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DOCUMENTO DI PUEBLA


Famoso Documento finale emanato dalla Terza Conferenza Episcopale Latino-Americana a Puebla il 13 febbraio 1979, di cui una parte significativa è dedicata alla Vergine Maria.

1. Maria nella Pastorale dell’America Latina
Se la Conferenza episcopale latino-americana ha osservato a Medellin (1968) un «silenzio inspiegabile» su Maria, questo non si ripete a Puebla (1979), il cui documento finale dedica alla «Madre e modello della Chiesa» un'adeguata trattazione (nn. 282-303). La ragione di questo cambiamento è l'attenzione prestata alla storia dell'evangelizzazione in America latina, dopo la presa di coscienza dell'inculturazione, avvenuta nel Sinodo dei Vescovi del 1974. In esso i vescovi afro-asiatici e latino-americani hanno abbandonato come inadeguati i termini conciliari di adattamento/accomodazione per quelli più significativi (e non paternalistici) di acculturazione/inculturazione, incarnazione, contestualizzazione. Accogliendo in pieno questa prospettiva, il documento di Puebla affronta il tema dell'«evangelizzazione della cultura» (nn. 385-443), intendendo per cultura uno stile di vita, che caratterizza un determinato popolo e abbraccia «il complesso dei valori che lo animano e dei valori che lo debilitano e le forme attraverso cui quei valori o disvalori si esprimono e si configurano, cioè i costumi, la lingua, le istituzioni e le strutture della convivenza sociale ... » (n. 387) Costitutiva della cultura latino-americana è la fede cattolica che attraverso l'evangelizzazione l'ha impregnata e unificata, trovando l'espressione più consona nella figura di Maria. La valorizzazione di Maria nella pastorale latino-americana deriva dalla coscienza che un'autentica evangelizzazione deve toccare le radici della cultura e insieme dal fatto che l'inizio storico di essa è legato alla presenza della Vergine di Guadalupe. Gli studiosi si sono pertanto interessati dell'evento guadalupano all'interno della storia dell'evangelizzazione dell'America Latina per passare al compito di rendere significativa la figura di Maria per le nuove generazioni.

2. Mariologia e acculturazione latino-americana
«L'America latina è un continente essenzialmente mariano... Maria non è una mera dottrina della Chiesa, senza ripercussione psicologica e sociale nell'anima popolare ... Sintonizza con le aspirazioni più profonde dell'essere del popolo, orienta l'esperienza dei valori evangelici e nutre un'espressione religiosa nettamente popolare». Di fronte alla sentita presenza di Maria nel cattolicesimo popolare latino-americano, la teologia e la pastorale sono passate attraverso un triplice orientamento. Prima hanno cercato di rafforzare il vincolo tra il popolo e Maria inculcando il senso della sua maternità e intercessione, e insistendo più sull'affetto per la Madre che non sul contenuto relazionale di lei alla Trinità. Poi con la secolarizzazione si è verificata una crisi purificatrice e iconoclasta, che diede origine ad una pastorale a carattere tipologico, mancante di vincolo affettivo e somigliante ad un imperativo categorico. Si giunge infine a Puebla, che salda insieme la maternità e la paradigmaticità ecclesiale di Maria. Ma sotto espressioni universalmente valide ('Maria, madre e modello della Chiesa'), Puebla sfugge alla genericità astorica, contestualizzando tali titoli in rapporto alla realtà socio-culturale del continente latino-americano. Ci preme cogliere nel documento di Puebla queste valenze originali, come esempio di mariologia in contesto, attenta alla storia e cultura del popolo.

