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TOTA PULCHRA


Tota pulchra es, Maria.
Et macula originalis non est in Te.
Tu gloria Ierusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, o Maria.
Virgo prudentissima.
Mater clementissima.
Ora pro nobis.
Intercede pro nobis.
Ad Dominum Iesum Christum.


Tutta bella sei, Maria,
e il peccato originale
non è in te.
Tu sei la gloria di Gerusalemme,
tu letizia d’Israele,
tu onore del nostro popolo,
tu avvocata dei peccatori.
O Maria! O Maria!
Vergine prudentissima,
Madre clementissima,
prega per noi,
intercedi per noi
presso il Signore Gesù Cristo.


Il Tota Pulchra, una delle più antiche tradizioni francescane, è una composizione che nasce dall’unione di alcune antifone dei Primi Vespri della festa dell’Immacolata Concezione, tratte dal Cantico dei Cantici e dal libro di Giuditta: la prima antifona Tota pulchra es Maria et originalis macula non est in te (Cantico dei Cantici, 4,7), e la terza Tu gloria Jerusalem, tu letitia Israel, tu honorificentia populi nostri (Giuditta, 15,10), usata anche per la Natività. «Tutta bella sei, o Maria, e non vi è in Te alcuna macchia. Tu gloria di Gerusalemme, Tu letizia di Israele, Tu onore del nostro popolo». A queste antifone la tradizione francescana ha aggiunto l’invocazione «Tu avvocata dei peccatori. O Maria! Prega per noi, intercedi per noi presso il Signore Gesù Cristo». Cantato dai frati francescani, in semplice melodia gregoriana, il canto mariano si è diffuso tra i fedeli, ininterrottamente, eseguito nelle Chiese e Cattedrali per la novena all’Immacolata. I Francescani, infatti, si sono sempre distinti per la loro particolare devozione alla Vergine Immacolata. I teologi francescani del Medioevo, particolarmente il beato Giovanni Duns Scoto, il Dottor Sottile, hanno difeso il privilegio di Maria, preservata dal peccato originale per i meriti del suo Divin Figlio Gesù. Sin dal 1263 la festa dell’Immacolata era diventata precettiva in tutti i Conventi francescani. E fu un Papa Sisto IV, francescano, che con la Costituzione apostolica del 27 febbraio 1477, prescrisse la festa e l’Ufficio dell'Immacolata alla città di Roma, Ufficio e Messa che aveva commissionato a Leonardo Nogarolo e al quale seguì l’Officium Conceptionis Virginis Mariae di Bernardino Busti (1492). In questo antico ufficio di Nogarolo era prescritto, dopo l’ottava Lettura del Mattutino, un giubilo collettivo: «tutti insieme giubilando cantiamo». E la notte, durante la recita del Mattutino della festa dell’Immacolato Concepimento di Maria, al posto dell’ottavo Responsorio era prescritto che il coro cantasse Tota pulchra es. Lo stesso Sisto IV, due anni più tardi, fece costruire, nell’antica Basilica vaticana, una cappella dedicata alla Madonna Immacolata. Nelle grandi basiliche dei Francescani da secoli risuona il canto del Tota pulchra, al termine delle celebrazioni in onore dell’Immacolata. E molti compositori francescani si sono cimentati nel dare melodia ad un testo tanto significativo e teologicamente profondo. Tra questi non si può non ricordare il bellissimo Tota pulchra del padre Alessandro Borroni (1820-1896), frate minore conventuale, maestro di Cappella prima nella Basilica dei XII Apostoli a Roma e dal 1858 in poi nella Basilica di San Francesco in Assisi. In molti monasteri e conventi, inoltre, si usava dare inizio alle celebrazioni in onore dell’Immacolata, con il canto del Preconio, il giorno 7 dicembre, in refettorio, durante il pranzo. II Preconio dell’Immacolata era strutturato come l’Exultet della Veglia Pasquale. In esso veniva esaltata la Madre Immacolata, la Tota pulchra, fin dalle sue espressioni iniziali: «Carissimi Padri e Fratelli, ecco ritorna il giorno desiderato tanto e tanto venerato, nel quale il nostro Ordine Serafico celebra l’Immacolata Concezione della Vergine Maria, onorata sotto questo gloriosissimo titolo come sua Patrona principale».

Bibliografia
Un testo di Sr. Maria Cecilia Pia Manelli, FI

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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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