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MESSE DELLA BEATA VERGINE MARIA


1. Solo un'Appendice al Messale romano, ma di valore
Approvata dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II e promulgata dalla Congregazione per il culto divino il 15 agosto 1986 con il carattere di « editio typica », la Raccolta di Messe della beata Vergine Maria è un vero libro liturgico del rito romano, anche se piuttosto atipico e originale, certamente senza antecedenti remoti o prossimi. Per il suo contenuto e la sua destinazione, la Raccolta appartiene all'area del Messale romano e, in effetti, il decreto di promulgazione con frase attentamente studiata afferma che « può essere considerata come un'Appendice del Messale romano ». E in una sua dichiarazione il Segretario della Congregazione precisava: « Non si tratta di un nuovo Messale, ma di una specie di Appendice del Messale del Vaticano II, in cui ai formulari mariani ivi presenti se ne accostano numerosi altri. [...] La nuova 'appendice' avrà un peso maggiore di quello che avevano le 'Missae pro aliquibus locis' del Messale del 1962. [ ... ] Le Messe della 'collectio' sono date espressamente per tutti i luoghi in cui vige il .rito romano ». Proprio per questo la Raccolta si regge sui principi e sulle norme dell'attuale Messale romano, e - come dicono le Premesse - «la sua promulgazione non apporta alcuna modifica né al Calendario romano generale promulgato il 21 marzo 1969, né al Messale romano pubblicato in seconda edizione tipica il 27 marzo 1975, né al Lezionario delle messe la cui seconda edizione reca la data del 21 gennaio 1981, né infine al vigente ordinamento rubricale » (n. 22). Comunque, passando dal piano giuridico a quello contenutistico, la Raccolta si prefigge una duplice finalità:
- la prima, che possiamo chiamare finalità essenziale e che è comune a tutti i formulari mariani del Messale romano, « si propone soprattutto di favorire, nell'ambito del culto alla beata Vergine Maria, celebrazioni che siano ricche di dottrina, varie quanto all'oggetto specifico e che commemorino correttamente i fatti di salvezza compiuti da Dio Padre nella beata Vergine, in vista del mistero di Cristo e della Chiesa » (Premesse, n. 19);
- la seconda, che possiamo chiamare finalità specifica e che costituisce - in definitiva - la ragione pratica-pastorale dell'esistenza dei nuovi formulari, viene incontro ad una esigenza sentita soprattutto nei santuari mariani e nelle comunità ecclesiali con accentuata spiritualità mariana (cf. Premesse, n. 21).
Con tale Raccolta detti luoghi mariani e comunità ecclesiali possono conseguire un duplice obiettivo:
- evitare ai pellegrini una eccessiva ripetizione della stessa Messa e la conseguente presentazione, dal punto di vista tematico, unilaterale della figura della Madre del Signore (= obiettivo negativo);
- celebrare con varietà di aspetti la molteplice partecipazione di Maria nella storia della salvezza e nel mistero di Cristo e della Chiesa (= obiettivo positivo).
Se dal punto di vista eucologico-mariano il Messale di Paolo vi rappresenta un notevole progresso in relazione al Messale di Pio V, tuttavia tale progresso era minore proprio nel Comune della beata Vergine Maria, cui dovevano ricorrere i santuari mariani e le comunità ecclesiali per le « messe votive » della Vergine. Ora la nostra Raccolta costituisce un ulteriore ampio progresso della liturgia romana proprio nel settore specifico delle messe votive della Madonna. Di qui la più vasta utilizzazione dei nuovi formulari oltre all'ambito dei santuari mariani, nei quali si celebrano frequentemente Messe di santa Maria: sia nelle comunità ecclesiali che, nei sabati del Tempo ordinario, desiderano celebrare la messa in memoria della beata Vergine Maria; sia in quelle che, nei giorni in cui si possono celebrare « Messe facoltative », desiderano utilizzare qualche formulano in memoria della Madre del Signore (cf. Premesse, n. 21).

