interrogativo fondamentale sul senso del vivere e sui valori che lo realizzano, ci si imbatte nella questione morale come questione del senso.

2. Morale laica e morale Cristiana

In questi ultimi anni l'interesse per il discorso morale non è più esclusivo degli ambienti religiosi, ma si è diffuso anche negli ambienti laici, che sono alla ricerca di formulazioni etiche che siano impegnative, prescindendo dal riferimento a Dio. Questo estendersi della riflessione sul morale è senz'altro un segno dei tempi per la nostra epoca, che richiede una nuova cultura della responsabilità, se si vuole avanzare verso il futuro con una rinnovata e autentica qualità della vita. Al di là dei risultati di questi tentativi, resta il fatto positivo di un ripensamento dell'istanza morale in un contesto secolarizzato, che subisce la sfida di atteggiamenti e di comportamenti a-morali.

3. Morale cristiana e cultura

a) È il problema centrale della evangelizzazione oggi. Se in regime di cristianità la socializzazione cristiana operava spontaneamente anche nell'ambito delle scelte morali, oggi sono indispensabili delle scelte personali più consapevoli, che spesso risultano controcorrente. Il pluralismo delle proposte etiche, le differenti opzioni nella gerarchia dei valori, le varie interpretazioni dello stesso valore fondamentale della persona umana interpellano la comunità cristiana, che non può estraniarsi in uno splendido o sdegnoso isolamento, se vuole essere coerente con la propria vocazione di essere «Sacramento universale di salvezza» (LG 48), cioè «sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano» (LG 1). La proposta morale cristiana esige una nuova inculturazione, perché nuova è la cultura vissuta ed espressa dai nostri contemporanei. È un compito ineludibile ed allo stesso tempo difficile, perché si tratta di riesprimere il messaggio evangelico, con le sue esigenze morali, a partire dalle strutture proprie della cultura odierna, che si presenta complessa e frammentata, sanandola ed elevandola. Per la Chiesa c'è l'impegno «di raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell'umanità, che sono in contrasto con la parola di Dio e col disegno della salvezza» (EN 19).
b) Di fronte a questi fatti non è possibile fermarsi a livello di semplici constatazioni, ma è necessario coglierne il dinamismo di appelli e di aspettative che agitano il cuore degli uomini e delle donne di oggi. Si tratta di dare una risposta agli interrogativi e alle richieste di una riflessione morale attenta alle connotazioni culturali odierne. Una prima via da percorrere per individuare una risposta adeguata ci è indicata dal Concilio Vaticano II, quando ha chiesto di perfezionare la teologia morale in modo che la sua esposizione scientifica, maggiormente fondata sulla Sacra Scrittura, illustri l'altezza della vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo di apportare frutto nella carità per la vita del mondo» (OT 16). E questo ci porta a riscoprire il carattere comunitario-ecclesiale della morale cristiana, che deve esprimersi soprattutto oggi perché «la profonda e rapida trasformazione delle cose esige con più urgenza, che non vi sia alcuno che, non prestando attenzione al corso delle cose e intorpidito dall'inerzia, indulga a un'etica puramente individualista » (GS 30). La proposta morale cristiana, infatti, non è diretta solo a formare delle singole persone buone ed oneste, non può accontentarsi di convertire i singoli individui, ma è destinata a orientare la storia degli uomini, perché diventi una storia di salvezza e di liberazione integrale. È questa la richiesta e l'attesa che, spesso in modo inconsapevole, il mondo rivolge alla comunità cristiana: il mondo ci chiede di vivere la solidarietà, condividendo le sue gioie e le sue angosce, come comunità ecclesiale; il mondo ci chiede quei frutti di carità, di unità, di riconciliazione, di cui ha un bisogno vitale. Si tratta per i cristiani di vivere i valori della ecclesialità e della missionarietà, intimamente connessi, che dovrebbero caratterizzare tutta la vita cristiana e la sua proposta morale al mondo d'oggi.
In questa prospettiva l'esperienza di Maria è illuminante e significativa.

