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DIALOGHI INTERCONFESSIONALI


1. I Dialoghi interconfessionali
I dialoghi interconfessionali, bilaterali e multilaterali sono diventati un metodo diffuso e accettato dalle Chiese che lo promuovono costituendo gruppi misti di teologi delle confessioni dialoganti su temi scelti di comune accordo. A questi gruppi e al metodo che vi è sotteso hanno aderito anche i Cattolici nell'immediata conclusione del Concilio Vaticano TI. Anzi, i primi dialoghi e i risultati ottenuti sono proprio quelli svolti tra Cattolici e Anglicani attraverso la famosa Arcic (Anglican —Roman Catholic International Commission), costituita a seguito della comune decisione di Paolo VI e del Primate anglicano Michael Ramsey, concordata nel 1966 a Roma. Si sono svolti molteplici incontri, le cui riflessioni sono state riportate in sintesi nel Rapporto di Windsor del 1981 e, dettagliatamente, sui singoli argomenti in una serie di Appendici. Nell'insieme i documenti dell'Arcic costituiscono un interessante nucleo di convergenze ed hanno fatto ben presagire del futuro ecumenico delle due confessioni, che purtroppo negli ultimi anni si è alquanto oscurato. Per quanto riguarda il tema della figura di Maria e del suo ruolo nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa non troviamo dichiarazioni significative, se non la presa di distanza dalle definizioni dei «recenti dogmi mariani che gli anglicani dubitano che siano giustificabili o che possano essere definiti come essenziali alla fede del credente». È però dichiarato esplicitamente: «Siamo d'accordo nel riconoscere la grazia e la vocazione unica di Maria, madre di Dio incarnato (Theotòkos), nell'osservare le sue festività e nell'attribuirle un posto d'onore nella comunione dei santi». Volendo verificare con una rapida disamina i punti salienti di questo dialogo e anticipare quelli che seguiranno, possiamo dire fin d'ora che Ortodossi ed Evangelici, che si sono messi in discussione sul tema, dichiarano di essere d'accordo con i Cattolici sulla rilevanza della figura di Maria, secondo il dogma definito al concilio di Efeso (431), mentre sono in posizione critica e rifiutano i dogmi cattolici dell'Immacolata concezione e dell'Assunzione di Maria congiuntamente al rifiuto dell'Infallibilità pontificia. Questa impostazione costituisce il nucleo ritornante in tutti i dialoghi, come punto di riflessione sullo status quo delle posizioni mariologiche delle chiese non cattoliche. Da questo status però, nel corso dello sviluppo dei dialoghi, si aprono nuove prospettive e nuovi modi, meno rigidi, di affrontare le questioni anche per la presenza, quando c'è, di teologi cattolici che hanno l'opportunità di chiarire equivoci di interpretazione e fornire possibili criteri di ermeneutica del magistero ecclesiastico cattolico. Prendiamo in esame qualche testo specifico frutto di dialogo.

2. Anglicani - Ortodossi (1978)

La «Dichiarazione di Atene» di Anglicani-Ortodossi calcedonesi del1978 afferma: «La Chiesa ortodossa onora una donna, la santa vergine Maria, Theotòkos, come la persona umana più vicina a Dio». Poi parla dei ministeri delle donne sante della tradizione ortodossa chiamate megalomartys (grande martire) e anche isapostolos (uguale agli apostoli) e possono esprime efficacemente molteplici charismata dello Spirito. Ma con tutto ciò le donne non possono accedere al sacerdozio. Si cita di nuovo la Vergine Maria nel dialogo Anglicani-Ortodossi calcedonesi del 1984, denominato Rapporto di Dublino, in cui si afferma: «La beata Vergine Maria ha avuto un ruolo speciale nell'economia della salvezza in virtù del fatto di essere stata scelta per essere la madre di Cristo nostro Dio. La sua intercessione non è autonoma, ma presuppone quella di Cristo e si fonda sull'azione salvifica del Verbo incarnato».

3. Cattolici - Luterani (1980)

Nel dialogo sulla Confessione augustana del 1980 intitolata «Tutti sotto uno stesso Cristo», Maria viene solo menzionata per dire che, insieme ad altri temi, rimane fuori dal dialogo; si dice che dei temi riguardanti i dogmi proclamati più tardi della Confessione augustana (1530) e cioè del primato giurisdizionale e l'infallibilità del papa (1870) della preservazione per grazia di Maria dal peccato originale (1854) e della sua assunzione con il corpo in cielo (1950), se ne dovrà parlare in seguito, per valutare quale peso abbiano le divergenze che ancora permangono rispetto alla convergenza che hanno ritrovato nel documento di Augusta e anche per capire il motivo per cui questi temi abbiano avuto una grande rilevanza solo negli ultimi secoli della storia della Chiesa.

