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GIOVANNI DELLA CROCE



1. Cenni biografici e opere
San Giovanni della Croce (1541-1591) fu un sacerdote ed poeta. Le sue opere sono considerate tra le più belle della letteratura spagnola. Rimasto orfano di padre a soli due anni e mezzo, crebbe nella povertà. Entrò nel  Colegio de los Doctrinos dove in cambio di vitto e alloggio guarda la chiesa, presta servizio ai religiosi e pulisce la loro casa. Dal 1559 al 1563 compì gli studi umanistici presso i Gesuiti e nel 1563 veste l’abito carmelitano. Passa al collegio di Sant’Andrea dove all’università di Salamanca studia filosofia e teologia. Viene ordinato sacerdote nel 1567 e durante l’estate-autunno di quell’anno incontra Santa Teresa d’Avila per la prima volta. Ella lo coinvolse nella sua opera di riforma e di fondazione di nuovi monasteri: rimase entusiasta  dallo stile di vita che conducevano le sue monache. Insieme provvidero alla fondazione di monasteri riformati anche per religiosi: vi saranno così i primi frati Scalzi Carmelitani. Era il 1568. Giovanni però finì in prigione molte volte a causa dei malintesi, dei conflitti di giurisdizione e animosità dei frati Calzanti e Scalzi. Qui Giovanni compone le sue poesie più belle. Ritenuto il primo frate Scalzo, morì in odore di santità. Le prime testimonianze parlano di un maestro “perfetto” nell’illuminare la mente e i cuori.
Le sue opere giunte a noi sono:
OPERE POETICHE
En una noche oscura (In una notte oscura): opera poetica composta nel carcere di Toledo. È il canto dell’anima
che si rallegra di esser giunto all’unione con Dio; Cantico Espiritual: redatto in due momenti diversi (nel Carcere di Todelo e a Baeza) sono le canzoni fra l’anima e lo Sposo; Que bien sé yo la fuente (Oh ben so io la fonte): composto sempre in carcere è il canto dell’anima che ricerca di conoscere Dio per fede; Romances (Romanze): sono nove poemi ricchi di dottrina bibblica-dommatica che prendono spunto dal prologo di Giovanni; Un pastorcico (un pastorello): composto a Granada è il canto al Cristo per l’anima; Llama de amor viva (Fiamma d’amor viva): dedicata ad una benefattrice dell’ordine questa poesia  parla dell’anima nell’intima comunicazione di unione d’amore con Dio; Entrème donde no supe (Io entrai dove non capii): strofe composte dopo un’estasi; Vivo sin vivir en mì (Vivo e in me già più non vivo): strofe dell’anima che soffre per il desiderio di vedere Dio; Tras de un amoroso lance (Per un amoroso balzo): il santo parla di uno slancio d’amore sostenuto dalla speranza del cielo e favorito dalle tenebre della contemplazione;  Sinarrimo y con arrimo (Senza sostegno con sostegno): attraverso le virtù teologali (fede, speranza e carità) il santo spiega l’amore per Dio; Por toda la hermosura (Per tutta la bellezza): tema principale è quello dell’inappagabile bellezza umana in confronto a quella Divina; Del Verbo divino: quattro versi che rievocano Lc 2,6 insieme ad un antico canto eseguito dai carmelitani per la notte di Natale; Suma de perfeccon (Somma della perfezione): quattro versi ove il santo delinea un programma di perfezione.
OPERE IN PROSA
Cautelas (Cautele): scritto di poche pagine è un vademecum della perfezione monastica; Aviosos a un religioso (Avvisi ad un religioso): completa le Cautelas con consigli sulle virtù; Dichos de luz y amor (Parole di luce): brevi parole di discernimento, di “luce” e di esortazione alla seguela del Signore; Censura y parecer (Censura e giudizio): tratterello di discernimento spirituale scritto per esprimere un giudizio sfavorevole contro una carmelitana scalza; Ordenanzas (Statuti):  scritte nel 1585-87 per la confraternita de los Nazarenos; Epistolario: ci rimangono solo le lettere del 1586-91 poiché la maggior parte delle lettere è andata perduta.
OPERE MISTE
Subida del Monte Carmelo (Salita del Monte Carmelo): è una tra le sue opere più conosciute. Con un linguaggio semplice Giovanni intende aiutare le anime a meglio disporsi spiritualmente per “unirsi” a Dio; Noche oscura (Notte oscura): commento alle prime due strofe di En una noche oscura; Cantico Espiritual: è una “canzone” circa l’orazione e la preghiera di amore tra lo Sposo e l’anima; Llama de amor viva: (da non si confonda con l’omonimo precedente) si tratta di strofe che descrivono l’unione intima e qualificante di dell’anima con Dio.