3. Maria e una morale ecclesiale

a) Per troppo tempo la dimensione comunitaria-ecclesiale della morale cristiana è stata trascurata, essendo privilegiata una proposta dì perfezione e dì salvezza individuale. Un riequilibrio nel coniugare individualità e socialità per comprendere meglio la realtà della persona è stato operato chiaramente dalla Gaudium et Spes. Non è più accettabile quindi una presentazione riduttiva dell'impegno morale cristiano, quasi si trattasse di un impegno che può essere attuato dal singolo credente, prescindendo dal suo essere membro del nuovo popolo di Dio. Come l'essere umano non è concepibile senza la sua essenziale socialità, così l'essere cristiano non è definibile prescindendo dalla sua costitutiva ecclesialità.
b) La dimensione ecclesiale della morale cristiana richiede, secondo M. Vidal, una esposizione con «Una tonalità comunitaria» per «risolvere problemi morali con un nuovo orientamento più comunitario e sociale» oltre a «Sottoporre a studio problemi nuovi in rapporto alla vita sociale e comunitaria». Approfondendo lo stesso discorso, possiamo dire che la chiamata personale alla salvezza contiene l'orientamento essenziale a partecipare vitalmente alle vicende di un popolo universale, che è il nuovo popolo di Dio. La Chiesa ha sempre dato orientamenti su come il cristiano deve affrontare le questioni sociali: tutto l'insegnamento sociale sta a testimoniarlo. Ma ciò che oggi si richiede è lo sviluppo della dimensione comunitaria-ecclesiale di tutti i grandi temi morali della libertà e della coscienza, della vita di fede-speranza-carità, della grazia e del peccato, dell'impegno per i valori della vita e dell'amore. Non basta più la testimonianza del singolo credente come poteva avvenire in una «Società cristiana», ma si richiede la testimonianza e la proposta di senso data da una comunità che vive in stato di missione» ovunque. È la Chiesa come corpo di Cristo, popolo di Dio, mistero di comunione, che è chiamata ad essere sale e luce, lievito e fermento nella storia dell'umanità. Questo si realizza con la partecipazione di tutti alla vita di una Chiesa tutta ministeriale che sa riconoscere e attuare la pluralità dei carismi e dei ministeri, dei quali lo Spirito l'arricchisce: solo così si può attuare una risposta adeguata alle attese degli uomini. L'agire del cristiano non è mai un fatto privato, isolato nell'intimità del suo cuore, ristretto nel suo significato al mondo esclusivo della coscienza individuale, ma, per vie spesso misteriose, si inserisce nella storia dell'umanità, partecipando della sacramentalità universale della Chiesa.
c) Questa partecipazione alla storia dell'umanità si attua in modo esemplare in Maria:
- la sua esperienza personale la coinvolge nella storia degli uomini, collocandola alla confluenza tra la storia del popolo eletto e la storia del nuovo popolo di Dio. Maria condivide nello stesso tempo la vita dei suoi concittadini, obbedendo all'ordine per il censimento e rispettando le prescrizioni della legge mosaica per la purificazione: questi semplici gesti sociali e religiosi si iscrivono nel contesto dell'esperienza della pienezza di grazia che l'ha avvolta;
- tutta la sua vita è orientata al servizio per la realizzazione del piano salvifico di Dio, che si rivolge a tutta l'umanità. Maria accompagna il suo Figlio Gesù dall'annunciazione fino ai piedi della croce, partecipando all'offerta del sacrificio redentore, unita a coloro che non hanno avuto paura nel momento dell'oscurità del Calvario;
- tutta la sua esistenza, sotto l'azione dello Spirito, è un'esperienza di solidarietà con gli uomini, specialmente con i poveri, prediletti da Dio. Maria è presente, in preghiera, con i discepoli che invocano la venuta dello Spirito, condividendo con loro gli inizi difficili ed esaltanti della prima comunità cristiana. Maria diviene così quel segno di speranza, di salvezza e di liberazione che l'umanità attende e che la Chiesa è chiamata a riproporre ogni giorno nella storia degli uomini. In Maria l'attesa e la promessa della salvezza trovano il compimento, perché è la prima salvata, redenta, liberata da Cristo e la Chiesa vede in lei la realizzazione anticipata di quanto essa va costruendo nel suo faticoso pellegrinaggio. Maria non solo precede la Chiesa, non solo si presenta come un modello da imitare, ma condivide pienamente le vicende della Chiesa stessa.
d) Da tutti gli atteggiamenti e i comportamenti di Maria, la comunità dei cristiani impara quale è il senso della storia e la proposta di senso da offrire a tutti gli uomini, perché possano realizzare le loro aspirazioni più profonde. Ogni cristiano, come Maria, se vuole scoprire quale deve essere la sua vita morale, deve innanzitutto riconoscersi come membro a pieno titolo della comunità ecclesiale: è lì che scopre il suo vero essere e quindi le motivazioni, i contenuti, le vie e la meta delle sue scelte e delle sue decisioni. Ed è proprio nella Chiesa che il cristiano incontra Cristo, attraverso Maria come madre, modello e membro della Chiesa stessa. In questo incontro i cristiani possono individuare due prospettive complementari per realizzare la loro vocazione:
- sapendosi inseriti in una storia di salvezza universale, divengono capaci di leggere il significato degli avvenimenti, di essere portatori di quella speranza di cui il mondo ha bisogno, di svelare il senso nascosto dell'esistenza umana: è quanto Maria è stata in modo eminente;
- facendo propri gli atteggiamenti della persona salvata e liberata, che è chiamata a vivere la sua vita nella libertà dei figli di Dio, della grazia e dello Spirito, nella disponibilità a lasciarsi coinvolgere dal dono della redenzione, nella solidarietà universale, nell'impegno per «apportare frutto nella carità per la vita del mondo»: sono gli atteggiamenti vissuti da Maria in modo esemplare.
In questa prospettiva si può leggere il Magnificat, come un inno di lode e di ringraziamento, nel quale si esprime l'umiltà e la forza di una donna coinvolta in un progetto che riguarda tutta l'umanità. L'aver accettato di entrare in questo progetto, rende conveniente l'attribuzione a Maria di questo cantico, come espressione della speranza dei poveri, che vedono realizzate le promesse dell'intervento liberatore di Dio per tutto il popolo. Si dissolve così un'immagine di Maria caratterizzata dai piccoli sentimenti intimistici, intrisi di rassegnazione e di passività, di nascondimento e di silenzio, mentre emerge la figura della donna che, nella sua umiltà, diviene protagonista nel cammino di liberazione dei poveri.
Compito della teologia morale sarà quello di illuminare la pienezza della vocazione umana e cristiana, con la luce che proviene da chi l'ha pienamente realizzata nella sua vita, cooperando in modo unico alla storia della salvezza, per tutta l'umanità: Maria.

