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VIGO PIO VITTORIO


Pagina: 2/2


5. “Hai accolto la Parola”
La maternità divina e verginale conferisce a Maria una singolare dignità e istituisce tra lei e Dio rapporti unici e strettissimi. La conseguenza è la sua eccellenza e dignità anche sul piano cultuale. La maternità divina di Maria è una maternità: oggetto di un particolare disegno di Dio, alla quale la Vergine è stata liberamente predestinata; salvifica perché il seme di Maria schiaccerà il capo del serpente e sarà il Salvatore del mondo; umana cioè non in riferimento alla persona che nasce da lei, che è una persona divina, ma in riferimento alla realtà umana che il Verbo assume; libera e responsabile accettata liberamente da Maria senza nessuna costrizione da parte di Dio; sponsale perchè nel suo grembo sono avvenute le nozze del Verbo con la natura umana; Epifanico-trinitaria perché manifesta l'agire di tutte le tre persone della SS. Trinità; epifanico - escatologica perché il parto di Maria determina la pienezza del tempo, cioè il compimento definitivo del tempo dell'attesa e l'inizio dell'epoca nuova che da significato a tutta la storia; singolare perché avviene per opera dello Spirito Santo e perché il frutto del grembo è il Figlio di Dio fattosi uomo.
        La Parola generata dal Padre
        eguale in tutto a Dio
        è diventata tuo Figlio
        quando le hai aperto
        col tuo “si” pronto e gioioso
        il cuore e il grembo
        invasi dallo Spirito.
………………….
        […]Il Verbo di Dio
        e l’amore che da sempre il Padre e il Figlio
        si sono dati
        entrano nella nostra storia attraverso Te.
        […] Con prontezza hai risposto e senza opporre resistenza
        alla richiesta dell’Onnipotente di volerti far diventare
        madre del suo Figlio e Madre dell’umanità intera.
………………….
        Segui stanotte
        la stella come guida:
        ti farà trovare il nido di Dio.
        La Vergine ti aspetta
        con la Parola consegnatale adesso
        nelle mani.
…………………..
        Con la tua presenza
        hai sorretto
        tuo figlio e la sua croce.
        Non poteva restare senza risposta
        quell’ora.
        Da madre
        hai voluto vivere accanto
        tutta inchiodata al dolore.
        Il tuo silenzio
        ha fatto scorrere l’offerta
        come incenso che si consuma.

………………..
        In un turbine di luce
        la compiacenza di Dio
        si è posata sulla tua culla,
        calda ancora d’infanzia,
        e sei diventata madre.
        Il figlio che nascondi in grembo,
        fragile come terra,
        porta il vigore e la limpidezza di Dio
        nelle vene.
        Come sorgente, adesso,
        zampilla in te la vita
        senza mai fine. 

6. Cuore di Madre
Col suo assenso di fede, Maria ha liberamente acconsentito a diventare la Madre di Cristo rappresentante di tutta l’umanità. È un primo fondamento della sua maternità spirituale nei confronti degli uomini. Concependo Cristo, generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, patendo insieme con il Figlio suo morente in Croce, cooperò in modo davvero singolare all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza, l'ardente carità, per rinnovare la vita soprannaturale delle anime. Per questo motivo divenne per noi madre nell'ordine della grazia. Questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura incessantemente, dal consenso che fedelmente prestò nell'Annunciazione, e che sotto la Croce confermò senza interruzione, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Infatti, assunta in cielo non abdicò a questo ufficio salvifico, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni dell'eterna salvezza. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti sulla terra ed esposti a tanti pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Tutta la poesia mariana di Pio Vigo è pervasa di un mistico afflato, da un desiderio di contemplare il volto luminoso della Vergine, che, avvolto dagli splendori di Dio, si manifesta tenerissimo volto di Madre. I versi incantati che la riguardano, sembrano un commosso commento ma anche la teologica e socio – politica esplicitazione della più antica preghiera mariana della Chiesa: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta»:
        Tu […] che sei[…] posta come custode e difesa
        del nostro navigare di ogni giorno,
        conosci i pericoli che ci insidiano […].
        Sii dunque, o Madre, per noi
        aiuto e conforto[…].
        Accompagnaci nel segreto del nostro cammino
        per cogliere la verità che illumina di pace
        i nostri passi.
………………………..
        […] Dal primo istante ti sei rivolta a noi
        e in fretta sei venuta a consegnarci la Pace
        che avevi ricevuto in abbondanza.
        […] Noi vogliamo accoglierti nella nostra casa
        come Madre e Maestra:
        illuminaci con gli esempi della tua vita
        e accompagnaci per mano senza stancarti […].
…………..
        […] Noi tuoi figli
        veniamo a bussare al tuo cuore
        perché sentiamo il bisogno
        di essere accolti
        dal calore della tua tenerezza.
        […] Il peso di ogni giorno
        ci soffoca con logiche e richieste
        che non ci lasciano liberi e in pace.
        Noi affidiamo alle tue mani
        la vita […].
…………………
        Non ti stancare di accogliere i tuoi figli
        con le sporte cariche di dolori:
        hanno bisogno sentirsi accolti
        sotto il manto della tua pace
        e sentire una voce
        che aiuta ad intendere il cielo.

