È uno dei più grandi Dottori della Chiesa. Nato ad Ales­sandria verso il 295, fu discepolo di S. An­tonio Abate, di cui scrisse la vita. Prese parte, ancora diacono, al Concilio di Nicea del 325, e nel 328 salì la cattedra vescovile di Ales­sandria. Com­batté strenuamente contro gli ariani. Esi­liato, dall'imperatore Costanzo, a Treviri, vi trapiantò il monachesimo. Ritornato in patria, veniva esiliato altre due volte. Morì in Alessandria nel 373. Molti i suoi scritti (PG voll. 25-28). Tra tutti merita speciale menzione il De Virginitate (PG 28, 252-281). L'edizione critica è stata fatta da Fr. Von der Goltz, Eine echte Schrift des Atanasius (TUU,  XXIX,  2,  Leipzig  1905). L'autenticità di questo trattatello è stata difesa, contro i Mauristi, da E. Eichhorn (Athanasii de vita ascetica testimonia collecta, Halis Sax. 1886, pp. 27-30) e da Von der Goltz contro il Batiffoll che la negava in « Ròm. Quartalschrift für Christl. Altertumskunde », 7 [1893] pp. 275-286. Negli anni 50 il Lefort scopriva un opu­scolo copto, incompleto, testualmente mal conservato (Cfr. Lefort L. Th., Saint Athanase: Sur la virginità, in « Le Muséon » 42 [1929] pp. 197-275). «Plusieurs critiques — dice Jouassard — se sont montrés favorables à la thèse de l'authenticité. Celle-ci parait s'imposer à raison de la dépendance de saint Ambroise par rapport à cet écrit. Pour une comparaison qui a été esquissée à diverses reprises entre les deux auteurs, voir notamment A. Spann, Essai sur la théologie mariale de saint Ambroise (Thèse dactylo-graphiée), Lyon 1931 » (Du Manoir, I, p. 87). In occasione della scoperta di questi testi copti, le discussioni sull'autenticità si sono rinnovate (Cfr. Altaner B., Patrologie 1951, p. 234). Vedi anche L. T. Lefort, Un nouveau de virginitate attribué à saint Athanase, in « Anal. Boll. » 67 (1949) = Mélanges Paul Peeters, I, pp. 142-152, e « Acad. Belg. Lettres, Sciences morales et politiques » 35 (1949) p. 140. Encor un « de Virginitate » de saint Athanase?, in « Mélanges de Ghellinck », Jembloux 1951, t. I, pp. 215-221 (Cfr. Laurentin-Table, p. 158).

2. Scritti attribuiti ad Atanasio
Sono sicuramente apocrifi invece:
1) il De Incarnatione con­tro Apollinarem (PG 18, 348a-381d), com­posto probabilmente verso il 380 dai disce­poli di Atanasio. (Bardenhewer, Geschichte der Alt-kirchlichen Literatur, Freiburg i. B., Herder, t. III, 1912, p. 57);
2) In Ps. LXVII, 3 (Maria Theotokos; PG 27, 916c) e In Ps. CV, 50 (Maria Theotokos, PG 27, 1116c) appar­tenenti ad Esichio di Gerusalemme († dopo il 451). Cfr. Jussen K., Die dogmatischen Anschauungen des Hesychius von Jerusalem, Munster 1931, t. I, pp. 23-25, p. 127, nota 8;
3) In navitatem praecursoris... et in Deiparam (PG 28, 905c-914d), di  autore incerto;
4) Sermo in Annuntiat. (PG 28, 917a-940c), posteriore al Concilio di Calcedonia (confuta, infatti, le eresie di Nestorio e di Eutiche); sec. Jugie, La mort e l’Assomption, p. 253, è della fine del sec. o VII dell'inizio dell'VIII;
5) In censura sive descriptionem sanctae Mariae (PG 28, 944-857), di autore ignoto;
6) In nativitatem Christi (PG 28, 960-972c), secondo il Martin (Deux homélies, in « Rev. d'hist. eccl. » 24 [1928] p. 366, nota 3) sa­rebbe una forma lunga dell'Omelia di S. Gio­vanni Crisostomo o di Severiano di Gabala: Super Nativit. Christi (PG 56, 385-394).