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MADDALENA DE’ PAZZI



1. Cenni biografici ed opere
Maddalena de’ Pazzi (1566-1607), al secolo Caterina, è una mistica vissuta appena 41 anni. Nacque a Firenze e entrò nel monastero Carmelitano di Santa Maria degli Angeli nel quartiere di S. Frediano. Anticipò la professione religiosa per molti di salute nel 1584 e da quel momento ebbe visioni mistiche ed estasi frequenti iniziate già nel 1582. Annoverata accanto ad Angela da Foligno e Caterina da Siena, non scrisse nulla: tutti i suoi scritti nascono come trascrizione da parte delle sue consorelle incaricate dal direttore spirituale di Maddalena. Cosi sono giungi a noi: Colloqui raccolgono racconti di estasi e colloqui avvenuti nel 1584; Revelationi e Intelligentie è una raccolta di estasi avvenute a Pentecoste nel 1585; Probatione racconta i cinque anni di prova ( dal 1585 al ‘90) che la santa affrontò; Renovatione della Chiesa comprende una visione sul rinnovamento della Chiesa ed lettere a varie personalità scritte nel 1586; Scritti di minor importanza come: Lettere, Ammaestramenti, Dodici meditazioni, Ricordi detti di azione, Ratti e intelligenze, Ultime estasi.

2. Esperienza mistica e presenza di Maria
L’esperienza estatica della santa si fonda sul concetto di Dio Amore, Fuoco Ardentissimo. Da questo fuoco ardente ha avuto origine il cammino della sua vita. Nelle estasi della santa troviamo essenzialmente una teologia dell’amore, non una speculazione razionale, alimentata nel vissuto contemplato e ottenuto dalla piaghe di Cristo. Se vedeva il fervore delle consorelle raffreddarsi girava per i corridoi nel monastero gridando “l’Amore non è amato!”. Maddalena insegnava il catechismo ad amici e compagni. Rimase fedele alla tradizione ed combatté il lassismo e gli abusi nella Chiesa. Nelle sue lettere destinate alle guide e pastori ecclesiastici, ella non chiedeva altro che un rinnovamento, un ritorno al “Vangelo puro” (sine glossa avrebbe detto Francesco d’Assisi). In un tempo in cui si diffondeva un concetto di devozione come schiavitù, Maddalena rimase fedele alla concezione più originaria ed antica dell’ordine, ovvero di Maria come sorella del Carmelo. Non solo. Per Maddalena ogni Carmelitano è generato nello Spirito da Maria. Cosi come Cristo prese carne da Maria, la vocazione carmelitana è un adombramento nello Spirito sotto il bianco mantello di Maria. Ella è madre e generatrice del Carmelo. Di conseguenza vi è il dovere preciso di proclamare la grandezza del suo amore e la sua misericordia. Il suo monastero si distingueva per le celebrazioni liturgiche, nelle devozioni, nel canto delle sue litanie in Suo onore. Dando eccesiva importanza all’esteriorità correvano il rischio di cadere nell’esibizionismo. Per ciò Maddalena indicava Maria come esempio di devozione interiore. Una tra le immagini della Vergine che preferiva era quella raffigurante la sua maternità tanto che il monastero era chiamato casa di Maria dalle consorelle. Nei momenti di preghiera Maddalena si “immaginava” fossero momenti di “allattamento” per i figli carmelitani da parte di Maria per condurli al Suo Figlio e introdurli nella Gloria. Maria è, secondo questa visione, modello del rapporto salvifico che le spose di Cristo devono avere con Lui. Capisce il ruolo di Maria nell’incarnazione dicendo: “ Maria è la porta per la quale noi siamo introdotti alla celeste Patria, e per la quale Dio è disceso in terra”. Fu “tabernacolo dove Dio fece il suo riposo” quindi preziosa come sono i nostri tabernacoli ed altari.
La santa fiorentina riesce a comprendere il perché la Chiesa ami Maria: Ella costituisce un “ponte”, un collegamento, una comunione tra il cielo e la terra. Si esprime cosi: “Quanto sei pura Maria! Col tuo sguardo tu muovi il Verbo, rallegri gli angeli, conforti i peccatori, dai sollievo ai pellegrini. […] Nella bellezza dei tuoi occhi s’è compiaciuto tutto il paradiso, s’è chinato il trono della Trinità”. Maddalena si entusiasma pensando alla somiglianza di Maria a Dio. Cosi come Gesù viene per la nostra salvezza, Ella è adornata di tante Grazie, non per se stessa, ma a nostro favore: «Tutte queste cose non sono per Te. Sono a servizio e in aiuto delle spose e serve di tuo Figlio. Tu sei il nostro aiuto». La Madre del Cielo è piena di quell’amore di Dio che è dono, perciò libera da ogni egoismo. È necessaria alla formazione di ogni cristiano, ma ha partecipato pure alla nascita della Chiesa (cfr. At 1-2), e raggiunto lo stato di gloria può dimostrare a che grandezza può arrivare l’uomo. L’umanità di Maria è in grado di far apparire in condizioni migliori l’uomo. Ella è “madre della bella carità” e “di misericordia e dei peccatori”. L’eccezionale messaggio mariano di Maddalena è questo: il ruolo di Maria nella vita cristiana, anche nei più elevanti gradi dello stato mistico, è intrinsecamente legato alla sua influenza sull’ascesa dell’uomo verso Dio. La grandezza di Maria è descritta con toni coloriti, esuberanti. Esprime il suo affetto per Maria con espressioni del tempo ed usa immagini audaci. Descrive Maria come un’ancella fedele vicina alla Chiesa ed ai cristiani con amore materno.

Bibliografia
SECONDIN B., Santa MariaMaddalena de’Pazzi. Una mistica che sa ascoltare e annuziare, Perugia 2007; SECONDIN B. –  MOSCHETTI P., Maddalena de’Pazzi mistica dell’amore,  Milano 1992; GORI N., Maria Maddalena de ‘Pazzi: l’impazienza dell’amore di Dio, Cinisello Balsamo 2003; PACINI P., Maria Maddalena De’Pazzi: santa dell’amore non amato, Firenze 2007; ZOVATTO P. (a cura di), Storia della spiritualità italiana, Roma 2002; POZZI G. – LEONARDI C.,  (a cura di), Scrittici mistiche italiane, Genova 1988; VALEBEK R. M., Maria Madre del Carmelo, vol. 1, traduzione a cura di Francesco Messina O. Carm. e Elia Monari O. Carm., Roma 1995; MADDALENA DE’ PAZZI, I colloqui, in Tutte le opere di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, Firenze 1960.






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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