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CULTO DI MARIA NEI PRIMI SECOLI


Il congresso mariologico internazionale di Lisbona del 1967 dedicato al Culto di Maria nei primi secoli, ha reso un vero servizio alla Chiesa in rapporto ai sottoelencati tre importanti punti specifici.

1. Il culto di Maria nel bacino mediterraneo prima del Concilio di Efeso (431)
La Palestina, innanzitutto, offre testimonianze «la cui esistenza non si sospettava una diecina di anni fa». Esse sono emerse dagli scavi archeologici, condotti a Nazareth dai francescani B. Bagatti e E. Testa, da cui risulta che sulla casa della Vergine i giudeo-cristiani costruirono nel III secolo un edificio sacro a lei dedicato. lvi si sono trovate due iscrizioni paleografiche in greco: «Xe Maria» (Rallegrati, Maria) e un'altra così traducibile: « .... Sopra il luogo sacro a M scrissi subito i nomi, ho ornato la sua immagine». L'Egitto ci presenta un papiro - scoperto nel1917 - con la celebre preghiera alla Madre di Dio Sub tuum praesidium, che il papirologo Label e i recenti commentatori fanno risalire al più tardi al III secolo6. P. Giamberardini mostra che probabilmente si tratta di un tropario usato nella liturgia del Natale, festa congiunta di Cristo e di Maria Madre di Dio, celebrata già nel II-III secolo. Alla fine del III secolo il Patriarca Teona (280-300) costruisce in Alessandria la prima chiesa in onore della Theometor e un amuleto dello stesso periodo tramanda un'altra preghiera popolare: «Madre di Dio, pura, immacolata, senza macchia, Madre di Cristo: ricordati che tu hai detto queste cose. Guarisci nuovamente colei che porta (questo amuleto). Amen». Anche altre zone culturali documentano il sorgere del culto di Maria nei primi secoli. Epigrafi e affreschi testimoniano a Roma il riferimento probabilmente cultuale a Maria già nel II secolo, mentre bisognerà attendere il V-VI secolo perché sia introdotto nella liturgia il communicantes dove si ricorda «in primis gloriosae semper Virginis Mariae Genitricis Dei et Domini nostri Jesu Christi». La Cappadocia registra la prima apparizione di Maria, quella avvenuta a S. Gregorio Taumaturgo († ca. 270), e la preghiera a Maria elevata dalla vergine Giustina in un momento di pericolo. La Spagna conosce nei poeti Giovenco e Prudenzio (IV-V secolo) le sue prime espressioni di lode a Maria. Perfino la Gran Bretagna sembra vantare una Chiesa dedicata a Maria già nel II secolo. Con il V secolo le testimonianze di culto verso Maria si moltiplicano, come appare dalle omelie ed opere dei Padri dell'epoca.

2. Fondamenti biblico-patristici del culto di Maria
Nel congresso è stata recepita l'osservazione di F. Mussner circa il v. 48 del Magnificat, che non sarebbe entrato nel Vangelo di Luca se nella comunità cristiana non si fosse verificato un inizio di culto mariano. Questo trova il suo fondamento ultimo nella volontà di Dio, che si manifesta nella rivelazione biblica, ma pure lungo la storia della Chiesa. Per C. Colombo si distinguono storicamente tre tappe del culto verso la Vergine: prima appare l'ammirazione mista a gratitudine in base al parallelismo Eva-Maria, che inserisce la Madre di Gesù nel dinamismo della salvezza; poi sorge la preghiera fiduciosa, non come frutto di ragionamenti teologici, ma quale risposta spontanea del senso di fede del popolo di Dio; infine la venerazione si esprime nei templi e mosaici e scaturisce dalla contemplazione della dignità e santità singolare della Madre di Dio. Senza attendere il Concilio di Efeso (431), i Padri avevano sviluppato il culto di Maria in varie direzioni non sempre convergenti: mentre Ambrogio ed Agostino insistono sull'imitazione e Cirillo d'Alessandria sulla speciale venerazione, Efrem sottolinea l'ammirazione e Severiano di Gabala la preghiera fiduciosa. Epifanio, da parte sua, svolgerà un compito moderatore, respingendo sia gli Antidicomarianiti, che negavano la verginità di Maria, sia le Colliridiane, donne arabe che offrivano alla Vergine focacce sull'altare: la sua posizione distingue l'onore dovuto a Maria dall'adorazione riservata alle persone della Trinità.

