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POSSESSIONE DIABOLICA


1. La possessione diabolica
La possessione diabolica non è uno sdoppiamento della personalità, come avviene nel caso di malattia psichica. E invece una sorta di « sostituzione temporanea » della persona, durante la quale subentra il dominio dispotico, brutale e violento di uno spirito demoniaco (o anche più di uno), che opera attraverso la persona, facendola parlare e agire come vuole, senza che essa possa resistere. In genere, nei casi di possessione diabolica, la persona entra in trance, deforma il volto, spesso le pupille si spostano completamente o quasi in giù o in su nel globo oculare, e gli occhi appaiono, interamente o parzialmente, bianchi; e più raramente accade che le pupille, pur non scomparendo, ruotano velocemente oppure rimangono immobili e o addirittura diventano simili a quelle di un serpente, mentre la cavità orbitale assume un colore rosso fuoco. Nello stesso tempo frequentemente la persona deve essere bloccata, perché il demonio attraverso di lei reagisce violentemente, gridando pieno di rabbia e di odio frasi di questo genere: «io non me ne andrò mai! » oppure «è mia! », «è mio, me l'hanno dato, me l'hanno data e tu non me la toglierai! ». Altre volte dice: «tu non puoi fare niente contro di me! » e ancora: «me ne andrò solo quando l'avrò fatta morire»; altre volte: «maledetto, mi hai scoperto, te la farò pagare! ». Quando il demonio è stato costretto a manifestarsi apertamente - non sempre accade subito - a volte seguono i segni che il rituale degli esorcismi, il Rituale Romanum, come anche il nuovo rituale, riportano nelle indicazioni sul discernimento. E cioè: parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla; conoscere fatti distanti o nascosti; dimostrare di avere delle forze superiori all'età e alla naturale condizione della persona. Al n. 3 delle norme, il Rituale Romanum elenca questi segni, introducendoli con le seguenti parole: « Possono essere segni della presenza del demonio», premettendo in tal modo che pur non avendo necessariamente origine da una presenza demoniaca, tuttavia essi si manifestano spesso nei casi di possessione. Il Rituale Romanum, che attinge a un'esperienza secolare, dopo aver elencato i tre segni precedenti, aggiunge: «e altri fenomeni di questo genere che più sono numerosi e più sono indicativi», lasciando aperto il campo alla possibilità di molte altre manifestazioni dell'azione straordinaria del demonio oltre i tre fenomeni elencati. Primo fra tutti il segno di una violenta avversione al sacro che il Rituale Romanum non riporta espressamente, ritenendolo probabilmente ovvio; invece il nuovo rituale degli esorcismi lo riporta specificamente al n. 16 delle Premesse Generali nel modo seguente: « Occorre perciò fare attenzione anche ad altri segni, soprattutto di ordine morale e spirituale, che rivelano, sotto forma diversa, l'intervento diabolico. Possono essere una forte avversione a Dio, alla Santissima Persona di Gesù, alla Beata Vergine Maria, ai Santi, alla Chiesa, alla Parola di Dio, alle realtà sacre, soprattutto ai sacramenti, alle immagini sacre». Tuttavia davanti a certe manifestazioni l'esorcista non deve assolutamente valutare i