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SALVE REGINA


1. La Salve Regina nella sua origine e storia.
Antifona mariana notissima e comunissima, di autore ignoto del sec. XI. È stata attribuita a molti (a S. Bernardo, a S. Pietro di Mezonzo vescovo di Compostella negli anni 986-1000; ad Ademaro di Monteil, vescovo di Le-Puy-en-Velay, morto nel 1098), ma va ascritta, con vera probabilità, ad Ermanno Contratto, monaco di Reichenau (†1054). Ed infatti, nel cod. Augiensis 55, del sec. XI  (Landesbibliotbek di Karlsruhe), al f. 42, un monaco contemporaneo di Ermanno, in una «probatio pennae», riproduceva le prime parole della Salve Regina: «Salve, regina misericordiae», segno evidente che la Salve Regina era di già molto familiare, in quel tempo, ai monaci di Reichenau. Quest'ovvia supposizione é confermata dal fatto che, durante il sec. XI, nessun indizio della Salve Regina si à trovato altrove. La Salve Regina è una specie di prosa ritmica, Riguardo al testo della medesima occorre rilevare che la parola « Mater » del l° versetto « Salve, Regina [Mater] misericordiae «) e la parola « Virgo » dell'ultimo versetto « o dulcis [Virgo] Maria » sono state aggiunte posteriormente, forse nel sec. XIII (Cfr. Tnunsvow H., in « Rev, du Clergé. Fr, » 92 [1917, IV] pp. 499-518; 93 [1918, I] pp. 33-47; trad. di A. Boudinhon da « The Month » 128 [1916, II] pp. 248-260; 300-314). La S. R., con ogni probabilità, fu subito accolta come antifona al « Magnificat » o al « Benedictus » e come canto processionale ( negli Statuta Congreg. Cluniacensis del 1135, PL 189, 1048, di Pietro il Venerabile, abate di Cluny, viene prescritta per la processione da farsi nella festa dell'Assunzione, mentre la Comunità si recava alla chiesa di S. Maria). I Cistercensi, nel 1218, dopo averla adottata nella recita quotidiana, nel 1251 l'adottavano come canto dopo Compieta. I Domenicani, invece, l'avevano già adottata come canto dopo Compieta a Bologna fin dal 1230, e poi in tutto l'Ordine per disposizione del Capitolo Generale di Limoges del 1250. Nel 1239, Gregorio IX ne ordinava il canto dopo Compieta, nelle chiese di Roma, nei giorni di venerdì (Cfr, Godet P., L'origine liturgique du S. R., in « Rev. du Clergé Fr. », 63 [1910, III] pp. 471-476). Verso il 1249 (Cfr. « Anal. Franc. » 3 [1897] p, 275), i Francescani, insieme alle altre tre antifone mariane, adottarono anche la S. R. Quest'uso, nel 1850, veniva introdotto da Clemente VI nel Breviario Romano (Cfr. Mercati G., « Rassegna Gregor. » 2 [1903] col. 436-440), La riforma di S. Pio V (1568) fissava l'uso della S. R. nell'Ufficio divino dalla domenica della SS. Trinità fino alla prima domenica dell'Avvento. Leone XIII (6 genn. 1884) la prescriveva come prece finale dopo la celebrazione privata della S. Messa (Cfr. Leonis XIII Acta, IV, Roma 1885, pp. 5-6).

2. Commenti alla Salve Regina
La Salve Regina, attraverso i secoli, ha avuto vari commenti. Basti citare i quattro discorsi In antiphonam S. R. attribuiti a S. Bernardo e a Bernardo arcivescovo di Toledo (†1124); la Meditatio in S. R. (PL 184, 1077-1080) e con varianti (in PL 149, 588-590) attribuita a S. Anselmo da Lucca (†1083); i commenti di S. Pier Canisio nel suo De Virgine Incomparabili (Ingolstaldt 1577, pp. 616-625); di Fr. Coster (De cantico S. R., Anversa 1587); di S, Alfonso M. de Liguori, nelle sue Glorie di Maria (P. I) ecc.

3. La Salve Regina nella musica
H. Besseler (Cfr. Die Musik d. M. A., Postdam 1931, p. 87, es. 49) ci ha dato la melodia originale di Ermanno Contratto. Questa melodia ha poi avuto parecchie varianti (per es. quella « domenicana» e quella «cistercense»). Oggi sono in uso due melodie: una semplice, comune dovuta, a quanto sembra, al p. F. Bourgoing (Cfr. G. Asroud, Cours de plaintchant, Parigi 1904, p. 85 ss.); ed una più ornata, dovuta all'Oratoriano Enrico Du Mont, morto nel 1684 (Cfr. « Ephem. Lit. », 60 [1946] p. 86).

