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VIRGO LIBER VERBI


1. Linee introduttive
Il titolo "Virgo liber Verbi", che presenta Maria "libro di Dio", come molti altri titoli attribuiti alla Madre di Dio sorge e si diffonde nell'antica Chiesa dell'Oriente. Raramente compare nella Chiesa dell'Occidente e solo nel secondo millennio negli scritti di alcuni autori e, come sembra, in dipinti nei quali l'immagine di Maria è accompagnata dalla presenza di un libro. L'immagine del "libro", applicata a Maria, ha come base l'A.T. (in particolare Is 8,1). Tale modo di accostarsi alla sacra Scrittura, scrutando l'AT in riferimento al NT, è tipico dei Padri ed autori della Chiesa antica. Essi affermano con vigore e persuasione che la Scrittura è un libro solo. «Tutta la Scrittura — insegna san Bonaventura - potrebbe paragonarsi a una cetra: la corda inferiore, da sola, non fa armonia; ma con le altre, si. La stessa cosa avviene della Scrittura: un brano dipende da un altro; anzi, un passo dice ordine a mille altri». Era anche ferma convinzione dei nostri Padri nella fede che l'A.T. è profezia e preannuncio, mentre il secondo, il nuovo Testamento, ne è il compimento. La chiave di volta è Cristo (e in ragione di Lui Maria) nel quale, secondo la finissima espressione di s. Efrem Siro (†373) tutte le figure approdano come i i fiumi nel mare. L'appellativo di Libro (liber o tomus in latino e tomos in greco) applicato a Maria, nel suo lungo itinerario storico non solo i si presenta formulato sotto diverse angolature meritevoli di attenzione a livello letterario ma anche con contenuti dottrinali specifici relativi alla figura teologica ed ecclesiale di Maria Vergine madre di Dio.

2. Alle origini del titolo: Maria, lettera di Dio
Due sono i testi patristici che si possono considerare all'origine dell'analogia tra Maria e la Sacra Scrittura. Il primo lo troviamo in uno degli inni a Maria attribuiti a s. Efrem Siro (†373), considerato come il primo dottore mariano della Chiesa. Commentando l'evento dell'Annunciazione (Lc 1,26-38), presenta il messaggio dell'angelo come una lettera sigillata da consegnare a Maria. É questo un testo non solo squisitamente poetico ma anche altamente espressivo: si potrebbe definire un'immagine dipinta con le parole. Il secondo testo è più esplicito. Si tratta di un frammento proveniente da un commento al vangelo di Luca e riferito al secondo detto di Maria (Lc 1,38): «" Ecco l'ancella del Signore", dice Maria, ed è come se dicesse: "Io sono un foglio bianco dove lo scrittore può scrivere ciò che vuole. Faccia di me ciò che vuole il Signore dell'universo" ». Una rilettura questa delle parole di Maria che evidenzia in breve la piena e gioiosa disponibilità di Maria alla volontà salvifica di Dio. Questi due testi si possono considerare alle origini dell'appellativo di libro applicato a Maria. Quest'ultimo che presenta l'immagine "Maria foglio bianco" (potrebbe risalire ad Origene), si trova nuovamente presso Eusebio, Atanasio e Antipatro di Bostra. L'altro, invece, di Efrem Siro viene ripreso ed elaborato da Giacomo di Sarug (†523), altro grande poeta e dottore mariano siro. Egli non solo riprende l'immagine della lettera inviata da Dio a Maria ma identifica la lettera con Maria: «A noi come lettera sigillata appare Maria, in cui il mistero del Figlio e le sue profondità furono nascoste». Paragona il corpo puro della Vergine ad una "lettera" ed il testo scritto al Verbo: «Dette il suo corpo puro come carta monda ed in essa il Verbo l'essenza sua corporalmente scrisse». Spiega poi che Maria è una "lettera sigillata" (chiusa e scritta e letta senza essere aperta) in quanto ha concepito il Verbo di Dio verginalmente: «le Persone divine la sigillarono e la scrissero». Solo teologi e biblisti poeti come Efrem e Giacomo di Sarug potevano presentare la Vergine Annunziata quale "lettera" scritta dalle divine Persone.