segni con superficialità, ma sempre con estrema cautela e prudenza. Quando queste manifestazioni si associano a fenomeni o comportamenti, che non possono essere assolutamente attribuiti alle capacità della persona, non essendo espressioni della sua personalità, allora l'azione del demonio può diventare una certezza morale. Per tale motivo il criterio che molti esorcisti adottano per un discernimento più profondo è quello di verificare se alla manifestazione di avversione al sacro, di forza incredibile o di lingue sconosciute, si associa anche il fenomeno della conoscenza di cose completamente ignorate dalla persona. Ad esempio: la reazione verso reliquie o verso oggetti benedetti; il mostrare di capire o anche il parlare lingue che la persona non conosce; la reazione rabbiosa all'esorcismo fatto in silenzio e in particolare ai comandi imperativi dati mentalmente, ecc. In genere questi segni sono sempre uniti ad altre manifestazioni del demonio attraverso la persona posseduta: talora un timbro di voce cupo, cavernoso, rauco, oppure baritonale, altre volte stridulo o metallico. In alcuni il demonio ringhia come un cane oppure ruggisce come un leone, in altri sibila come un serpente e ne assume persino i movimenti. A volte, ma raramente, si verifica anche il fenomeno della levitazione, che può accadere durante un esorcismo come anche durante una manifestazione di possessione al di fuori dell'esorcismo. Altra frequente manifestazione tipica del demonio, nelle persone possedute, è il cambiamento immediato di espressione: si passa improvvisamente da un atteggiamento spavaldo, arrogante, sarcastico, e da parole piene d'insulti e minacce, a un atteggiamento supplichevole e remissivo, proprio di chi si sente sopraffatto da un'Autorità Suprema; oppure da sorrisi beffardi e risate ironiche e perfide a tremori e spavento. Inoltre i demoni, attraverso la persona da loro posseduta, insultano e tentano di aggredire i presenti, soprattutto l'esorcista; altre volte tentano di fuggire da lui, sputano, inveiscono, minacciano e maledicono, dicono parole blasfeme e volgari. Tutte queste manifestazioni a volte sono accompagnate anche da conati di vomito o da schiuma emessa dalla bocca della persona tormentata. Infine un altro fenomeno, che può verificarsi durante gli esorcismi, è quello della materializzazione di oggetti. L'esperienza comune di vari esorcisti testimonia che sul corpo della persona o in prossimità possono comparire oggetti come: aghi, chiodi, pezzi di catene, sassi, ciocche di capelli, vetri, pezzi di stoffa, carne, fiori, corde, anelli, orecchini e altre cose tra le più varie, che la persona può anche vomitare. Questi oggetti sono quelli sui quali è stato operato il maleficio. Essi ordinariamente fuoriescono dalla bocca, ma non sempre provengono dallo stomaco della persona; questo spiega perché il posseduto non subisce mai danni fisici, anche quando ad esempio escono grossi pezzi di vetro; si verifica, infatti nell'istante in cui esce dalla bocca, un'azione di « transfert » dell'oggetto sui quale è stato operato un rito occulto; in genere questo fenomeno è segno della progressiva liberazione della persona. Tuttavia la liberazione non è legata necessariamente a queste manifestazioni.