4. Maria e una morale inculturata
L'intimo legame tra Maria e la Chiesa, o meglio la presenza solidale di Maria nella Chiesa, è stata sottolineata nella Lumen Gentium, spiegata negli insegnamenti del magistero, e ampiamente sviluppata dai teologi. Qui vogliamo sottolineare come la figura di Maria può ispirare oggi la Chiesa nella sua missione di presentare la proposta morale cristiana, in modo credibile e significativo ai nostri contemporanei. È il compito della nuova evangelizzazione che tutta la Chiesa è chiamata a svolgere nel terzo millennio, in compagnia di Maria (EN 82).
a) La proposta morale oggi
Il problema più sentito oggi non è quello di ribadire l'uno o l'altro precetto, l'una o l'altra norma su singoli comportamenti, ma di riscoprire il fondamento stesso del discorso morale, come problema del senso del «mestiere di vivere». E questo è possibile solo riscoprendo il valore fondante della persona, nella sua essenziale individualità e socialità. Sono molti, infatti, i rischi di ridurre la persona a un congegno di desideri contraddittori o a un insieme di pulsioni e di emozioni mutevoli; a pura soggettività, spontaneità totale, libertà illimitata, senza alcuna consistenza e continuità; ad autonomia assoluta, che esclude ogni capacità ed esigenza di autotrascendenza; ad un fuscello in balìa dell'ambiente, delle mode e dei conformismi socio-culturali. Queste interpretazioni, che disintegrano la persona, sostituiscono facilmente lo spontaneo al razionale, l'immediato al veritiero, il facile al giusto, il comodo al buono. Ne deriva che:
- viviamo una realtà sociale complessa che, liberatasi da ideologie totalizzanti e disumanizzanti, è preda di una cultura radicale che propone esperienze effimere, provvisorie, evasive; non si va oltre le prospettive di un «pensiero debole» incapace del coraggio richiesto da un progetto di vita, che impegna tutte le risorse di una esistenza umana; si vive in uno sterile narcisismo, continuamente alla ricerca di gratificazioni che rispondano ai bisogni e ai desideri momentanei dell'individuo;
- cresce l'insoddisfazione per una vita insignificante, che molti vivono nell'amarezza della delusione, senza una vera speranza, privi di motivazioni valide per impegnarsi a trasformare il mondo.
Se vogliamo sciogliere questo intreccio di contraddizioni che rischiano di paralizzarci, se vogliamo liberarci dalla confusione dei messaggi che ci propongono mete futili, evanescenti o alienanti, dobbiamo riscoprire, accogliere e riproporre il messaggio morale cristiano, che ci insegna:
- la centralità della persona umana, come unico essere che Dio ha voluto per se stesso;
- la decisività dell'amore, per la piena realizzazione della persona stessa.
In questa prospettiva individualità e socialità della persona si coniugano intimamente e un'autentica esperienza di comunione nella vita ecclesiale ci introduce a riconoscere questa ricchezza di ogni uomo e di ogni donna: ognuno con il suo dono, il suo carisma, la sua vocazione è chiamato a realizzarsi in pienezza nell'amore, nel servizio, nella solidarietà verso l'altro e verso gli altri. Solo cosi la comunità cristiana può rispondere alle profonde aspirazioni dei nostri contemporanei per una visione e una realizzazione più umana del mondo in cui viviamo, nonché al moltiplicarsi di appelli ai valori umani più fondamentali, ai quali la proposta cristiana dà fondamento e consistenza.
b) Maria nella proposta morale oggi
Nell'impegno di inculturare la proposta morale cristiana è un aiuto molto significativo ed efficace la comprensione di Maria come creatura pienamente umana, come il prototipo di una umanità pienamente realizzata. In Maria, con la sua attiva adesione e collaborazione, si è compiuto il progetto di salvezza di Dio sull'umanità, per cui guardando a lei l'uomo e la donna d'oggi possono intuire con chiarezza l'altezza della propria vocazione, l'impegno che li attende di portare frutto nella carità per costruire un mondo a misura più umana, l'indispensabile apertura al Trascendente per una piena comprensione e realizzazione della storia dell'umanità. Maria contemplata nella storia della salvezza, diviene «pegno e garanzia che in una pura creatura, cioè in lei, si è già avverato il progetto di Dio, in Cristo, per la salvezza dell'uomo» (MC 57). In questa piena realizzazione umana e cristiana di Maria, si comprendono i suoi atteggiamenti virtuosi, che ne fanno un modello per tutti i cristiani. Ma ancor più delle singolari virtù di Maria, mi sembra importante sottolineare come nella sua persona si evidenziano i due punti fondamentali del messaggio cristiano:
