1. Una città della Giudea
L'evangelista Luca, non ci dice il nome del paese di Elisabetta, ma parla genericamente di una città situata in montagna nella regione della Giudea, la principale della Palestina, che si trova a sud e aveva per capitale Gerusalemme. La regione era toccata in sorte a Giuda, quarto figlio di Giacobbe, cui si erano unite la tribù di Beniamino e parte della tribù di Simeone. Però una tradizione, che risale al V secolo, ribadita da Padri della Chiesa e confermata da reperti archeologici, ce l'indica come il villaggio di Ain Karem, tuttora esistente. La descrizione di " Terra Sancta" scritta da un certo Teodosio nel 530, parla anche della distanza che intercorre tra Gerusalemme e questo paese: 5.000 passi. Il percorso corrisponde a quello odierno. Maria dunque parti « in quei giorni» (Lc 1,39), cioè subito dopo l'Annunciazione, unendosi a qualche carovana diretta a Gerusalemme, da cui si prende la diramazione per Ain Karem. Il tragitto, di circa 150 km si potrebbe compiere a piedi più o meno in una settimana. È una strada biblica di estremo interesse, che la Vergine già conosceva, perché l'aveva percorsa più volte nei pellegrinaggi alla città santa. Ora però, non l'affronta da sola, ma con il Verbo Incarnato già vivente in lei: quel Bimbo divino che ella «accolse nella fede e con ineffabile amore portò in grembo» (Ant. dell'Annunciazione). Da Nazaret, che si trova a 350 m. di altitudine, la strada scende alla pianura di Esdrelon (= Dio semina), si inerpica sui gioghi della Samaria, attraversando Dothain, Samaria, Sichem e, infine, entra nell'arida Giudea, il cui cuore è Gerusalemme. Oggi la città santa si estende enormemente al di fuori delle sue antichissime mura. Anzi, Ain Karem è già raggiunta da sobborghi nord-occidentali della nuova città ebraica.  Il paese è adagiato nel cuore di una piccola valle. Fin dal 1948 questo villaggio era abitato esclusivamente da popolazione araba, di cui una parte era cristiana. Con la guerra arabo-israeliana gli arabi palestinesi hanno lasciato le loro abitazioni e sono andati profughi in Giordania e altrove, cosi le loro case sono state poi cedute a famiglie israeliane, che le abitano tuttora. Quindi praticamente, la parrocchia di Ain Karem è rimasta senza fedeli.

2. Il Santuario della Visitazione
Quando vi giunse Maria, il paese era ancora più piccolo di oggi e possiamo ipotizzare la sua area sul sito ove sorgono gli edifici francescani del santuario di S. Giovanni Battista. La basilica della Visitazione si trova fuori del paese, lungo il pendio della collina occidentale, nei pressi di un grande convento copto che ricorda
l'episodio evangelico dell'incontro di Maria con Elisabetta. Alcuni studiosi, infatti, pensano che questo incontro sia avvenuto sulla collina, in una casa di campagna di Zaccaria, dove precedentemente Elisabetta si sarebbe tenuta «nascosta per cinque mesi » (Lc 1,24) per dedicarsi alla preghiera di ringraziamento a Dio e per non far apparire in pubblico i segni della gravidanza avvenuta in tarda età. Alla fontana del villaggio, si prende l'erta che sale la collina e che dopo alcune centinaia di metri conduce al santuario.
Il nuovo santuario, realizzato nel 1955 dall'architetto A. Barluzzi, si ispira ai due precedenti che erano sovrapposti, e di cui rimangono solo alcuni reperti archeologici. Il Santuario ha due livelli. L'ambiente della cripta si presenta in una forma semplice e graziosa. Qui si trovano resti di chiese crociate e bizantine precedenti che una volta si ergevano nello stesso luogo. Secondo la tradizione S. Elena, la madre dell’Imperatore Constantino, ordinò l’edificazione della prima chiesa bizantina. L’altare odierno si trova nel punto nel quale S. Elena eresse il suo altare. Si pensa che alcune pietre della cripta risalgano ai tempi di Elisabetta e Zaccaria. Incastonate sulle pareti si possono ammirare alcune scene riproducenti l'apparizione dell'angelo Gabriele a Zaccaria, il saluto di Maria alla cugina e l'episodio apocrifo di Elisabetta che fugge sulla montagna per sottrarre il figlioletto Giovanni ai soldati di Erode il grande, durante la strage degli Innocenti. Una lunga scalinata interna sale alla nuova basilica superiore composta da una navata ricca di decorazioni, fregi e dipinti. Tutto esprime gioia, gloria, esultanza. È la degna basilica del "Magnificat" (il cantico di Maria). Un enorme affresco dell'abside, raffigura Maria in atteggiamento di dar gloria a Dio, circondata da angeli osannanti e da esponenti della Custodia di Terra Santa e del Patriarcato latino di Gerusalemme, che le offrono il nuovo santuario. Sulle pareti sono affrescati degli angeli ed emergono cinque raffigurazioni della Vergine sotto i titoli di: Madre di Dio, Immacolata, Dispensatrice di grazie, Aiuto dei cristiani e Rifugio dei peccatori.

Bibliografia
DALLA LIBERA V., Maria nella sua terra, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986, pp. 52-57; AA. VV., Guida biblica e turistica della Terra Santa, Istituto Propaganda Libraria, Milano 1980; AA. VV., Arte e storia di Gerusalemme. 3000 anni della Città Santa, Bonechi & Steinmatzky, 1999; MINISTERO ISRAELIANO DEL TURISMO, Un pellegrinaggio in Terra Santa sulle orme della Vergine Maria, Israele 2011.