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KURDISTAN


1. Sguardo panoramico alla storia del Cattolicesimo in Kurdistan
Per una rassegna delle chiese e dei monasteri dedicati alla Vergine Maria e, in generale, della devozione mariana nel Kurdistan iracheno sono fondamentali le opere del padre domenicano Jean Maurice Fiey su Mosul e sull'Assiria cristiana. Sono quattro volumi per complessive oltre milletrecento pagine. Le ricerche di Fiey rappresentano la fotografia di un mondo che è in parte scomparso. Dal 1961 al 1991, durante la lotta del popolo curdo per l'autonomia e la feroce repressione baathista, furono distrutti circa 150 chiese e monasteri e 275 villaggi cristiani, inoltre molti cristiani emigrarono a Baghdad e in Occidente. Per aggiornare alcuni dati forniti da Fiey sullo stato di chiese e monasteri, è stato fondamentale il viaggio compiuto nell'area nel settembre-ottobre 2005 e in particolare il colloquio con Mar Patros Harboli, vescovo della diocesi cattolica di Zakho e Dehok. Queste brevi note non sono esaustive e non hanno carattere di completezza. Intendono solo dare uno sguardo a una regione nota al vasto pubblico come Kurdistan e che i cristiani locali di lingua aramaica preferiscono chiamare Assiria (Atur). I cristiani iracheni sono circa seicentomila, di cui trentamila vivono nel Kurdistan. Essi rappresentano il 2,7 per cento della popolazione irachena. Mosul, città araba limitrofa al Kurdistan, si sarebbe convertita al cristianesimo nei tempi apostolici. Almeno tre dei dodici apostoli, Pietro, Tommaso e Bartolomeo, sarebbero giunti a Mosul con quattro dei settanta discepoli, Addai, Mari, Beniamino e Simone. I cristiani di rito siriaco sono assiri (nestoriani), caldei, siro-cattolici e siro-ortodossi (giacobiti). I caldei, che abbracciarono il cattolicesimo nella seconda metà del XVII secolo ad opera dei missionari, rappresentano circa il settanta per cento della comunità cristiana in Iraq. I primi missionari occidentali a stabilirsi durevolmente in Iraq furono i Cappuccini francesi, i quali giunsero a Mosul nel 1636. Dopo alterne vicende la missione cappuccina fu soppressa nel 1724. Nel 1750 giunsero i Domenicani italiani, i quali operarono nella regione fino al 1859, quando subentrano i loro confratelli francesi.

2. Chiese dedicate alla Vergine a Mosul

Nel 1743, durante l'assedio di Mosul ad opera del sovrano persiano Nàdir Shah (1736-1747), che durò quarantadue giorni, furono parzialmente distrutte sia la chiesa caldea sia la chiesa siro-cattolica dedicate alla Vergine con il titolo di al-Tà hira (la Pura). Terminato l'assedio, il figlio dell'animatore della resistenza, Huseyn Pasha al-Ghalili, si recò a Costantinopoli e ottenne dal Sultano l'autorizzazione a ricostruire le chiese distrutte. Si narra che la benevolenza del Pascià e del Sultano si espresse nel riconoscimento ufficiale della protezione accordata dalla Vergine alla città di Mosul. Secondo la tradizione alcuni santi guidati dalla Madonna erano apparsi sui bastioni, rigettando sugli assedianti le palle di cannone. Il riferimento più antico alla chiesa caldea di Mosul nota come di Mart Mariam (S. Maria), risale al 1683. Il tempio fu restaurato nel 1705, come testimonia un'iscrizione posta sopra la porta d'ingresso riservata agli uomini, indicante che la chiesa era sotto la protezione della Vergine. Da allora essa è nota come la chiesa di al-Tàhira (la Pura). Fu restaurata nel 1744 e nel 1872 ed esiste tuttora. Risale al 1672 il riferimento più lontano nel tempo alla "chiesa antica" dei siri cattolici, pure chiamata al-Tàhira. Il tempio fu restaurato nel 1744, ossia l'anno successivo all'assedio persiano, e nel 1809. Il testo posto sotto l'iconostasi segnala che nel 1754 la chiesa conteneva reliquie della santa Vergine, di san Pietro, di san Giorgio, di sant'Antonio e di san Giacomo l'Interciso. P Fiey afferma che nel VI sec. un terzo dei giovani prendeva i voti religiosi; che c'era quindi una propensione eccessiva a fondare monasteri. L'area è in effetti piena di rovine di conventi che nel tempo furono abbandonati. Nella chiesa domenicana di Mosul è esposta una copia della Madonna di Czestochowa dipinta su un pezzo di stoffa di tenda militare. Risale alla seconda guerra mondiale quando il generale Anders ricostituì nei dintorni di Mosul un corpo d'armata polacco. Numerosi militari con il loro comandante Bochinski frequentavano il convento. Da Mosul queste truppe partirono nel 1944 e contribuirono alla liberazione dell'Italia, partecipando alla battaglia di Monte Cassino. Terminato il conflitto, molti militari polacchi e i loro figli sono tornati a pregare davanti all'icona.