- Innanzitutto la centralità della persona: in Maria risulta evidente quanto Dio prenda sul serio l'uomo e la donna, perché collaborino al suo piano di salvezza. Come in Maria, Dio non opera mai arbitrariamente o despoticamente nella storia degli uomini, ma ne sollecita una libera e consapevole adesione e collaborazione. Come a Maria, Dio dona ad ognuno i talenti e le risorse perché sia in grado di realizzare pienamente la sua vita. Come per Maria, Dio non limita e non si sostituisce all'essere umano, ma ne esalta la libertà e la responsabilità. Questo è vero, in modo particolare per uno dei «segni dei tempi» della nostra epoca, quale è la promozione della donna, ma è applicabile ad ogni persona, per il fatto stesso che è persona. Abbiamo qui un primo punto di riferimento sicuro con l'esemplarità di Maria: come lei, ogni persona è l'assoluto nell'ordine della creazione. Se ci mettiamo in questa prospettiva risulta chiaro il senso del nostro esistere: siamo chiamati a realizzare il progetto che Dio ha iscritto nel nostro essere personale, un progetto di umanizzazione totale che ha la sua perfezione nella divinizzazione dell'uomo attuata nell'incontro con Cristo. Proprio nell'intimità unica della sua relazione a Cristo, Maria realizza totalmente la sua umanità, secondo il progetto del Padre e con l'intervento dello Spirito.
- In secondo luogo la decisività dell'amore per la realizzazione della persona umana: l'uomo e la donna possono comprendere se stessi e quindi realizzarsi solo nel dono di nell'amore. Soltanto aprendosi agli altri ablativamente, cioè stabilendo rapporti pienamente interpersonali e non strumentali, fino a perdere la propria vita negli altri e per gli altri, la persona ritrova pienamente se stessa e può procedere verso una piena realizzazione della sua esistenza. La proposta morale cristiana, che trova la sua sintesi nel comandamento dell'amore, approfondisce e arricchisce questa struttura fondamentale dell'essere umano. Tutto l'agire cristiano è una concretizzazione della scelta fondamentale dell'amore nei vari ambiti della esperienza umana.
- La vita di Maria è un esempio, nei racconti evangelici che la riguardano, di come si concretizza questa scelta fondamentale d'amore per Dio e per gli uomini. Dall'annunciazione alla Pentecoste, ogni gesto e ogni parola di Maria esprimono la varietà delle forme che assume un amore autentico: dalla disponibilità nell'accogliere il progetto di Dio nella fede, alla delicatezza di accorgersi e di operare per venire incontro alle necessità dì chi è volta per volta il suo prossimo, dalla forza ai piedi della croce alla condivisione della preghiera nella comunità del cenacolo. Guardare a Maria e presentare Maria come modello concreto di vita cristiana, è una proposta realista di fronte alle aspettative dei nostri contemporanei, secondo le incisive espressioni di Paolo VI: «All'uomo contemporaneo, non di rado tormentato tra l'angoscia e la speranza, prostrato dal senso dei suoi limiti e assalito da aspirazioni senza confini, turbato nell'animo e diviso nel cuore, con la mente sospesa dall'enigma della morte, oppresso dalla solitudine mentre tende alla comunione, preda della nausea e della noia, la beata vergine Maria, contemplata nella sua vicenda evangelica e nella realtà che già possiede nella città di Dio, offre una visione serena e una parola rassicurante: la vittoria della speranza sull'angoscia, della comunione sulla solitudine, della pace sul turbamento, della gioia e della bellezza sul tedio e la nausea, delle prospettive eterne su quelle temporali, della vita sulla morte» (MC 57).