2. Una raccolta di formulari mariani, ma armonizzati con l'anno liturgico

«Costituita in gran parte da formulari provenienti dagli attuali Propri delle Chiese particolari e degli Istituti religiosi nonché dallo stesso Messale romano» (Premesse, n. 20), opportunamente rielaborati ed aggiornati secondo le esigenze degli odierni sviluppi .mariologici da un gruppo (coetus) di esperti in liturgia e in maniologia fin dal 1984, la nostra Raccolta obbedisce ad un principio ordinatore, ossia il dispiegarsi dell'anno liturgico: « La Raccolta di messe della beata Vergine Maria è disposta secondo l'ordinamento dell'anno liturgico. Pertanto i quarantasei formulari della Raccolta, in relazione soprattutto al mistero che essi celebrano, sono distribuiti nei vari tempi dell'anno liturgico: nel Tempo di Avvento (tre formulari), nel Tempo di Natale (sei formulari), nel Tempo di Quaresima (cinque  formulari), nel Tempo di Pasqua (quattro formulari), nel Tempo ordinario (ventotto formulari) » (Premesse, n. 24). Si tratta di un principio squisitamente liturgico, che presenta numerosi vantaggi:
- offre l'opportunità di celebrare « la cooperazione della beata Vergine all'opera della salvezza [...] nel tempo liturgico più adatto » (Premesse, n. 24);
- sottolinea la dipendenza della celebrazione della «memoria di santa Maria» dalla celebrazione sacramentale del mistero di Cristo, dal momento che non deve esistere un «ciclo mariano» parallelo o contrapposto al « ciclo cristologico », ma solo « memorie della Vergine » organicamente inserite nella celebrazione dell'unico « ciclo annuale •dei misteri di Cristo » (cf. SC 103);
- facilita la comprensione vitale della figura e della missione della Madre del Signore in una prospettiva storico-salvifica di derivazione biblica;
- permette di approfondire e di mettere in luce l'intima associazione della Vergine Madre alla missione salvifica della Chiesa.
Pertanto, a nessun formulano viene assegnato un « giorno proprio », anche quando alcuni « titoli» lo hanno in calendari particolari, e lo si è fatto con scelta oculata e puntigliosa: se si fossero indicati quarantasei giorni del calendario per le quarantasei messe raccolte, si sarebbe creato un nuovo « calendario mariano» o, peggio, si sarebbero istituite quarantasei nuove «feste mariane », e questo contro la lettera e lo spirito della riforma dell'anno liturgico (cf. SC 107.111).
Nessuno può misconoscere questo merito fondamentale alla nostra Raccolta mariana, che diventa anche criterio ermeneutico per la comprensione, l'uso liturgico e l'adeguata catechesi dei formulari proposti: quello - cioè - di aver tentato di disporre le quarantasei messe in maniera che riflettano l'evolversi della storia della salvezza (= aspetto biblio-salvifico), si armonizzino con la celebrazione rituale - dall'Avvento alla solennità di Cristo Re - del mistero di Cristo (= aspetto misterico-liturgico) e tengano conto di alcune esigenze dei calendari sia generale che locale (= aspetto eortologico).