3. Rapporto del culto di Maria con il mito e gli apocrifi
Se il mito è «un'immagine mentale piena di vita e di efficienza ... che ci unisce al passato, al futuro, al cosmo, all'aldilà», è incontestabile - secondo J. Guitton - il suo concentrarsi in Maria: «L'idea della Vergine Maria attira, concentra al più alto grado, come uno specchio magico un gran numero di miti: miti cosmici, solare, lunare, stellare; miti dell'acqua, della sorgente; miti del deserto; la Vergine ha un suo bestiario dove si trova la colomba e soprattutto il liocorno; ha il suo florilegio, la rosa, il giglio. Ella richiama tutte le metafore e gli elementi dell'antica liturgia, come il tempio, l'arca, il tabernacolo, la nube. Ma la principale fonte del mito è la femminilità». Luogo privilegiato dei miti, che ella accoglie, unifica e purifica, la Vergine è anche «il legame dei misteri più alti»; anzi alla luce di Dio ella e «il contrario di un mito e il centro di un mistero». Il mistero di Maria invita a un progresso incessante, che sfocia nel mistero di Cristo e di Dio. Differente è il rapporto del culto alla Madre di Dio con i miti pagani e l'adorazione delle dee-madri. Anche se sussistono analogie e talvolta dipendenze, prevale l'originalità del culto di Maria, che non è reso ad una dea, ma ad una creatura: i suoi contenuti sono dunque essenzialmente diversi. Quanto agli apocrifi, pur riconoscendo che essi aggiungono ai vangeli dei dati immaginari, occorre superare la visione negativa di Girolamo (che li riteneva «deliramenta») e vedere in essi non soltanto l'espressione sincera e intuiti va della fede popolare, ma pure della profonda venerazione che le prime generazioni cristiane nutrivano per la Madre di Gesù.

Bibliografia
DE FIORES S., Maria nella teologia contemporanea, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1991, pp. 202-205; SALGADO J. M., Le culte  marial dans le bassin de la Méditerranée, des origines au début du IV siècle, in Marianum 34 (1972); BAGATTI B., De beatae Mariae Virginis cultu in monumentis palaeochristianis palaestinensibus, in De primordiis cultus mariani. Acta congressus mariologici·mariani in Lusitania anno 1967 celebrati, 6 vol., Roma Pontificia Academia Mariana Internationalis, Roma 1970, vol. V, pp. 1-20; TESTA E., Cultus marianus in textibus nazarethanis primorum saeculorum, ibidem, pp. 21-34; MALO A. M., La plus ancienne prière a Notre-Dame, ibidem, vol. II, pp. 475-485; GIAMBERARDINI G., Il culto mariano nei primi secoli. Origine, sviluppo, cause, Edizioni del centro francescano di studi orientali cristiani, Cairo 1967; ID.,  De primaevo Virginis Deiparae festo in nativitate Domini occurrente ex documentis liturgiae aegyptiacae, in De primordiis ... , op. cit., vol. V, pp. 79-95; MEO S., La formula mariana 'Gloriosa semper Virgo Maria Genitrix Dei et Domini nostri Jesu Christi' nel Canone romano e presso due pontefici del VI secolo, ibidem, vol. II, pp. 439-458; FRÉNAUD G., De intercessione B. V. Mariae in Canone Missae romanae et in anaphoris liturgiarum orientalium ante VII saeculum, ibidem, pp. 459-462; RUM A., Devotio mariana in Epheso et in Asia minore usque ad saec. VI, ibibem, vol. V, pp. 103-113; MARTINEZ A., De apparitionibus marianis in antiquitate christiana, ibidem, pp. 195-212; RIVERA A., De origine et evolutione cultus marialis in Hispania apud Patres et scriptores ecclesiasticos usque ad S. Ildephonsum (a. 667}, ibidem, pp. 129-144; GILLET H. M., Primordia cultus mariani in Britannia, ibidem, pp. 115-128; MUSSNER F., Lk. 1,48f; 11,27f und die Anfänge der Marienverehrung in der Urkirche, ibidem, vol. II, pp. 25-34; COLOMBO C., De fundamentis dogmaticis cultus mariani, ibidem, pp. 183-193; BERTETTO D., De cultu imitationis B. M. Virginis apud Patres latinos, ibidem, vol. III, pp. 99-117; VASSALU G., Accenni e motivi per il culto mariano in San Cirillo d'Alessandria, ibidem, pp. 163-204; GUINDON H. M., Une dimension objective du culte marial chez Saint Ephrem de Syrie: L'admiration, ibidem, pp. 213-228; GILA A., Il culto alla Madre di Dio in Severiano di Cabala, ibidem, pp. 229-242; GALOT J., Déviation du culte marial et saine tradition: Saint Epiphane et les Collyridiens, ibidem, pp. 291-301; CALDAROPOU G., Il culto della B. Vergine in relazione al culto delle dee pagane, ibidem, pp. 85-108; FERNANDEZ D., Num cultus matrum deorum influxum in terminologiam circa divinam maternitatem habuerit, ibidem, pp. 123·144; LAURENTIN R., Mythe et dogme dans les apocryphes, ibidem, pp. 13-30; LANGEVIN P. E., Les écrits apocryphes du Nouveau Testament et la Vierge Marie, ibidem, pp. 233-252.

VEDI ANCHE:
- CULTO
- CULTO DI MARIA NEI SECOLI VI – XI
- CULTO DI MARIA NEI SECOLI XII – XV
- CULTO DI MARIA NEI SECOLI XVII - XVIII
- CULTO DI MARIA NEL SECOLO XVI
- IPERDULIA






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