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VARA


Antichi fercoli processionali che celebrano il mistero dell'Assunzione di Maria al cielo il 15 agosto in Sicilia.

La "Vara" di Randazzo in provincia di Catania
a)
Il carro
La "Vara" è un fercolo alto circa venti metri, composto da un'armatura di ferro e legno decorata da specchi, carta multicolore e dorature. In essa è rapppresentata l'Assunzione di Maria al cielo: alla base c'è il sepolcro della Vergine, pieno di fiori e privo del suo corpo. Più in alto S. Tommaso è in preghiera, quasi a giurare quella fede che aveva negato alla resurrezione di Cristo. Più in alto S. Michele Arcangelo e angeli di tutti gli ordini si prostano alla Vergine Maria che è sopra di loro, sotto ad una grande corona.
b) I personaggi
La cosa che caratterizza questo carro, è che tutti i personaggi sono impersonati da 30 ragazzi di circa tredici anni nelle vesti caratteristiche. Tutti sono legati a degli strumenti che gli permettono di restare sempre in posizione perpendicolare. Particolare curioso, fino agli anni '60 del XX sec. tutti i personaggi erano di sesso maschile, compresa la Madonna. Un tempo essi osservavano un un rigoroso digiuno e venivano preparati nel Convento di S. Domenico, mentre oggi nei locali dell'Opera de' Quatris. É uno spettacolo unico assistere al tiro della "Vara" che avanza per le vie del centro storico, tra canti tradizionali e la gente che dai balconi e dalle finestre lancia ai ragazzi caramelle e dolciumi.
c) Origini della festa dell'Assunta e della "Vara"
L'origine della festa si perde nei secoli. Sappiamo, tuttavia, da alcuni documenti che nell'agosto 1476 fu istituita una Fiera, da tenersi per nove giorni consecutivi a cavallo del 15 Agosto. Sull'invenzione del carro esistono diverse ipotesi, ma non abbiamo riscontri storici. Ci dice Salvatore C. Virzì "Penso possa risalire almeno al secolo XVI, giacchè ha un riscontro con quella di Messina [...]". Tuttavia la "Vara" di Messina è ben diversa, essendo più piccola e i personaggi sono di cartone. Inoltre in un quadro di Giovanni Caniglia datato 1548 e presente nella basilica, descrive il Virzì "troviamo le stesse scene, gli stessi personaggi caratteristici e poi la stessa composizione verticale dell'Assunzione [...]". Non si può negare però, che l'idea di un carro a colonne poteva venire solo ai randazzesi. Questo perché l'emblema stesso della devozione di Randazzo verso la Vergine Maria, la Madonna del Pileri, si chiama così perché anticamente poggiava su una grande colonna.
d) Varie modalità della "Vara" nei secoli
In passato il carro si ricostruiva ogni anno, i boscaioli tagliavano in tempo il legname necessario per formare il robusto tronco che funge da asse portante e gli abili artigiani costruivano i vari ornamenti. Questo perché alla fine della processione, la "Vara" veniva letteralmente assalita e spogliata di tutti le decorazioni; si reputavano infatti fortunati quelli che riuscivano a portare un pezzo a casa, il quale veniva conservato religiosamente come una reliquia. La Fiera cominciò a declinare alla fine del XVIII secolo e poi scomparve; mentre la processione della "Vara" venne dapprima soppressa nel 1795 e poi ripristinata intorno alla metà del 1800. Si fermerà nuovamente nel 1911, a causa di un'epidemia di colera, e durante la prima e la seconda guerra mondiale. La tradizione riprese solo nel 1952, a causa dei gravi danni subiti dalla città durante i bombardamenti del 1943. Prima con cadenza quinquennale, poi triennale e dal 1973 sfila ogni anno.

 

2. La "Vara" di Messina
La Vara di Messina è un grande carro votivo dedicato alla Madonna Assunta e che viene portato in processione il 15 agosto di ogni anno. Il termine "vara" è la traslitterazione di "bara", che sta ad indicare la bara dove giaceva il corpo della Dormitio Virginis (la Madonna Dormiente). La Vara è alta circa 13,5 metri e pesa sulle 8 tonnellate, viene portata in processione da centinaia di fedeli tramite delle lunghe corde (gomene) che servono a farla trainare. Dette gomene, lunghe poco più di cento metri, sono tirate all'inizio da due gruppi di persone che fanno capo ai rispettivi capi corda; fino a qualche anno fa indossavano delle magliette di diverso colore (Blu e Marrone) ma adesso sono semplicemente di colore blu in onore della Madonna. Fino al primo decennio del dopoguerra gli angioletti della vara erano impersonati da bambini (spesso orfani degli istituti messinesi) mentre la Madonna in cima alla Vara era una ragazza scelta per sorteggio. A seguito dei numerosi incidenti che alcune volte sfioravano autentiche disgrazie si è provveduto, a metà '800, di diminuire l'altezza della Vara e sostituire i personaggi con figure di cartapesta. Tra i momenti più seguiti e suggestivi è la cosiddetta "girata", cioè il momento in cui la Vara si immette dalla Via Garibaldi in via I Settembre per giungere in Piazza Duomo e, a seconda della riuscita della manovra, si traggono auspici per tutto l'anno a seguire. La partenza, per quanto possa essere entusiasmante, non riesce a trasmettere tutte le sensazione dell'entrata della Vara in Piazza Duomo, la piazza centrale di Messina, dove è attesa da migliaia di messinesi. La festa della Madonna Assunta a Messina rappresenta il momento di massima espressione religiosa da parte del popolo, nonostante la festa patronale sia quella della Madonna della Lettera festeggiata il 3 giugno di ogni anno.



Bibliografia
FRANCO G., A Vara, in Randazzo: storia e cultura, Randazzo 2014; VIRZÍ C., La Chiesa di Santa Maria in Randazzo, Supplemento a  "Randazzo Notizie" n. 10, Randazzo 1984, pp. 95-106; ASSESSORATO ALLA CULTURA DI MESSINA, La Vara attraverso i secoli, a cura della Commissione storico-scientifica per la Vara e i Giganti del Comune di Messina, testi di Antonio Principato, Sergio Todesco, Luciano Tringali, Grafo Editor, Messina 1997; FUMIA A. - RICCOBONO F., La Vara: la grande festa di Messina, EDAS editore, Messina 2004; GALLO C. D., Annali della città di Messina, Messina 1756-58.






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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