Maria Francesca Teresa (1873-1897) Martin è passata alla storia per la sua via “dell’infanzia spirituale”. Morta a soli 24 anni, Teresa entra nel Carmelo di Lisieux il 9 aprile del 1888. Ella stessa racconta la sua vocazione nel testo autobiografico Storia di un anima. Il suo progredire nelle virtù fu rapido che dopo tre anni fu nominata maestra delle novizie. Nel suo ultimo periodo di vita accettò la sofferenza ed arrivò al vertice dell’amore per Gesù, per il prossimo e della misericordia di Dio. Desiderava ardentemente essere una missionaria, tanto che per la chiesa è patrona delle missioni. Gesù stesso le mostrò in quale modo avrebbe potuto vivere tale vocazione: “praticando in pienezza il comandamento dell'amore, si sarebbe immersa nel cuore stesso della missione della Chiesa, sostenendo con la forza misteriosa della preghiera e della comunione gli annunciatori del Vangelo”.
Delle sue opere ci giungono: Storia d’un anima suo scritto autobiografico edito nel 1898 e tradotto in tutte le lingue nel 1950; Manoscritti autobiografici che comprendono: la sua autobiografia, Consigli e ricordi riferiti alle novizie, otto Preghiere (tra cui l’atto di offerta all’Amore misericordioso), cinquantadue Lettere, trentacinque Poesie e frammenti di cinque Pie Ricreazioni;  Spirito di Santa Teresa del bambino Gesù, pubblicato nel 1923 da suor Genoveffa (Celina); Novissima verba è una raccolta  composta da Madre Agnese di Gesù delle ultime parole della Santa pubblicata nel 1926.

1. Spiritualità mariana di Teresa
Alcuni hanno dubitato se la spiritualità di Teresina possa esser considerata Carmelitana. Possiamo sciogliere questo dubbio se guardiamo alla sua devozione filiale alla Madonna (a diversi suoi titoli: Nostra Signora delle Vittorie, del Perpetuo Soccorso, del Sorriso). Teresina era convita che Maria la chiamò nel Carmelo: “ Amore credere che sia per questa ragione che Maria ha voluto farmi diventare sua figlia”. Dalla sua corrispondenza emerge invece la devozione per lo scapolare, abito di Maria, quale segno distintivo del Carmelo. Nomina spesso anche il velo ed il manto bianco, costante richiamo al manto della Madonna e simbolo della purezza del cuore. La vita nel Carmelo è, per Teresina, uno stare sotto la protezione del manto della Madonna dove “Gesù dorme”. Questa devozione non è frutto di un semplice ideale, ma è convinzione profonda della presenza viva e buona di Maria. Ella “è più Madre che Regina” diceva perché credeva che la Sua santità e la Sua gloria non poteva offuscare quella dei santi figli suoi. Quando compose “Perché t’amo, Maria”, esempio massimo della sua poetica, fu prima della sua morte. Motivo di composizione di questo poema furono il fatto che Maria potesse conoscere la sua personale sofferenza e che Maria ci ama come Gesù. Teresina aveva tanta confidenza con la Madonna perché era sua figlia. Riporto la poesia: «Vorrei cantare, Madre, perché t’amo; e perché il dolce tuo nome mi fa trasalire il cuore. E perché il pensiero della tua suprema grandezza non saprebbe ispirarmi spavento nell’anima». Teresa giunta nell’ora ultima non pregava più Dio né per vivere né per morire. Per questo le presentava a Maria. Ella sapeva presentarle al Signore. “La Vergine Santa fa bene le mie commissioni! Gliene darò ancora!”, ripeteva. Nel vangelo, Teresina trova una Madre capace di sofferenza (cfr. Lc 2,35) e per questo si commuoveva e aumentava la sua stima  verso di Lei. Maria ha vissuto una vita simile alla nostra e condividere le umane sofferenze è segno i profonda comunione di vita tra due persone. Altra virtù mariana importante è l’umiltà. Se Lei ha “potere” sulla Trinità è perché ha vinto il “cuore di Dio” con la santità della sua vita nascosta. Questo rispecchia la “piccola via” di Teresina. «Piccola come sono, Maria, lo sai bene, anch’io, come te, accolgo l’Onnipotente. Né la mia debolezza me ne spaventa, se i tesori della madre appartengono anche alla creatura. Chè io sono la tua bambina, Madre amatissima! Le tue virtù, il tuo amore, non sono forse miei? Così, quando la santa particola mi scende nel cuore, il dolce Tuo Agnello, Gesù crede di riposare in te».  Teresina aveva trovato “un posto nella Chiesa: esser un cuore che ama!”. E Maria l’aveva preceduta in questa vocazione “oblativa”.

Bibliografia
NERI U., Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Bologna 1994; BOAGA E. – BORRIELLO L., Teresa di Gesù Bambino, in Dizionario Carmelitano, Roma 2008; GIOVANNI PAOLO II, Omelia. Proclamazione di santa Teresa di Gesù Bambino e del volto santo dottore della chiesa  (19 ottobre 1997); Morando G., Io sarò l’amore. Santa Teresa di Gesù Bambino: un cuore che batte per la missione, Cantalupa (Torino) 1998; LÈTHEL F. M., L’amore di Gesù: la cristologia in santa Teresa di Gesù Bambino, Roma 1999; S. TERESA DI GESÙ BAMBINO, Opere complete, Roma 2010; S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ, Consigli e ricordi, a cura di Sr. Genoveffa del Volto Santo, Milano 1955; PIAT S. J., Celina, suor Genoveffa del Volto Santo, sorella e testimone di S. Teresa di Gesù Bambino, Milano 1994; PHILIPON M. M., Santa Teresa di Lisieux. Una via tutta nuova, Brescia 1963.