3. Maria: libro sigillato di Dio

Con Epifanio vescovo di Costanza e metropolita dell'isola di Cipro (†403) compare l'immagine di "Maria come libro". Conoscitore profondo dell'A.T., Epifanio, alla luce di Is. 8,1 "Prenditi un volume di carta nuova e grande", paragona il seno di Maria ad un libro. Tale figurazione è però finalizzata a mettere in evidenza la condizione verginale di Maria segno della divinità di Gesù Cristo per cui Maria non solo è il libro di Dio ma è il libro "sigillato" in cui solo lo Spirito Santo ha scritto. Tale immagine di "Maria libro di Dio per la sua condizione verginale" la si ritrova sovente nei testi patristici orientali. Pur essendo sempre identica nel suo contenuto dottrinale non è tuttavia mai ripetitiva ma varia letterariamente e tende ad arricchirsi di sempre nuove sfumature teologiche:
- «Libro non scritto e nuovo, libro scritto da mano non mortale» (Sofronio di Gerusalemme t 638).
- «Libro nuovo che il Padre ha effuso dal cuore perché fosse scritto con la lingua di Dio, lo Spirito come con uno stilo [cfr. Salmo 45,2]» (Giovanni di Damasco †ca. 750)'.
- «Ave, o libro stampato, esente da ogni pensiero libidinoso [cf. Is 29,11]... Ave, o volume del nuovo mistero [cf. Is 8,1]» (Teodoro Studita †826)
- «Libro animato di Cristo» (Giuseppe Innografo †826)
- «Libro della generazione di Gesù Cristo» (Guglielmo Bibaucius †1543).

4. Maria: il nuovo libro della Nuova Alleanza

Attraverso il simbolismo del libro nuovo altri Padri cercano di far intuire ai fedeli che contemplare il mistero della Vergine Madre è leggere il libro nuovo della nuova Scrittura:
- «Ave, libro nuovo, secondo Isaia, della nuova Scrittura». Cosi Teodoto, vescovo di Ancira in Galazia (t 446), saluta Maria trasformando il titolo in litania.
- «Libro vivente, corpo del Nuovo Testamento». Questa bella formulazione è presente nella prima e più lunga Vita di Maria che potrebbe essere stata composta dal grande teologo e mistico san Massimo il Confessore, vissuto nel VII secolo.
- «Tu sei il divino libro di Mosè... e sulle tavole è stata scolpita la legge dalla mano stessa di Dio come sul monte Sinai». Questo associare il libro (Maria) al nome di Mosè e tale accostamento tra Maria e le tavole della legge stanno a dimostrare quanto sia stato oggetto di ripensamento il simbolo della "Vergine libro del Verbo". L'Autore è Tarasio patriarca di Costantinopoli (†806), grande protagonista del VII Concilio Ecumenico di Nicea, venerato come santo dalla chiesa greca.
- «Lei, il nuovo libro della nuova Alleanza» (Germano patriarca di Costantinopoli †733)".
É importante prendere atto che nell'antica tradizione patristica orientale, Maria non solo è considerata elemento centrale nella sacra Scrittura ma è vista quale Scrittura viva, corpo del nuovo Testamento, Testamento vivificante consegnato da Dio agli uomini.

5. Maria: libro aperto della primitiva dignità umana

La teologia dell'Oriente patristico associa l'incarnazione alla salvezza intesa non solo come liberazione dai peccati ma come restituzione della primitiva dignità umana. In questo contesto salvifico Maria nella quale il Verbo si è fatto carne diventa, in ragione di Cristo, visione di vittoria sul male, segno della restituzione all'uomo della primitiva dignità umana. Germano di Costantinopoli nel secolo VIII vede nel "libro Maria" un segno di vittoria. Tra gli altri autori, ascoltiamo una voce nuova, eco dell'Occidente e delle donne: «Tu oggi, o Maria, sei fatta libro nel quale è scritta la regola nostra. In te è oggi scritta la sapienza del Padre eterno. In te si manifesta oggi la fortezza e la libertà dell'uomo. Dico che si mostra la dignità dell'uomo, perché, se io riguar- do in te, Maria, vedo che la mano dello Spirito Santo ha scritto in te la Trinità. Formando in te il Verbo incarnato Unigenito Figliolo di Dio».