………………….
        […] Sorgente della vita sei divenuta,
        capace di ascoltare da madre
        le nostre suppliche
        e di asciugare le lacrime
        che abbondanti segnano
        il nostro cammino.
 

7. Una Bellezza chiamata Maria
a) La  via pulchritudinis, è un cammino, nella e attraverso la bellezza, di progressiva ascesa dalle forme sensibili del bello, fino alle altezze dello splendore divino. Essa è, quindi, un’avventura dello spirito che si apre ad una crescita verticale, protesa alla comprensione dell’infinito e dell’assoluto. La bellezza è ponte e mediazione tra cielo e terra, è segno della presenza di Dio nel mondo: esiste, infatti, una scrittura cifrata che è intima a tutte le cose autenticamente belle e che ci rimanda all’Autore. Contemplata con animo puro, la bellezza parla direttamente al cuore; eleva interiormente dallo stupore alla meraviglia, dall’ammirazione alla gratitudine, dalla felicità alla contemplazione, dalla memoria all’anticipazione; afferra interamente l’uomo, mente e cuore, intelligenza e ragione, capacità creatrice e immaginazione; mette in moto un dinamismo di profonda trasformazione interiore che genera gioia, sentimento di pienezza e riconoscenza. Dio, Uno e Trino, che diffonde la sua bellezza e la sua carità nel mondo da Lui creato, comunica, in modo particolare queste sue qualità alle creature umane per mezzo del perfettissimo Mediatore, il suo Figlio Gesù Cristo, modellandole e santificandole con la potenza dello Spirito Santo, affinché siano sante e immacolate al suo cospetto nella carità. Maria di Nazaret eccelle tra tutte le creature quale specchio fulgidissimo della bellezza divina perché, essendo stata preservata dal peccato originale e colmata di grazia, è talmente animata e pervasa dalla bellezza e dall’amore di Dio, da diventare il prototipo della persona umana che, nella maniera più totale e senza alcuna riserva, accoglie il Figlio di Dio e si lascia trasformare da Lui. Maria, afferma papa Paolo VI, è la creatura tota pulchra; è lo speculum sine macula; è l’ideale supremo di perfezione, è la Donna vestita di sole, nella quale i raggi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli sovrani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale. E perché tutto questo? Perché Maria è la piena di grazia, cioè, la piena di Spirito Santo, la luce del quale in lei rifulge di un incomparabile splendore. Si comprende e si apprezza, quindi, l’inesausto sforzo dei poeti e degli artisti di tutti i tempi, per esprimere in versi e immagini la verità segreta e manifesta di Lei; quel suo essere nel contempo donna del nostro mondo e dei nostri giorni e realizzazione piena del mondo futuro. Il suo splendore, che esprime la bellezza massima e sublime della redenzione, appare anche a Pio Vigo un unicum dal punto di vista esistenziale, teologico e teologale.
        Nei tuoi occhi rileggo
        il colore del cielo
        e la profondità dell’infinito.
        La tua pupilla si nutre di luce
        fin dal mattino
        e consegna a tutti
        il suo sorriso […]
…………………
        […] Sotto il manto della Madre
        di tutte le grazie
        hai posto i tuoi passi:
        di lei hai cantato la bellezza
        e i riflessi della bontà stessa di Dio.
………………….
        […] Sei stata chiamata in terra
        con la voce esultante dei tuoi figli
        desiderosi di contemplarti
        avvolta degli abiti di Dio.
        […] I tuoi occhi luminosi
        rivelano la purezza del cielo
        che hai portato in grembo
        senza perdere il tuo immacolato splendore.
………………….
        […] Madre del Verbo eterno
        e segno mirabile dello splendore di Dio.
………………….
        […] Il sorriso della Madre si è affrettato
        a consegnarmi
        il profumo della sua gloria.
…………………
        L’infinito ha penetrato
        la tua piccola casa
        di terra battuta
        Innocenza e stupore
        lo hanno abbracciato
        e sei divenuta Madre
        di quell’unica Parola
        che può comprendere
        Dio.
…………………
        […] Il tuo canto si è tessuto con la luce del cielo:
        carne e cuore
        sono diventati splendore.
………………….
        […] Il tuo essere donna
        è riemerso nello splendore di Dio:
        la piccolezza è diventata statura
        dell’Infinito.
………………….
        […] I tuoi occhi lasciano intravedere
        come aurora
        il volto di Dio
        e ci parlano nel silenzio
        dello splendore del cielo.
………………….
        […] Lo splendore del tuo corpo
        riflette il chiarore del cielo