3. Chiese dedicate alla Vergine a Erbil, Aqra e Hordepné
A Erbil la chiesa nestoriana della Santa Vergine sarebbe divenuta la moschea della cittadella, ma questa credenza non avrebbe riscontro nella realtà.
Ad Aqra la cattedrale caldea era posta sotto la protezione della Madonna. Alla fine del XIX secolo essa era già in rovina, ma fu restaurata e ampliata verso la metà del XX secolo. Fiey tuttavia osserva che la comunità cristiana della cittadina era esigua. Attualmente rimane in piedi solo l'edificio della chiesa perché i pochi cristiani del luogo sono emigrati altrove.
Nel villaggio di Hordepné esisteva la grande chiesa di Nostra Signora «Madre delle luci» a tre navate. Risale alla prima metà del XIX secolo la conversione al cattolicesimo del sacerdote nestoriano, il quale fu seguito da tutti i fedeli. Negli anni in cui Fiey scriveva il villaggio era già interamente curdo « la chiesa, che forse esiste ancora, serviva da domicilio al capo curdo dell'area. Erano conservati numerosi manoscritti antichi che sono confluiti in altre biblioteche. Ad esempio la Biblioteca Nazionale di Parigi possiede una raccolta di Vite dei santi che fu sottratta durante un saccheggio di quella chiesa. Una leggenda riportata nella Storia della Santa Vergine del 1690 offre l'etimologia popolare del nome del villaggio: «Un mercante salvato tre volte dal naufragio per intercessione di Maria trova rifugio l'ultima volta in un'isola deserta. Qui incontra un eremita che gli consiglia di erigere una chiesa in onore di Maria. Allora un mostro marino gli porta perle di grande valore e un angelo lo trasporta in Oriente. Quando lo depone in terra gli ingiunge: Guarda al tuo fianco! (Hur l-dapnakh). Il commerciante cominciò a costruire un tempio in onore della Vergine e da allora il villaggio ebbe il nome Hordepné».

4. Chiese dedicate alla Vergine a Bartella, Dehok e Kirkuk
Nel villaggio di Bartella (anticamente Bartelli) si erge una chiesa dedicata alla Vergine a cui i manoscritti fanno riferimento a partire dalla metà del XV secolo. Essa è stata restaurata nel 1890, al tempo del vescovo Qurillos Elias Qudso.
Nel 1743 il villaggio di Qaraqosh, noto anche come Baghdeda, fu occupato dalle truppe persiane. I preziosi manoscritti ivi conservati furono messi in salvo e una sessantina di loro sono giunti fino a noi costituendo la «biblioteca di Qaraqosh». Il volume più noto è quello sulla celebrazione delle festività della santa Vergine, risalente al 1746, che descrive tra l'altro l'ultimo tentativo persiano contro Mosul e le razzie degli invasori nei villaggi. Nella zona montuosa di Baghdeda si erge un antico monastero dedicato alla Vergine, con un'importante biblioteca. Attualmente è abitato da quattro monaci e un seminarista.
A Dehok è ben visibile su un colle al centro della città la chiesa caldea della Santa Vergine dell'Assunzione. Nel passato sarebbe stata luogo di culto dei nestoriani e nel 1635 dei siri. Non si sa quando avvenne la conversione dei nestoriani di Dehok al cattolicesimo. Nel 1676 erano presenti una trentina di famiglie cattoliche con una loro chiesa, ma non si conosce il numero complessivo dei cristiani che allora risiedevano nella località. Nella biblioteca della chiesa caldea sono presenti una cinquantina di manoscritti. La chiesa funge da cattedrale della diocesi caldea di Zakho e Dehok.
A Kirkuk esiste tuttora la chiesa della Vergine Pura, al-Tà hira, che si dice sia stata «costruita sotto Costantino».

Bibliografia
GALLETTI M., Elementi di devozione mariana nel Kurdistan (a Mosul e in Assiria), in Theotokos XIV (2006), n. 1, pp. 91-96; ID., Cristiani nel Kurdistan: assiri, caldei, siro-cattolici e siro-ortodossi, Iouvence, Roma 2003; FIEY J. M., Mossoul Chrétienne. Essai sur l'histoire, l'archéologie et l'état actuel des monuments chrétiens de la ville de Mossoul, Imprimerie Catholique, Beirut 1959; ID., Assyrie Chrétienne, Imprimerie Catholique, Beirut I e II Voll., 1965; III Vol., 1968.






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