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Cari fratelli e sorelle,
al termine di questo momento di preghiera mariana, desidero rivolgere a tutti
voi il mio cordiale saluto e ringraziarvi per la vostra partecipazione. Saluto
in particolare il Cardinale Bernard Francis Law, Arciprete di questa stupenda
Basilica di Santa Maria Maggiore. Questo è, in Roma, il tempio mariano per
eccellenza, in cui il popolo della Città venera con grande affetto l’icona di
Maria Salus Populi Romani. Ho accolto
volentieri l’invito che mi è stato rivolto nel primo sabato del mese di maggio,
a guidare il santo Rosario, secondo la bella tradizione che ho vissuto fin dalla
mia infanzia.
Nell’esperienza
della mia generazione, infatti, le sere di maggio rievocano dolci ricordi legati
agli appuntamenti vespertini per rendere omaggio alla Madonna. Come, infatti,
dimenticare la preghiera del Rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case
e nelle contrade dei paesi?
Oggi insieme confermiamo che il santo Rosario
non è una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui
pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova
primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le
giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria.
Nel mondo
attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come
faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo
Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva. Quando si recita il Rosario si
rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si
ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria si orienta il
cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del
nostro tempo, delle nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione
dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria.
Ci aiuti Maria ad accogliere in noi la grazia che promana da questi misteri,
affinché attraverso di noi possa "irrigare" la società, a partire dalle
relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla
novità di Dio. Il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e
superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la
potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore
al centro di ogni Ave Maria.
Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio che ci ha concesso di vivere questa
sera un’ora così bella di grazia, e nelle prossime sere di questo mese mariano,
anche se saremo distanti, ciascuno nelle proprie famiglie e comunità, sentiamoci
ugualmente vicini e uniti nella preghiera. Specialmente in questi giorni che ci
preparano alla solennità della Pentecoste restiamo uniti con Maria invocando per
la Chiesa una rinnovata effusione dello Spirito Santo. Come alle origini, Maria
Santissima aiuti i fedeli di ogni comunità cristiana a formare un cuore solo e
un’anima sola.
Vi affido le
intenzioni più urgenti del mio ministero, le necessità della Chiesa, i grandi
problemi dell’umanità: la pace nel mondo, l’unità dei cristiani, il dialogo fra
tutte le culture. E pensando a Roma e all’Italia vi invito a pregare per gli
obiettivi pastorali della Diocesi, e per lo sviluppo solidale di questo amato
Paese. Al nuovo Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, che vedo qui
presente, rivolgo l’augurio di un proficuo servizio per il bene dell’intera
comunità cittadina.
A tutti voi qui convenuti e a quanti si sono uniti a noi mediante la radio e la
televisione, in particolare ai malati e agli infermi, imparto di cuore la
Benedizione Apostolica.