        e ci parla della potenza
        che ha vinto per sempre le tenebre.
        Il tuo sorriso
        è per noi abbraccio e carezza;
        il tuo sguardo
        pioggia di luce
        che ci rasserena e ci illumina.
………………….
        Metti nelle nostre braccia
        o Vergine,
        il tuo unico Figlio
        venuto con i passi del silenzio.
        Non ti ha chiesto la vita
        solo per la tua contentezza:
        vuole donare la sua carne
        per lo splendore di ogni uomo. 

 8. Conclusione
La poesia di Pio Vigo ci mostra la Vergine nel suo mistico splendore e nella mitezza della sua maternità, non, quindi, come una realtà fredda, lontana, astratta e piatta, ma piuttosto come una presenza originale e singolare vicina a noi, che ci conduce ai porti della gioia e della vita in modo amorevole, instancabile e prodigioso. Questa “mediazione materna”, derivante dal suo inscindibile legame con il Figlio e, di conseguenza, con l’umanità intera, si inserisce con forza e determinazione in tutte le pieghe della nostra vita personale e sociale, esercitandovi un salutare influsso che ci spinge ad uscire dall’ abituale appiattimento umano e religioso, per diventare davvero protagonisti della storia. Anche la Vergine di Pio Vigo, ripete ad ognuno di noi che è “ancora giorno” che, cioè, il buio delle notti della nostra esistenza, può essere sempre illuminato dalla Luce ineffabile e trasformante di Cristo per cui  «non vi sarà più notte e i servi dell’Agnello non avranno più bisogno di lampade, né di luce del sole, perché il Signore Iddio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli» con e come Lei, Donna del Magnificat, Icona e Testimone del Mistero, la prima dei Servi del Signore.

Bibliografia
GRASSO A., "I tuoi occhi ci parlano dello splendore del cielo". L'originalità di Maria, icona del mistero, nella poesia di Pio Vigo, in ID., Maria di Nazareth. Saggi teologici, Editrice Istina, Siracusa 2012, pp. 272-299; VIGO P., Mani cariche di canto, La Palma, Palermo 2003; ID., Come un raggio di sole, La Palma, Palermo 1993; ID., Oltre il silenzio, Abbadir, San Martino delle Scale 2007; ID., Scintille di gioia, Il Pantocratore, Palermo 2000; ID., Ancora è giorno, Tringale, Catania 1982; ID., Lasciatemi le ali, La Palma, Palermo 2004; Inseguirò la luce, Multigrafica Troinese, Troina 1987.

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