4. Significati spirituali della Salve Regina
- Salve Regina: con queste due parole manifestiamo tutta la nostra venerazione, tutto l'affetto, l'amore e il fiducioso slancio della nostra anima a Colei che è per noi lo specchio di Dio, la Regina rivestita di Sole, la Porta del Cielo, la Madre di nostro Signore;
- Madre di misericordia: consapevoli della nostra povertà interiore, dei nostri peccati, delle nostre indegnità, ci rivolgiamo alla Madre tutta bontà, il cui cuore trabocca di tenerezza e che ci aiuta a liberarci delle nostre miserie; alla Madre tutta sollecitudine, che tanto più ama i suoi figli quanto più essi hanno bisogno del suo soccorso;
- vita, dolcezza e speranza nostra: vita nostra, perché, secondo Goffredo di Auxerre «ci dà l’esempio di una condotta perfetta e di una totale santità»; dolcezza nostra, perché sul suo cuore «possiamo riposare il nostro cuore ferito e bisognoso d’amore ed essere ricoperti della stessa dolcezza del nostro Dio»; speranza nostra, perché tutto ci potrà mancare, «tutti potranno abbandonarci, ma con questa Madre, non abbiamo nulla da temere, possiamo tutto sperare: Ella non ci abbandonerà mai», ci guiderà a Dio e alla sua pace;
- a te ricorriamo noi esuli figli di Eva: non possiamo rassegnarci a vivere su questa “terra d'esilio”, ma aspiriamo al Paradiso che Eva ci ha fatto perdere con il peccato, che spesso perdiamo con i nostri peccati e perciò invochiamo la Madre e Regina «di percorrere con noi la faticosa via dell’esilio e aiutarci a giungere nella vera patria, in cielo, nella gioia del possesso divino», liberati dal male per vivere con Lei nella felice eternità in Dio;
- A te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime: sono i gemiti di tutte le creature sofferenti, che fanno della nostra terra una vera valle di lacrime; gemiti e pianti di coloro che non hanno speranza, che soffrono, che non hanno nessuno che li sostenga e consoli. Per noi che possediamo in Lei una dolcissima Madre, «i nostri gemiti e i nostri pianti, si trasformeranno in sospiri d'amore, di desiderio e di emozione dinanzi alla sua bontà e alla grande speranza che sa infonderci nei travagli della vita»;
- Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi: quegli «occhi da Dio diletti e venerati»  che ci dicono tutta la bontà, tutto il suo tenero amore; che ci assicurano della sua mediazione materna, la quale ci farà ottenere misericordia presso Dio, malgrado le nostre miserie e i nostri peccati;
- E mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del seno tuo: è Maria che ci aiuta in questa esistenza ad incontrare Gesù, nostra vita, nostra gioia, ma solo dopo che il velo del tempo si sarà squarciato, Maria potrà mostrarcelo in tutto il suo splendore, mostrarcelo nel pieno possesso di quella unità trasformante con Lui, nella quale vedremo «come la vita della Madre ha segnato la nostra vita; come il suo amore, ha sollecitato il nostro amore; come la sua pienezza ha aiutato la nostra povertà, perché ci realizzassimo totalmente in Cristo e lo raggiungessimo nella patria beata»;
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria: è l'ultimo grido d'amore, che riconosce le qualità della Regina tutta clemenza, tutta pietà e tutta dolcezza per coloro che a Lei innalzano le loro voci, quasi un gioioso canto di consolante certezza: «la preghiera rivoltale con fiducia, non sarà rigettata ma sicuramente e benevolmente accolta, perché Lei è e rimane sempre la Regina “di speranza fontana vivace”».

Bibliografia
GRASSO A., Maria, Madre di misericordia. "Sotto il tuo manto c'è posto per tutti". Meditazioni, Edizioni Segno, Tavagnacco 2016; TROMBELLI  G. C., De culto publico ab Ecclesia B. V. Mariae exhibito, Dissert, X, in Bourassé IV, Parigi 1866, col. 311-337; III, 655-657; POTHIER J., Ancienne S. R., in « Rev. du Chant Greg. », 10 (1902) pp. 145-152; ORVIEDO ARCE E., Memoria sobre el autor de la S. R., Compostella 1903; MERCATI G., Leggende medioevali sulla S. R., in « Rassegna Gregoriana » (1907) coll. 43-45; J. DE VALOIS, En marge d'une antienne: le S. R., Parigi 1912; BLUME C. L., Reichenau und die Marianischen Antiphonen, in « Die Kultur de Abbei Reichenau », Monaco 1925, pp. 802-820; MAIER J., Studien zur Geschichte der Marienantiphon S. R., Ratisbona 1939; NAVARRO S., El autor de la Salve, in « Est. Mar, » 7 (1948) pp. 425-442; BOYER C., S.J., Le S. R., in « Marianum » 14 (1952) pp. 270-275; ROSCHINI G., La Madonna secondo la fede e la Teologia, Roma, Ferrari, 1954, pp. 293-304; CECCHETTI I., in «Enc. Catt. ».






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