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MATERNITÀ DIVINA


Dogma di fede, definito dal Concilio di Efeso nel 431.

1. Definizione dogmatica
Nel corso del V secolo, Nestorio, eletto patriarca di Costantinopoli nel 428, a un certo punto, nelle sue prediche, inizia a combattere il titolo di Theotókos (Madre di Dio). Il Concilio di Efeso (431) condanna Nestorio: afferma innanzitutto il dogma dell'unità di Cristo, in un'unità secondo l'ipostasi, cioè secondo la persona, e di conseguenza afferma che Maria deve essere detta «Madre di Dio» (Theotókos). È importante notare che la definizione dogmatica di Efeso fu prima di tutto cristologica, ma in conseguenza fu anche mariologica. Quando fu definito il carattere personale divino dell'uomo Cristo, la maternità di Maria fu definita come divina. Il dogma fu definito dal Concilio con questa Formula di Unione: «Noi quindi confessiamo che il nostro signore Gesù figlio unigenito di Dio, è perfetto Dio e perfetto uomo, (composto) di anima razionale e di corpo; generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, nato, per noi e per la nostra salvezza, alla fine dei tempi dalla vergine Maria secondo l'umanità; che è consostanziale al Padre secondo la divinità, e consostanziale a noi secondo l'umanità, essendo avvenuta l'unione delle due nature. Perciò noi confessiamo un solo Cristo, un solo Figlio, un solo Signore. Conforme a questo concetto di unione in confusa, noi confessiamo che la vergine santa è madre di Dio, essendosi il Verbo di Dio incarnato e fatto uomo, ed avendo unito a sé fin dallo stesso concepimento, il tempio assunto da essa» .

2. Significato del dogma
La Vergine Maria è innanzitutto la Madre del Verbo Incarnato, la Madre di Dio. Questo è il suo titolo principale e il fondamento di tutti i suoi privilegi. Possiamo quindi dire che la mariologia, almeno nel suo aspetto essenziale, è una parte della cristologia. La formula «Madre di Dio» non appare esplicitamente nella Sacra Scrittura, ma in essa sono affermate nel modo più chiaro due verità: la prima è che Gesù è veramente Dio; la seconda è che Gesù è veramente Figlio di Maria. A questo punto la logica ci obbliga a porre questo sillogismo: Gesù è Dio; Maria è la madre di Gesù: quindi Maria è la madre di Dio. Tuttavia possiamo trovare nella Scrittura anche delle formulazioni praticamente equivalenti a quella di «Madre di Dio». In S. Paolo oltre al testo dei Galati 4,4 c’è un altro bellissimo testo (Rm 9,5): «Da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli». Questo Dio benedetto nei secoli, che è Gesù, proviene dagli Israeliti secondo la carne, cioè secondo la generazione umana, e ciò avviene attraverso Maria, di cui egli è figlio. Quindi Maria è la Madre di colui che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. È quindi Madre di Dio. Nel Vangelo di Luca, Elisabetta accoglie Maria nella sua casa come madre del Signore: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?" (Lc 1,43). L'espressione «la madre del mio Signore» è equivalente a «la madre del mio Dio». Fra tutti i testi biblici è questo il più diretto e formale. Tutta la fede cristiana riguardo al Verbo Incarnato può essere sintetizzata così: Gesù è insieme vero Dio e vero uomo. Dicendo che Maria è Madre «di Dio» diciamo che Gesù è vero Dio; dicendo che Maria è «Madre» di Dio diciamo che Gesù è vero uomo; e diciamo anche che in lui la divinità e l'umanità sono unite nella stessa persona.
Nell’iconografia mariana il dogma della perpetua verginità di Maria – la “aeipárthenos”, la “semprevergine” (concilio di Costantinopoli II, 553 d.C.) – viene rappresentato simbolicamente da tre stelle che ornano il mantello della Beata Vergine. Le tre stelle indicano la virginitas ante partum, la virginitas in partu e la virginitas post partum. Georg Söll, un grande storico dei dogmi mariani, afferma al riguardo che il fatto che la Madre di Dio non cessò mai di essere vergine fu una realtà non soltanto per i fedeli del tempo di Basilio, ma anche per quelli dei secoli successivi. L’ex Maria Virgine del Simbolo della Chiesa universale venne inteso nel senso più ampio ed elevato a criterio di ortodossia”.La maternità verginale assicura che Gesù è un dono esclusivo di Dio Trinità all’umanità in Maria. Un ignoto autore del secolo VII, al quale viene dato il nome di Eusebio Gallicano, instaura un originale paragone tra Maria e la Chiesa, entrambe vergini e madri. Egli afferma: per mezzo di Maria è nato colui che era fin dal principio; per mezzo della Chiesa è rinato colui che in principio era perito; quella generò in favore dei popoli, questa genera i popoli; quella, ha partorito una sola volta un figlio rimanendo vergine, questa continuamente partorisce per mezzo dello sposo vergine. Quindi quello che riteniamo un prodigio unico nei secoli, lo dobbiamo riconoscere come una funzione abituale. La vita divina nata nel seno di Maria si diffonde nell’umanità intera attraverso l’azione sacramentale della Chiesa. La Chiesa, come Maria, è la madre vergine che continuamente, mediante il battesimo e gli altri sacramenti, fa rinascere l’umanità alla comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

Bibliografia
FORTE B., Maria, la donna icona del Mistero, Paoline, Cinisello Balsamo 19894; PERRELLA S. M., La Madre di Gesù nella coscienza ecclesiale contemporanea. Saggi di teologia, PAMI, Città del Vaticano 2005; AA.VV., Il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria. Problemi attuali e tentativi di ricomprensione, Marianum. Roma2004; AA.VV., L’Immacolata segno della Bellezza e dell’Amore di Dio, PAMI. Città del Vaticano 2005; AA.VV., L’Assunzione di Maria Madre di Dio. Significato storico – salvifico a 50 anni dalla definizione dogmatica, PAMI. Città del Vaticano 2001; PERRELLA S. M., Maria Vergine e Madre. La verginità feconda di Maria tra fede, storia e teologia, Paoline, Cinisello Balsamo 2003.

VEDI ANCHE:
- ASSUNZIONE DI MARIA AL CIELO
- DEÍPARA
- DOGMI MARIANI DEFINITI
- ERMENEUTICA DEL DOGMA MARIANO
- IMMACOLATA CONCEZIONE
- PERPETUA VERGINITÁ DI MARIA
- THEOTOKOS






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DOTTORE IN S. TEOLOGIA CON SPECIALIZZAZIONE IN MARIOLOGIA
DOCENTE ALL'ISSR "SAN LUCA" DI CATANIA

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