3. Un mezzo liturgico ricco di contenuti, ma che esige un uso sapiente e vario

La Raccolta di messe della beata Vergine Maria si snoda tutta nell'ambito della mariologia del Vaticano II e dei suoi sviluppi più autorevoli: le costituzioni SC e LG e l'esortazione MC hanno avuto un influsso notevole nella composizione dei nuovi formulari. E questo è evidente non solo dalle frequenti citazioni di detti documenti, ma soprattutto dalla mentalità soggiacente alla maggior parte dei testi: l'orizzonte teologico è quello conciliare dell'inserimento del mistero di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa:
a) Centralità del mistero di Cristo
La « novità cristologica» della Raccolta consiste nell'aver sottolineato con vigore la dimensione pasquale (morte - risurrezione - ascensione - dono pentecostale) della relazione Cristo-Maria. Se le messe classiche mariane del passato ricordavano soprattutto la partecipazione di Maria all'incarnazione di Cristo, le nostre messe senza diminuire l'importanza 'fondamentale della maternità divina -. celebrano con particolare attenzione la partecipazione di Maria alle tappe successive della pasqua di Cristo: e questo non è davvero poco!
b) Attenzione all'ecclesiologia
La relazione Maria-Chiesa, puntualizzata dal concilio, ha permesso ai nostri formulari di sottolineare con una certa compiacenza i rapporti tra la santa Vergine e la comunità ecclesiale: primizia e inaugurazione della grazia che sarà dono di tutti, membro eminente del popolo della nuova alleanza, madre sollecita dei fedeli discepoli di Cristo, prototipo - modello e immagine del passato - presente e futuro della Chiesa... Anche i privilegi di grazia concessi alla gran Madre di Dio vengono costantemente letti nel significato e in funzione ecclesiale. Maria viene presentata come « la Sorella di tutti i figli di Adamo » (Pr. 37) e modello dell'autentico cammino evangelico... Siamo nel clima di quella Redemptoris Mater, che si caratterizza per aver proposto alla Chiesa Maria di Nazaret come modello di un sofferto cammino di fede: « nella vita della Chiesa in cammino », appunto!

4. Validità, ricchezza e sapiente uso della Raccolta
Libro non previsto dalla riforma liturgica, solo occasionalmente caduto nel terreno fertile dell'anno mariano (ma che ne supera le contingenze), piuttosto frutto dei desideri del popolo di Dio e dell'attenzione dei responsabili della liturgia romana, la Raccolta - per la sua ricchezza teologica e la sua capacità di ispirare una pietà mariana più biblica, più ecclesiale e più vitale per noi - rimane un piccolo «tesoro », dal quale si possono tirar fuori cose antiche e cose nuove. Tuttavia - proprio perché cosa preziosa - va usato con le dovute attenzioni, ossia con saggezza liturgica. Se si è potuto scrivere con fondata preoccupazione che « La Raccolta di messe della beata Vergine Maria è una grossa sorpresa di fronte alla quale non si prevede una reazione univoca. [...] Diamo per scontata quella entusiasta e quella negativa. Ci interessa tener conto di alcune comprensibili riserve o timori di tipo dottrinale, ecumenico e pastorale... ». Crediamo che tali pericoli possano essere ovviati con un retto uso del nuovo sussidio: e bisogna dire che le Premesse contengono tutte le regole del gioco per assicurare la sua riuscita. Lo si accolga, dunque, di buon animo come:
- monumento di pietà liturgica, ricco di fresca dottrina sia nei testi dei formulari, sia nelle Premesse generali e in quelle del Lezionario, sia anche nelle preziose indicazioni che precedono ciascuno dei formulari delle messe. Di più, la Raccolta colma alcuni « vuoti » 'presenti nell'attuale eucologia mariana, fornendo nuovi formulari che mettono in risalto sia la presenza sia l'esemplarità di Maria per la Chiesa nei tempi di grazia del ciclo pasquale, potenziando nel contempo anche gli altri con la indicazione di ulteriori aspetti del multiforme mistero di salvezza. Se una profonda conoscenza di queste ricchezze precede l'uso dei nuovi formulari, non ci sono da temere intemperanze;
- fonte per una rinnovata catechesi mariana: un'eucologia manna tanto ricca e pienamente in sintonia con i recenti sviluppi della mariologia non può non prestarsi bene per una catechesi aggiornata e vitale, anche perché il linguaggio dei nuovi formulari è meno « asciutto » di quello eucologico classico e più biblico-discorsivo. In particolare, la Raccolta, mettendo costantemente in risalto l'esemplarità della Vergine di Nazaret, induce i fedeli a conformarsi alla 'Madre per meglio conformarsi al Figlio, sia nella liturgia sia nella vita: « a custodire 'premurosamente la parola di Dio e a meditarla amorosamente; a lodare Dio con esultanza e a rendergli grazie con gioia; a servire fedelmente Dio e i fratelli e ad offrire generosamente per loro anche la vita; a pregare il Signore con perseveranza e ad implorano con fiducia; ad essere misericordiosi ed umili; a osservare la legge del Signore e a fare la sua volontà; ad amare Dio in tutto e sopra tutto; a vegliare in attesa del Signore che viene » (Premesse, n. 17). Se si è potuto affermare che il Messale è un « manuale di teologia » che la Chiesa mette in mano ai suoi figli, l'insieme dell'eucologia mariana del Messale costituisce un « manuale di mariologia » presentato oggi in «edizione aggiornata » e capace di armonizzare dottrina, culto e vita, facendo - sull'esempio della prima Discepola del Maestro - di tutta l'esistenza un culto spirituale gradito a Dio;
- miniera da cui attingere per ogni forma di devozione mariana: infatti, il libro liturgico è uno strumento privilegiato non solo per la celebrazione, ma anche per la catechesi (come si è detto), per la spiritualità, per apprendere l'arte e i modelli per la preghiera comunque intesa. Ha una funzione pedagogica, fornisce innumerevoli testi alla devozione privata e comune, permane luogo di meditazione e fonte di evangelizzazione... La nostra Raccolta nasconde possibilità immense di valorizzazione al di fuori della celebrazione eucaristica stessa: già si può trovare qualche sussidio', ma il campo rimane aperto all'inventiva e alla creatività dei singoli e delle comunità. La storia dell'influsso dei nostri 'formulari sulle forme di pietà mariana della Chiesa di oggi e di domani è ancora tutta da scrivere, e in gran parte dipende anche da noi.
Possiamo concludere affermando che la Raccolta di Messe della beata Vergine Maria (come, del resto, la nuova eucologia mariana della seconda edizione italiana del Messale) non intende sovvertire il conciliare Messale romano di Paolo VI, anzi lo valorizza; di più, è un arricchimento indiretto alla molteplice pietà mariana della Chiesa, perché sia sempre più vera, biblica e vitale.