4. Cattolici - Metodisti (1971)
Nel «Rapporto di Denver» del 1971, che suggella il dialogo tra Cattolici e Metodisti si palesa una visione condivisa della preghiera e della spiritualità della vita cristiana e subito dopo si prendono le distanza da parte dei metodisti rispetto alla devozione verso Maria che i Cattolici ritengono parte integrante della loro preghiera e della esperienza cristiana della "vita nella Spirito". Facendo poi riferimento ad un precedente documento di Ariccia, si dichiara che le dottrine cattoliche circa la Madre di nostro Signore sono identificate come «uno dei tre profondi e radicali motivi di disaccordo» tra le due tradizioni.

4. Ortodossi calcedonesi - Vecchi cattolici (1977)

In una dichiarazione sottoscritta a Chambesy nel 1977 sulla Madre di Dio, contenuta all'interno di una ampio documento che raccoglie i dialoghi tenuti dal 1975 al 1983: «Dichiarazioni comuni sulla dottrina di Dio, la cristologia e l'ecclesiologia» prodotti dalla Commissione teologica mista ortodossa-vecchio cattolica, si descrive diffusamente la fede in Maria, Madre di Dio e nella sua perpetua verginità e nel suo essere modello di santità, essendo stata liberata dal peccato nel momento della discesa su di lei dello Spirito santo. La Chiesa la onora e la considera "interceditrice" per gli uomini presso Dio, ma senza confondere ciò con "l'unica e irrepetibile mediazione di Crist. Nel documento è esplicitamente detto: «La Chiesa non riconosce i dogmi recenti di una concezione immacolata e di un'assunzione corporea della Madre di Dio in cielo. Celebra però l'ingresso della Madre di Dio nella vita eterna e osserva con solennità il giorno della sua dormizione».

5. Anglicani - Cattolici del Canada (1983)

In un documento del 1983, «Note circa le «Osservazioni» sul Rapporto finale dell'Arcic I», in un capitolo intitolato I dogmi mariani, si svolge una riflessione piuttosto articolata collegando la sfera della devozione e quella della teologia. Gli Anglicani sul piano della devozione alla Madonna non hanno in generale la stessa posizione dei Cattolici e quindi anche la teologia ne risente, in quanto nasce e si sviluppa da quella devozione. Tuttavia non c'è alcuna dottrina anglicana che possa dirsi in contrasto con i dogmi mariani definiti dalla Chiesa cattolica, che tuttavia non sono condivisi dalla maggioranza degli Anglicani. Nello stesso tempo si afferma la soddisfazione che vi sia un pluralismo delle espressioni religiose, che deve essere valutato positivamente piuttosto che temuto49. Nello stesso documento si precisa che il dogma dell'Immacolata concezione di Maria è creduto dai Cattolici non perché è stato definito dall'autorità del papa, mentre è stato definito in quanto ritenuto di fede apostolica, che il papa era obbligato a proclamare.

6. Anglicani - Cattolici degli Usa (1983)

Nel documento redatto dalla Consulta nazionale anglicana-cattolica romana negli Usa del 1983, intitolata «Immagini di Dio. Riflessioni sull'antropologia cristiana», si trova una riflessione più distesa e dettagliata sui dogmi mariani definiti dal Papa, dichiarando che questi sono stati all'origine della separazione e dell'allontanamento tra Cattolici e Anglicani avendo, gli uni e gli altri, esagerato l'importanza di tali dogmi a discapito di altre verità più strettamente correlate con i fondamenti della fede cristiana; «La Riforma inglese - si afferma nello stesso testo - eliminò largamente la devozione mariana e molti episcopaliani ne sono sprovveduti e pensano che sia superflua». Con spirito di tolleranza si dice che, alla fine, coloro che venerano (e non adorano) Maria e i santi, cattolici e anglicani, non intendono con ciò che venga oscurata o diminuita l'unica mediazione del Signore».