6. Maria: libro da leggere per imitare

Questa ultima caratteristica di "Maria libro" è evidenziata in Occidente nel secondo millennio. Qui l'immagine del libro è utilizzata per fini pedagogici e rientra nel discorso di esemplarità svolto dalla Vergine Maria. Gisiler di Slatheim esorta a guardare Maria quale libro che insegna molto sulla santità e sulle virtù. Un altro autore, J. Eck (†1543), vede Maria non solo come modello da imitare ma anche come libro in quanto fonte di notizie circa la vita del Figlio. Lettori sarebbero stati gli evangelisti e in particolare Luca.

7. Note conclusive

Il simbolo di Maria liber Verbi non è soltanto esteticamente degno di nota, ma anche teologicamente profondo e ricco di contenuto come i testi patristici citati hanno dimostrato. I Padri della Chiesa, in particolare dell'Oriente, hanno privilegiato nelle loro omelie il linguaggio simbolico rispetto a quello concettuale, non solo per rendere più agevole il messaggio comunicato ai fedeli ma anche perché erano convinti che il "simbolo spirituale" più che i "concetti" riescono ad esprimere il mondo soprannaturale. Può essere ancora attuale l'immagine di "Maria libro"? Credo di si! Il Concilio Vaticano II ricorda che Maria «riunisce in sé e riverbera i massimi dati della fede» (LG 65). Un testo autorevole questo che può essere concettualmente un invito sotteso a leggere il libro Maria ove sono iscritti i massimi dati della fede. Se poi ci chiediamo perché in Oriente il titolo Maria libro del Verbo non è rappresentato nella iconografia, ciò è dovuto ad una decisione conciliare imposta dalla Chiesa agli artisti che prescrive di dipingere Cristo sotto la sua forma umana. Da allora si è imposta la raffigurazione di Cristo e di sua Madre nella loro forma umana. In questo contesto piuttosto complesso si spiega perché l'iconografia orientale non rappresenta mai visibilmente "Maria come libro", anche se continua ad usare il titolo e a cantarlo nella liturgia. Comunque, rileva acutamente lo studioso G. Gharib, «dove Maria è raffigurata con il Bambino, si può idealmente vedere Maria come il libro e il suo divin Figlio il Verbo ivi scritto col dito del Padre, vale a dire dallo Spirito Santo». In Occidente, a livello iconografico, il rapporto "Maria e la Parola di Dio" è stato espresso mediante l'immagine della Vergine che ha in mano o ha davanti a sé un libro aperto. «Il libro sulle ginocchia della Vergine - puntualizza Maria Cecilia Visentin — ricorda la profezia di Isaia: Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele (Is 7,14)». Precisa inoltre riferendosi ad una Annunciazione del Beato Angelico: « Il libro simbolo di preghiera e di familiarità con la sacra Scrittura, ma sopratutto di presenza, indica la presenza del Verbo che si sta facendo carne nel grembo di Maria come già si è fatto presenza nella Scrittura sacra». Concludo questa ricerca sul tema Maria e la Parola nell'antichità cristiana con due curiosità. La prima è un'informazione: il cistercense spagnolo Giovanni Caramuel ha avuto la originale e felice idea di intitolare una sua pubblicazione Maria liber. Con evidente stile barocco, presenta addirittura 43 accezioni per le quali Maria può essere considerata libro. La seconda nota è di carattere iconografico: l'immagine natalizia del Bambino Gesù con il ditino sulle labbra è senz'altro una figurazione suggestiva e da presepe ma ha anche una dimensione teologica di valore in quanto sta a significare che è lui la Parola di Dio portata da Maria su questa terra.

Bibliografia

GILA A. M., "Virgo liber Verbi": Maria libro di Dio, in Santa Maria "Regina Martyrum", XII (2009), n. 2, pp. 19-23; GHARIB G., "Virgo liber Verbi" negli scritti dei Padri, in Maria di Nazaret itinerario del lieto annuncio, a cura di M. M. Pedico, ed. Monfortane, Roma 1998; CARAMUEL G. - LOBROWITZ Y., Maria Liber. Traduzione italiana a cura di P. Bellazzi, Vigevano 1980; DI GIROLAMO M., Maria: libro di Dio e dell'esistenza umana, in Monte Senario IX (2005), n. 26, pp. 61ss.






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