3. Maria segno materno del Dio vicino
Nell'evento guadalupano, Puebla legge un «segno» che Dio offre in Maria al popolo per fargli percepire la sua vicinanza e renderlo comunità. Si tratta però di un segno materno, perché una madre è adatta a mostrare la tenerezza di Dio e compiere una missione unificatrice: «Sin dalle origini - nella sua apparizione di Guadalupe e sotto questa invocazione - Maria ha costituito il grande segno, dal volto materno e misericordioso, della vicinanza del Padre e di Cristo, con i quali ci invita a entrare in comunione. Maria fu pure la voce che stimolò l'unione tra gli uomini e i popoli tra loro» (n. 282). Per il suo legame a Cristo, Maria diventa storicamente motivo di fedeltà al Signore, «pedagoga del vangelo nell'America latina» (n.290), sicché quando la «Chiesa latino-americana vuole muovere un altro passo avanti nella fedeltà al suo Signore» deve alzare «lo sguardo alla figura vivente di Maria» (n. 294). Tutto questo è fondato sul compito primordiale di Maria, che consiste nel collegare Dio all'uomo e nell'incarnare la Parola nella concretezza della storia: «Per mezzo di Maria Dio si è fatto carne, è entrato a far parte di un popolo, si è fatto centro della storia. Essa è il punto di collegamento del cielo con la terra. Senza Maria il Vangelo viene ad essere disincarnato, sfigurato, trasformandosi in una ideologia, in un razionalismo spiritualistico» (n. 301). Il popolo latino-americano, il quale non riesce ad accettare una Chiesa che non sia una famiglia, «riconosce nella Chiesa una famiglia che ha per madre la Madre di Dio» {n. 285). La presenza di Maria nella Chiesa non è sotto il segno dell'anonimato: ella suscita nei fedeli un'esperienza personale, che si traduce in dialogo e preghiera a partire dalla vita: «Si tratta di una presenza femminile che crea il clima di famiglia, la volontà di accoglienza, l'amore e il rispetto per la,vita. È una presenza e un sacramentale dei lineamenti materni di Dio. E una realtà così profondamente umana e santa da suscitare nei credenti accorate invocazioni d'affetto, di dolore e di speranza» (n. 291). Tutt'altro che fermarsi ad un rapporto affettivo, la maternità di Maria è impegnata a formare i figli di Dio, che portino a maturità la grazia battesimale e vivano da veri fratelli: «Maria, la Madre, ridesta il cuore filiale che dorme in ogni uomo. In tal modo essa ci porta a sviluppare la vita del battesimo, mediante il quale siamo stati fatti figli. Nello stesso tempo, questo carisma materno fa crescere in noi la fraternità. Così Maria fa sì che la Chiesa si senta una famiglia» (n. 295).