Bibliografia
FALSINI R., Maria nel culto della Chiesa, Edizioni O. R., Milano 1988, pp. 140-147; ID., Le « premesse » al nuovo libro e il suo corretto uso in parrocchia, in Rivista Pastorale Liturgica, 145 (1987/6) pp. 25-30; CONGREGATIO PRO CULTO DIVINO, Collectio Missarum de beata Maria Virgine. Editio typica. - Lectionarium pro Missis de beata Maria Virgine. Editio typica, Libreria Editrice Vatcana, Città del Vaticano 1987; Traduzione italiana con Veste « da altare»: [CEI], Messe della beata Vergine Maria. Raccolta di formulari secondo l'anno liturgico - Lezionario per le Messe della beata Vergine Maria, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1987; CAPRILE G., Un sussidio per l'anno mariano, in La Civiltà Cattolica, 1987, vol. III, pp. 41-45; AA.VV., Celebrare Maria con Cristo nella Chiesa, n. 145 (1987/6: novembre-dicembre) di Rivista di Pastorale Liturgica: primo commento sistematico di rilievo; SODIM., Maria santissima nel mistero di Cristo. Un nuovo strumento per celebrare il mistero di Cristo in comunione con Maria, in Liturgia (CAL), 26 (febbraio 1988), pp. 63-92; DELLA TORRE L., Celebrare santa Maria. 24 schemi: letture - preghiere - omelie, Queriniana, Brescia 1987; NOÉ V., La « Collectio Missarum de beata Maria Virgine », in L'Osservatore Romano, 4 marzo 1987, p. 4; 
 
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