7. Cattolici - Luterani (1978)

La questione dei dogmi mariani, definiti dal papa sulla base della sua "infallibilità", ritorna con tutto il suo peso nel dialogo tra Cattolici e Luterani, e si ritrova puntualmente in ogni documento che tratta della Chiesa. Nel documento frutto del dialogo del Gruppo misto cattolico-luterano in Usa, svolto nel 1978 sul tema «Autorità magisteriale e infallibilità nella Chiesa. Dichiarazioni comuni e riflessioni», al capitolo V che ha per oggetto la chiarificazione del concetto di infallibilità, vi è anche un cenno esplicito alla mariologia, in quanto con quel concetto si collega e prende forza. Nella seconda parte che riporta la posizione cattolica si auspica che le due tradizioni, cattolica e luterana, nell'affrontare "un compito ineludibile", cerchino «una comprensione sempre più condivisa del modo in cui la parola di Dio si applica a Maria e a colui che in mezzo ai discepoli di Gesù continua oggi in maniera singolare il ministero petrino». Come si può facilmente notare la comprensione del ministero petrino svolto dal Papa e la giusta interpretazione del ruolo di Maria nella vita della Chiesa sono intimamente connessi. E spontaneo dedurre che tale ineludibile compito non spetta soltanto a Cattolici e Luterani, ma a tutte le confessioni cristiane desiderose di unità. In modo sottile si introduce una specie di via di sicurezza in una materia così complessa, anche per attenuare l'asprezza delle discordanze, considerando che molti Cristiani ed anche Cattolici di tali dogmi hanno una accettazione "implicita" anziché esplicita, di cui ha scritto Newman.

8. Battisti - Cattolici (1988)
Il Rapporto delle conversazioni svolte dalla Commissione per la dottrina battista e la cooperazione dell'alleanza mondiale battista e dal Segretariato vaticano per l'unione dei cristiani, intitolato «Testimoniare Cristo oggi» ha riservato un capitolo a parte su «Il posto di Maria nella fede e nel cu1to». Con espressioni molto chiare e decise si afferma che la devozione a Maria ha costituito tradizionalmente un'area di grande differenza tra Cattolici romani e Battisti. Questi ritengono, in primo luogo, che la devozione mariana metta in discussione l'unica mediazione di Cristo e, in secondo luogo, che le dottrine mariane dell'Immacolata concezione e dell'Assunzione, proclamate come infallibili e che in quanto tali i Cattolici sono tenuti a credere, abbiano uno scarso fondamento biblico. D'altra parte queste verità destano forti emozioni e forti convinzioni per cui ci si deve rispettare senza farsi illusioni che si possa trovare un consenso in un prevedibile futuro. Una dichiarazione che rasenta la rassegnazione, superata dalla fiducia nella preghiera di Gesù per l'unità dei suoi discepoli e il dono dello Spirito santo. Non quindi una via teologica quanto un percorso spirituale.

9. Cattolici - Evangelicali (1977-1984)

Il rapporto 1977-1984 sulla «Missione» nell'affrontare il tema della salvezza e della mediazione di Cristo, esprime netta avversione a usare il termine di mediazione e simili a Maria. Nell'Appendice al capitolo III, che riguarda Il vangelo della salvezza, riserva una riflessione su «Il ruolo di Maria nella salvezza». Afferma che questo tema è stato sempre un punto dolente tra Cattolici ed Evangelicali. Il dialogo su questo argomento è stato duro e difficile, sofferto, tanto che i Cattolici «erano turbati dalla trascuratezza» da parte degli Evangelicali circa «il posto che Dio ha riservato a Maria nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa». Con "particolare veemenza" e palesando un forte disagio, gli Evangelicali hanno criticato l'idea che Maria possa aver in qualche modo cooperato alla salvezza. Aspramente critici sono anche nei confronti della pietà popolare mariana e del linguaggio equivoco e non sufficientemente cristologico dei Cattolici.

10. Cattolici - Metodisti (1986)

Nel Rapporto di Nairobi 1986, intitolato «Verso una dichiarazione sulla Chiesa», c'è un passaggio sulle dottrine dell'Immacolata concezione e dell'Assunzione, che sono sempre congiunte con la dottrina dell'infallibilità del vescovo di Roma. Queste dottrine, «indipendentemente che siano vere o false, esse non vengono ritenute essenziali per la fede» ed inoltre ritengono che manchi l'assenso e la ricezione da parte dell'intero popolo cristiano, per cui risultano un problema che riguarda solo i Cattolici.

