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MEDIOEVO


1. Forme superficiali d'interpretazione della figura di Maria
Il tempo dei Padri era caratterizzato da una progressiva scoperta dell'importanza di Maria all'interno del mistero centrale dell'incarnazione della seconda persona divina. La prospettiva dei primi secoli era orientata in maniera storico-salvifica. Il medioevo fa registrare una svolta gravida di conseguenze. L'attenzione viene sempre più rivolta al ruolo svolto da Maria nella redenzione. Da Madre di Cristo ella diventa sua partner. Di conseguenza si vorrebbe conoscere sempre di più la sua persona e la sua vita. Ci si interessa ai privilegi soprannaturali che sono legati alla sua funzione. Contemporaneamente l'uomo medioevale, vivamente preoccupato della salvezza della propria anima, si rivolge a Maria quale protettrice, Madre e soccorritrice. Nasce una pietà mariana molto estesa. Le sue caratteristiche sono le stesse della coscienza medioevale della fede in genere: individualismo pronunciato, interiorizzazione sentimentale e moralizzazione delle verità di fede. È facile immaginarsi come, in questo quadro, la scarna sobrietà della mariologia neotestamentaria risulti insufficiente. Un esempio di questo nuovo spirito l'abbiamo in un'opera che proviene dalla seconda metà del secolo XIII, spacciata come scritto di Alberto Magno, che ebbe di conseguenza una vasta diffusione e un grande influsso. L'edizione a stampa abbraccia più di trecento pagine formato enciclopedia, eppure non contiene altro che una spiegazione del vangelo dell'annunciazione, che nel Nuovo Testamento occupa una mezza pagina. L'ignoto autore si dilunga su questioni come quella del colore del vestito e del sesso dell'angelo. È chiaro che «dovette essere il sesso più nobile a illuminare la beata Vergine» e che quindi l'angelo era di sesso maschile. Egli risponde affermativa- mente anche alla questione se Maria fosse una scienziata e assicura ch' era esperta perfino in fisica e in medicina. Sa che Giovanni era il confessore della Madre di Dio. Si preoccupa di sapere se pesava a sufficienza e quale fosse il colore della sua pelle, dei suoi capelli e dei suoi occhi: questi erano neri, quella era rosea. Ovviamente è anche sicuro che la Vergine era meravigliosamente bella. Oggi non sappiamo se sorridere di tutte queste cose o se manifestare il disagio che proviamo di fronte a tante «conoscenze» dettagliate, e ci domandiamo dove abbiano mai un qualche fondamento simili fantasie. A questo scopo il nostro autore non esita di tirare in ballo le teorie filosofiche e le speculazioni teologiche più elaborate. Cosi risolve il problema del colore della pelle in base alla fisica medioevale degli elementi. La bellezza di Maria per lui risulta dalla supposta bellezza di Cristo (contrariamente a quanto ritenevano molti Padri), ma anche dalla seguente riflessione: « Il corpo è ordinato all'anima. Ora un'anima più nobile ha bisogno di un corpo più nobile. Pertanto la bellezza del corpo dipende dalla bellezza dell'anima. Di conseguenza, dove abbiamo la bellezza più perfetta dell'anima, là deve esserci anche una perfetta bellezza del corpo»". Questa mentalità la ritroviamo chiaramente nella produzione artistica del secolo XIII. Le statue di Maria mostrano ragazze graziose e vestite secondo la moda del tempo. Oppure incontriamo raffigurazioni teatrali come quelle che presentano Maria in atto di svenire sul Golgota. Dal canto loro, i predicatori si dilungano a descrivere le sue lacrime, i suoi sospiri e i suoi dolori.

2. Vari aspetti e problematiche della Mariologia medievale

Questi eccessi non hanno ovviamente impedito che la mariologia venisse trattata anche in modo più rigorosamente teologico. A partire dal secolo XII si comincia a meditare sulla funzione della Madre di Cristo ai piedi della croce, laddove le si riconosce una certa cooperazione. Sul Golgota ella ha offerto un vero sacrificio. In tal modo è diventata la madre spirituale di tutti i cristiani. Le parole di Cristo riportate in Gv 19, 26: «Ecco tua Madre» vengono riferite a tutti i battezzati. Solo Maria ha continuato a credere in Cristo tra il venerdì santo e la Pasqua, lei sola perciò durante quei giorni è stata la Chiesa, dicono molti autori medioevali. Partendo di qui Bernardo di Chiaravalle sviluppa per la prima volta il tema della mediazione. Maria intercede continuamente per i membri della 'Chiesa ed è come l'acquedotto, che convoglia le grazie verso di noi (Sermo de acquaeductu (PL 183, 437-448). L'alta scolastica riprende a occuparsi del tema dell'assenza in Maria del peccato originale. I teologi più importanti, tra cui anche un Tommaso d'Aquino, non ammettono l'immacolata concezione. Invece Duns Scoto si schiera decisamente a suo favore. Nel secolo XV la situazione è cambiata. Nel 1439 il Concilio di Basilea dichiara questa tesi proposizione di fede, ma la sua dichiarazione non sortisce alcun effetto, perché a quel tempo il Concilio non era più in unione con il Papa e non venne quindi riconosciuto come legittimo. Verso la fine del medesimo secolo Sisto IV permette la celebrazione della festa corrispondente in Roma. Tuttavia nella controversia successiva la bilancia pende di nuovo a favore degli avversari dell'immacolata concezione. Il Concilio di Trento, data la mancanza di unanimità tra i Padri, non fu in grado di decidere la cosa in maniera definitiva. Infine nel secolo XVII le discussioni si fecero talmente aspre, che nel 1661 il papa Alessandro VII si vide costretto a intervenire a favore della tesi affermativa ( Breve sollicitudo omnium Ecclesiarum (DS 2015-2017).

Bibliografia

BENINERT W., Parlare di Maria oggi?, Edizioni Paoline, Milano 1975, pp. 54-58.






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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