4. Maria paradigma dinamico della Chiesa
Lo sguardo rivolto alla Madre ricupera l'esemplarità di lei durante la sua vita terrena, soprattutto in aspetti essenziali e oggi particolarmente urgenti. Innanzitutto Maria è modello di comunione con Cristo in un intreccio d'amore, che percorre l'intero arco della sua vicenda storica: «Tutta la sua esistenza è una comunione piena con il proprio Figlio. Essa ha dato il suo sì a questo disegno d'amore. Lo ha liberamente accettato nell'annunciazione ed è rimasta fedele alla sua parola fino al martirio del Golgota. E stata la compagna fedele del Signore in tutti i suoi passi. La maternità divina l'ha portata a una donazione totale. E stato un dono lucido e costante. Ha intrecciato una storia d'amore a Cristo, intima e santa veramente unica, che culmina nella gloria» (n. 292). Maria cammina sulla scia di Cristo come «credente» e «discepola perfetta che si apre alla parola lasciandosi penetrare dal suo dinamismo» (n. 296). Affronta momenti duri, ma supera incomprensione e dolore rimanendo fedele al Figlio. In lei «SÌ compie la beatitudine più importante: 'Beata colei che ha creduto' (Le 1,45)» {n. 296). Maria è esempio di cooperazione e creatività, tanto che agisce nella storia salvifica in dipendenza da Cristo, ma come protagonista: «Innalzata alla più grande partecipazione con Cristo, Maria è la stretta collaboratrice della sua opera. E stata 'tutt'altro che donna passivamente remissiva o di una religiosità alienante' (Mc 37). Non è solo il frutto mirabile della redenzione, è anche la cooperatrice attiva. In Maria si manifesta in modo sublime che Cristo non annulla la creatività di coloro che lo seguono. Maria è la creatura associata a Cristo, che sviluppa tutte le sue capacità e responsabilità umane, fino ad arrivare ad essere la nuova Eva a fianco del nuovo Adamo. Con la sua libera cooperazione alla nuova alleanza di Cristo, è la grande protagonista della storia» (n. 293). Quale Madre-vergine, Maria esercita una tipologia riguardo alla Chiesa, che il documento di Puebla interpreta in termini esistenziali come fecondità soprannaturale e servizio degli uomini, da non staccare dal primato della comunione con Cristo in un clima di silenzio contemplativo e adorante. L'esemplarità di Maria si modula inoltre sulle note profetiche e liberatrici del Magnificat, che propone una spiritualità lontana da ogni passività e alienazione: «Il Magnificat è lo specchio dell'anima di Maria. In questo poema raggiunge il suo punto culminante !a spiritualità dei poveri di Jahvè e il profetismo dell'Antica Alleanza. E il cantico che annuncia il nuovo Vangelo di Cristo, è il preludio del Discorso della Montagna. Maria ci si manifesta qui vuota di sé, ponendo tutta la sua fiducia nella misericordia del Padre. Nel Magnificat si presenta come modello 'per coloro che non accettano passivamente le avverse circostanze della vita personale e sociale, né sono vittime della alienazione, come si dice oggi, ma proclamano con lei che Dio è vendicatore degli umili e, se ne è il caso, rovescia i potenti dal trono (Giovanni Paolo II, Omelia a Zapopan, 4, AAS, LXXI, p. 230)»{n.297). Infine Maria è modello del servizio ecclesiale nell'America latina, in quanto nella sua vita si è proiettata verso gli uomini per indirizzarli al Cristo: «La Vergine Maria si è fatta la serva del Signore. La Scrittura la presenta come colei che, recandosi a servire Elisabetta in occasione del parto, le fa il servizio molto più grande di annunciarle il Vangelo con le parole dèl Magnificat. A Canasta attenta alle necessità della festa e la sua intercessione suscita la fede dei discepoli che 'credettero in lui' (Gv 2,11). Tutto il suo servizio agli uomini consiste nell'aprirli al Vangelo e nell'invitarli a obbedire ad esso: 'Fate quello che vi dirà' (Gv 2,5)» {n. 300).