2. Potenza dell'invocazione del nome di Maria
Circa l'azione della Vergine Maria contro Satana, durante gli esorcismi e nel cammino di liberazione, il celebre esorcista padre Candido Amantini — che esercitava il suo ministero presso la basilica della Scala Santa, in Roma, dove mori in concetto di santità nel 1992 — cosi scriveva nell'unico libro che egli ha pubblicato in vita, dal titolo Il mistero di Maria: Come attraverso i posseduti, Satana è costretto a riconoscere apertamente la potenza di Gesù Cristo su di sé, cosi egli è costretto a confessare la forza del piede immacolato di Maria, che gli pesta di continuo la testa. Abbiamo a questo proposito innumerevoli testimonianze di santi e di tanti sacerdoti che hanno avuto a contendere direttamente con Satana per mezzo degli esorcismi. Il Rituale Romano degli esorcismi in una nota stabilisce che il sacerdote esorcista investighi accuratamente gli effetti e i sentimenti che si ripercuotono sugli indemoniati in seguito alle invocazioni e lodi rivolte a Dio e ai santi e ai comandi imperativi lanciati sui demoni, in modo da potersi regolare opportunamente. L'azione di Satana, infatti, dà delle risultanze psicologiche tali sulle sue vittime, per cui, come per un'induzione immediata, quelle persone manifestano le sue stesse reazioni. Ora, dalle esperienze fatte ci risulta esattamente questo: che quasi nessun'altra cosa torna di tanto tormento a Satana quanto l'invocazione del nome di Maria. Ordinariamente non riescono neppure a pronunciarne liberamente il nome, per quanto impegno ci mettano. Ci sono poi devozioni mariane che sono particolarmente insopportabili ai demoni, giacché quasi mai i posseduti le possono praticare, se non a prezzo di un grandissimo sforzo. Tra queste c'è l'Ave Maria, il tributo quotidiano di san Bonaventura e il Rosario. Con altrettanta evidenza ci è dimostrata la potenza della Vergine nello scacciare i demoni dai corpi dei posseduti, dai risultati che si ottengono con una costante devozione mariana. Per essa infatti essi (i posseduti) arrivano a migliorare molto. Quegli stessi demoni particolarmente duri e ostinati, che, come dice il Vangelo (cfr. Mc 9,28), non cedono se non a mezzi estremi, si indeboliscono rapidamente di forze quando sono affrontati sotto una speciale protezione della Vergine. L'esperienza insegna che quanti hanno fatto ricorso a lei in simili frangenti con viva, filiale devozione, prima o poi ne sono usciti fuori. Il popolare esorcista italiano don Gabriele Amorth, nel suo libro Nuovi racconti di un esorcista, descrive nei dettagli l'azione di Maria nell'esorcismo e nel cammino della liberazione riferita da padre Candido, di cui egli fu discepolo: Si tocca con mano come Maria sia la Mediatrice di grazie, perché è sempre lei a ottenere dal Figlio la liberazione dal demonio. Quando si incomincia a esorcizzare un indemoniato, uno di quelli che il diavolo ce lo ha dentro proprio per davvero, ci si sente insultare, prendere in giro: "Io qui ci sto bene; io da qui non uscirò mai; tu contro di me non puoi fare niente; sei troppo debole, perdi il tuo tempo...". Ma poco per volta entra in campo Maria e allora la musica cambia: "E lei che lo vuole; contro di lei non posso far niente; dille che la smetta di intercedere per questa persona, ama troppo questa creatura, cosi per me è finita...". Mi è capitato - continua P. Amorth - anche varie volte di sentirmi rinfacciare subito l'intervento della Madonna, fin dal primo esorcismo: "Stavo cosi bene qui, ma è lei che ti ha mandato; lo so perché sei venuto, perché è lei che lo ha voluto; se non fosse intervenuta lei, non ti avrei mai incontrato... ».  Nello stesso volume, don Gabriele Amorth afferma che per chiunque sia nello sconforto o nella disperazione vale una bella espressione di san Bernardo: «Maria è tutta la ragione della mia speranza». Queste parole lo colpirono molto da giovane; infatti apparentemente sembrano solo devozionali, in realtà esprimono la grande verità della mediazione materna di Maria, in Cristo. Ogni grazia, ogni dono di Dio, giunge a noi tanto più abbondante quanto più siamo autenticamente devoti di Maria, accogliendo con amore la sua azione materna e affidandoci totalmente a lei. Per questo don Gabriele Amorth termina il suo libro, dicendo: «San Bernardo non esita a esprimere questi concetti con una decisa affermazione che segna il culmine di tutto il suo discorso e che ispirò la famosa preghiera di Dante alla Vergine: "Veneriamo Maria con tutto l'impeto del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri desideri. Cosi vuole Colui che stabili che noi ricevessimo tutto per mezzo di Ma ria". E questa l'esperienza che tutti gli esorcisti toccano con mano, ogni volta.

Bibliografia
BAMONTE F., La Vergine Maria e il diavolo negli esorcismi, Paoline, Cinisello Balsamo 2010, pp. 25-33; AMANTINI C., Il mistero di Maria, Casa Mariana, Frigento 1987;  AMORTH G., Nuovi racconti di un esorcista, EDB, Bologna 1992;  De exorcismis et supplicationibus quibusdam, Libreria Editrice Vaticana, Editio typica emendata, Città del Vaticano 2004. Reimpressio 2005.

VEDI ANCHE
- AMANTINI CANDIDO
- AMORTH GABRIELE
- ESORCISMO
- ESORCISTI






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