Bibliografia

COLOMBO G., Maria e la dimensione ecclesiale della morale, in AA. VV., Il mistero di Maria e la morale cristiana, Centro di Cultura Mariana "Madre della Chiesa", Roma 1991, pp. 45-60; SPICQ C., Théologie Morale du Nouveau Testament, Gabalda, Paris 1965; GAMBERO L., La Vergine nella teologia e nella cultura del nostro tempo. Simposio dell'Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana, in L'Osservatore Romano, 4-12-1991, p. 10; CHIAVACCI E., Teologia Morale, Cittadella, Assisi 1980; AA. VV., Etica oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, Gregoriana, Roma 1989; ANGELINI G., La crisi della morale, in La Rivista del Clero Italiano 10 (1989) pp. 662-675; ID., Etica pubblica e morale cristiana. I rischi dell'umanitarismo sociale cattolico, in La Rivista del Clero Italiano 9 (1990) pp. 567-580.Cf. GOFFI T., Etica cristiana tra fede e cultura, in LORENZETTI L. (a cura di), Trattato di etica teologica. Il fenomeno morale, EDB, Bologna 1981, pp. 199-245; GONZALES C. L, Mariologia. Maria, Madre e Discepola, Piemme, Casale Monferrato 1988; GOFFI T., Morale Pasquale, Queriniana, Brescia 1968; CILIRONI C., Il volto del Prossimo. Alla radice della fondazione etica, EDB, Bologna 1991; DELEIDI A., Maria di Nazareth la donna della nuova umanità, in CoLOMBO A. (a cura di), Verso l'educazione della donna oggi. Atti del Convegno internazionale promosso dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione «Auxilium», Frascati 1-15 agosto 1988, LAS, Roma 1989, pp. 299-322.

VEDI ANCHE:
 - ETICA CRISTIANA
 - ETICA RELAZIONALE
 - MODELLO DI ESISTENZA CRISTIANA
 - MODELLO DI SANTITÁ
 - MODELLO ESEMPLARE
 - VOCAZIONE UNIVERSALE ALLA SANTITÁ






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