11. Cattolici - Pentecostali (1977-1982)

Nel Rapporto finale del dialogo svolto tra il 1977 e il 1982, segnato come «Rapporto 1984», sono riportatele posizioni dei Pentecostali classici e dei Cattolici
del segretariato per l'unità dei Cristiani, su una vasta e varia serie di temi, tra i quali troviamo una sezione che riguarda Maria: «Prospettive su Maria». Tratta in singoli capitoletti della maternità, la venerazione, l'intercessione, l'Immacolata concezione, l'assunzione. Sia i Cattolici che i Pentecostali sono d'accordo nel considerare di grande importanza i testi del Vangelo che riguardano Maria. Il disaccordo tra loro è dato dallo sviluppo dottrinale che si è fatto nel corso della storia di questi testi. Pur riconoscendo con i Cattolici che Maria merita "speciale rispetto", i Pentecostali ritengono che «certe pratiche cattoliche della venerazione mariana sembrano superstiziose e idolatriche». Riguardo alla verginità di Maria, i Pentecostali ritengono che «Maria abbia avuto altri figli e che è vissuta come moglie di Giuseppe in senso pieno». Posizioni molto distanti. I Cattolici ribadiscono le loro ragioni e si limitano a ricorre al criterio della "gerarchia delle verità" e di riconoscere che coloro che non professano queste verità su Maria non siano per questo esclusi dalla salvezza.

12. Usa / Battisti del sud - Cattolici (1988-1994)

In una «Dichiarazione riassuntiva» frutto di un triennio di dialogo si ribadisce che i Battisti ritengono la preghiera a Maria e ai santi compromette l'unica mediazione di Cristo. Citano a proposito At 4, 12: «In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati». In passi successivi viene approfondita la questione della comunione dei santi, ma in sostanza le posizioni sono nettamente divergenti.

13. Cattolici - Luterani (1990)

In una dichiarazione comune (1990) dal titolo «L'unico mediatore i santi e Maria -Dichiarazione comune e riflessioni» si è sviluppato un ampio e dettagliato studio storico teologico di grande interesse e complessità sul posto di Maria nella Bibbia e nella storia della Chiesa, sulla preghiera ai santi e sulla comunione dei santi, sempre nell'ottica dell'unica mediazione di Cristo per la salvezza. A questa ricerca fatta insieme seguono alcune «Riflessioni cattoliche», che spiegano più distintamente ciò che pensa la Chiesa cattolica con un riferimento anche alle apparizioni mariane, e alcune «Riflessioni luterane». Quanto a Maria, i Luterani la riconoscono come Madre di Dio e la tengono in grande stima e con Lutero continuano ad affermare che essa non si è gloriata della sua verginità, né della sua umiltà, ma solo del benigno compiacimento di Dio (Magnificat). I dogmi mariani della Chiesa cattolica «hanno molto rattristato» i Luterani, perché «non hanno base scritturistica e sono stati promulgati come verità infallibili senza consultazioni con altri cristiani». Con ciò i Luterani, attraverso il dialogo, hanno imparato come sia ingiusto disprezzare i Cattolici per la devozione a Maria e ai santi come se fosse idolatria. Sullo sfondo di questo dialogo c'è la posizione di Lutero che accettò la definizione di Maria madre di Dio (Theotòkos), affermò la sua perpetua verginità e dichiarò inoltre che l'immacolata concezione fosse un «pensiero pio e amabile». Interessanti a questo proposito anche gli inni di Lutero riferiti a Maria scritti soprattutto per il tempo di Avvento e di Natale.

Bibliografia
BROMURI E., Maria nel dialogo ecumenico, in AA. VV., Maria, Mater nostra. Riflessioni teologiche, esperienze mistiche e culto. A cura di P. Giustino Farnedi o.s.b., Morlacchi Editore, Perugia 2013, pp.171-183; CERETI G. - VOICU S. (a cura di), Enchiridion oecumenicum, Documenti del dialogo teologico interconfessionale. Dialoghi internazionali 1931-1984, Edizioni Dehoniane, Bologna 1986;  ID., Enchiridion oecumenicum, Documenti del dialogo teologico interconfessionale. Dialoghi locali 1965-1987, vol. II, Edizioni Dehoniane, Bologna 1986; CERETI G. - PUGLISI J. E. (a cura di), Enchiridion oecumenicum, Documenti del dialogo teologico interconfessionale. Dialoghi internazionali 1985-1994, vol. III, Edizioni Dehoniane, Bologna 1995, ID. Enchiridion oecumenicum, Documenti del dialogo teologico interconfessionale. Dialoghi locali 1988-1994, vol. V, Edizioni Dehoniane, Bologna 1996; ID.,  Enchiridion oecumenicum, Documenti del dialogo teologico interconfessionale.  Dialoghi internazionali 1995-2005, vol. VII, Edizioni Dehoniane, Bologna 2006.

VEDI ANCHE:
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- DOCUMENTO DI DOMBES
- MARIOLOGIA ECUMENICA
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