6. Maria progetto dell'uomo nuovo
Puebla presta attenzione al significato antropologico della figura della Vergine, dato che il riferimento a lei appartiene all'intima identità del popolo latino-americano. É un'identità da perfezionare poiché si staglia in un contesto dove alligna il 'peccato contro la dignità umana, peccato rigoglioso in America latina' (n. 330), che provoca un passivo fatalismo e l'emarginazione della donna. Maria costituisce una via per la riconquista della dignità umana, poiché nei due dogmi dell'Immacolata e dell'Assunta presenta l'uomo nuovo secondo il progetto divino: «L'Immacolata Concezione ci offre in Maria il volto dell'uomo nuovo redento da Cristo, nel quale Dio rinnova, 'in modo ancora più mirabile' (Colletta della Natività di Gesù), il progetto del paradiso. Nell'Assunzione ci si manifesta il senso e il destino del corpo santificato dalla grazia. Nel corpo glorioso di Maria la creazione materiale comincia ad aver qualcosa del corpo risuscitato di Cristo. Maria Assunta è l'integrità umana, corpo e anima, che regna ora intercedendo per gli uomini pellegrini nella storia. Queste verità e misteri illuminano un continente dove la profanazione dell'uomo è un fatto costante e dove molti si ripiegano in un passivo fatalismo» (n. 298). Tutti attingono da Maria, oltre che da Cristo, «i grandi lineamenti della vera immagine dell'uomo e della donna» (n. 334); ed avanzano così verso una società umana senza predomini. I vescovi latinoamericani non dimenticano però un fatto di grande portata antropologica, anche se molto semplice e risaputo: «Maria è donna». Da questa affermazione, che si illumina e arricchisce alla luce del vangelo, scaturisce la dignità e grandezza di ogni donna, la cui vocazione è vista nell'unire corpo e spirito, elevando entrambi, contro ogni dissociazione in materialismo o angelismo: «Maria è donna. È 'la benedetta fra tutte le donne'. In lei Dio ha conferito alla donna una dignità di dimensioni insospettate. In Maria il Vangelo ha penetrato la femminilità, l'ha redenta ed esaltata. Ciò è di capitale importanza per il nostro orizzonte culturale, nel quale la donna dev'essere molto più valorizzata, mentre si sta definendo più chiaramente ed ampiamente la parte che le compete nella società. Maria è garanzia della grandezza femminile, indicando il modo specifico dell'essere donna, con quella sua vocazione a essere anima, donazione capace di spiritualizzare la carne e di incarnare lo spirito» (n. 299).

7. Validità del Documento di Puebla
In conclusione, dobbiamo concordare sul fatto che «in Puebla la mariologia offre un riuscito esempio di ri-espressione decisamente accessibile alla particolare udienza latino-americana, raggiungendo un'elevatissima concretezza di acculturazione zonale». La Conferenza episcopale dell'America latina, senza cedere al populismo, supera il grande errore di una pastorale illuministica, che separa «le aspirazioni del popolo dal ruolo ecclesiale di Maria». L'attenzione a Maria deriva sia dalla tradizione biblico-ecclesiale, sia dall'avere assunto il popolo come luogo teologico. Ora si tratta di assimilare gli orientamenti di Puebla, che mirano a unire i popoli nel segno di Maria, in vista di una liberazione cristiana integrale e di una civiltà dell'amore.

Bibliografia
DE FIORES S., Maria nella teologia contemporanea, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1991, pp. 383-391; ORTEGA R., Para una renovación y profundización de la mariologfa in Medellin 2 1976; Puebla. L 'evangelizzazione nel presente e nel futuro dell'America latina, EMI, Bologna 1979; AA VV., Maria en la pastoral popular, Ediciones Paulinas, Bogotà 1976; HOORNAERT E., Nostra Signora di Guadalupe simbolo di una cultura: 'la forza dei deboli', in Concilium 13 (1973) 2, pp. 35-48; ID., Maria e i poveri: un modello di ecumenismo evangelizzatore, in Concilium 19 (1983) 8, pp. 122-133; AMATO A., Mariologia in contesto. Un esempio di teologia inculturata: «Il volto meticcio di Maria di Guadalupe» (Puebla n. 446), in Marianum 42 (1980) pp. 422-423; NUTINI U. G., Syncretism and Acculturation: The Historical Development of theCult of the Patron Saint in T1axala, Mexico (1519·1670), in Ethnology 15 (1976) pp. 312-315; LAURENTIN R., Bulletin sur la Vierge Marie, in Revue des sciences philosophiques et théologiques 62 (1978); MARINS J., Modelos de Iglesia CEB en America Latina,  Ediciones Paulinas, Bogotà 1976; MEJÍA J., Il ruolo materno di Maria nella teologia e nella missione della Chiesa latino·americana, in AA. VV., Il ruolo di Maria nell'oggi della Chiesa e del mondo. Simposio mariologico, Roma ottobre 1978, Marianum-Edizioni Dehoniane, Roma-Bologna1979; ID., La familia de Dios, in Criterio 48 (1976) pp. 743-750.

VEDI ANCHE:
- DOCUMENTO DI APARECIDA






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