2. Spiritualità mariana in Giovanni della Croce
Quest’elenco delle sue opere ci introduce a parlare brevemente della sua dottrina essenzialmente composta da temi “contemplativi, ascetici e mistici”, ma il vero “soggetto delle sue opere è Dio”. Le fonti dei suoi scritti erano: scienza, esperienza e Sacra Scrittura. Il suo desiderio di distacco delle cose materiali, a noi oggi, può sembra eccessivo.  Ma il lato umano di Giovanni si manifesta soprattutto nel suo atteggiamento verso Maria. Nei suoi scritti il nome di Maria ricorre solo 4 volte. Eppure ha un significato nella sua spiritualità. Innanzitutto egli fu sempre grato a Maria per i suoi interventi e per il suo ausilio nella corso della sua esistenza. Egli preferì l’abito Carmelitano  per la grande devozione alla Madonna. Da bambino, giocando in un laghetto con i suoi compagnetti, rischiò di affogare. Comparve una Signora dicendogli: “Dammi la mano, bambino, e ti tirerò fuori”. Giovanni non volevo sporcare di fango la mano della Madonna, cosi come erano le sue, non tese la mano ma fu salvato lo stesso da un contadino.  Quando ebbe dodici anni cadde nuovamente in un pozzo ed estratto fuori da alcuni passanti, raccontò di esser stato afferrato dalla Madonna che lo tenne a galla. Una volta trovandosi in una cella del Carmelo riformato di San Rocco, a Cordova, alcuni operai involontariamente provocavano la caduta di un muro sulla cella dove egli stava. Corsero tutti pensando che fosse morto schiacciato: invece sorrideva dicendo che la Madonna stese il suo mantello su di lui per proteggerlo. Parlava di Lei con tenerezza e quando in viaggio era stanco o triste cantava un inno in Suo onore.  La sua più famosa affermazione nei suoi riguardi è nella “Salita al Monte Carmelo”: «Tali erano quelle (opere e preghiere) della gloriosissima Vergine nostra Signora la quale, fin da principio elevata a questo sublime stato, non ebbe impressa nell’anima immagine di creatura alcuna, e da questa in nessun momento fu spinta ad operare, ma agì sempre sotto la mozione dello Spirito Santo». Quando Giovanni parla di stato si riferisce alla comunione abituale e permanente con Dio. La Madonna,  essere pieno di Grazia, aiuta nella salita al Monte Carmelo. Si sofferma sulle varie difficoltà, tentazioni, purificazioni  notti oscure. Fu eletta  ed innalzata da Dio e  Giovanni la colloca sulla vetta del Carmelo. Ella, piena di Grazia, ha un compito importante nel piano divino: donare quell’umanità al Verbo tanto amata da Dio. Quando Giovanni guarda a Maria la ricollega subito alla preghiera. Maria, ricolma di Spirito Santo, ci insegna a pregare. Ella conosce bene sia il “Cuore di Dio” sia le difficoltà umane da intercedere a nostro favore. Giovanni credette nell’avvocatura e nel sostegno di Maria nell’ultima ora dell’esistenza terrena. Pregò il suo Priore di donargli unico abito carmelitano che aveva, povero qual’era, per essere cosi seppellito. Egli aveva fede nella promessa dello scapolare e del suo privilegio Sabatino: morì al tocco della mezzanotte appena incominciato il sabato. Tra le sue ultime parole vi sono queste: “Per misericordia di Dio vado a recitare il Mattutino con la Vergine Nostra Signora in Cielo”. Maria era stata per tutta la sua vita un rifugio ed aiuto e non lo deluse nell’ora della morte. 

Bibliografia
SICARI A. M., Profili di San Giovanni della Croce, Roma 2000; A.A.V.V., Giovanni della Croce, in Enciclopedia dei Santi. Bibliotheca Santorum, Roma 1963; GIUSEPPE DELL’EUCARESTIA, San Giovanni della Croce. Uomo celestiale e divino, in Rivista di Vita Spirituale 3 (1957), pp. 40ss.; ID., La fonte nella notte: commento alla poesia di San Giovanni della Croce «Oh ben so io la fonte»,  in Rivista di Vita Spirituale 4 (1962), pp. 12ss.; GIOVANNI DELLA CROCE, Opere complete, Cinisello Balsamo 2001 (50 Spiritualità/Maestri); EGAN H., , I mistici e la mistica. Antologia della mistica cristiana, Roma 1995;  Crisognono P., Vita di S. Giovanni della Croce, Milano 1955.






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