2. I confrati e Maria
Significativa l'osservazione riferita dalla Bertoldi Lenoci in un recente studio:
«I devoti, i semplici e i poveri di spirito nella solidarietà del gruppo confraternale
riescono a trovare il coraggio di scegliersi un Patrono che è di preferenza una Patrona, una Madonna: non "la Madonna", ma "una Madonna" speciale, con particolari prerogative: fra queste la principale, se non l'unica, quella di Mediatrice tra l'uomo e Dio. Questa funzione materna di Maria viene intesa in mille modi diversi, è quasi su misura per ogni eventuale, possibile soccorso, ma è soprattutto una mediazione in caso di morte».
La paura della morte, è una paura endemica, cronica, ancestrale, che nemmeno la fede riesce sempre ad esorcizzare. Per questo, il pregare insieme la madre di Dio, l'onoraria comunitariamente con la novena o con la recita del Rosario, l'andare in processione o erigere una cappella, una chiesa o un altare a lei dedicati, rassicura il devoto a tal punto che nel grande buio si accende la luce della speranza. E' una speranza che lo conforta e lo spinge, vinta la paura iniziale, a praticare quelle opere di misericordia spirituali e corporali che formano la catena dell'assistenza.»

Bibliografia
PEDICO M. M., La Vergine Maria nella pietà popolare, Edizioni Monfortane, Roma 1993, pp.177-179; PAGLIA V., Le confraternite: un ruolo nella storia, in Jubileum Internationale Confraternitatum 1984, Acta, Roma 1984, pp. 35-42; BERTOLDI LENOCI L. (a cura di), Le confraternite pugliesi in età moderna. Atti del seminario internazionale di studi (27-29 aprile 1989, Fasano 1990, p. 11.