Maria madre di Dio e della persona umana cuore della pace
Omelia di Mons. Bruno Forte 1 gennaio 2007
DUOMO DI CHIETI - VASTO



“La persona umana, cuore della pace”: è questo il tema scelto da Benedetto XVI per la Giornata della Pace 2007, che si celebra il 1 Gennaio in coincidenza con la solennità di Maria, Madre di Dio. Vorrei meditare sul tema proposto dal Papa alla luce del mistero della Donna che ha generato al mondo il Figlio di Dio e delle letture che la liturgia ci offre. Tre motivi mi sembra emergano in primo piano: il valore infinito della persona umana, la sua vocazione all’amore e alla responsabilità verso gli altri, il dovere di obbedire a Dio sempre, rispettando la vita e la dignità di ogni essere umano. Sono questi i cardini su cui costruire la pace.


Il valore infinito della persona è affermato dalla lettura tratta dal libro dei Numeri (6,22-27), chiamata la benedizione di Aronne: “Ti benedica il Signore e ti protegga.  Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace.  Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò”. Colpisce in questo testo la centralità attribuita al volto: al volto di Dio, di cui si invoca lo splendore; al volto dell’uomo, su cui si chiede che possa riposare lo sguardo dell’Altissimo. Il frutto di questa corrispondenza dei volti è che il nome divino viene a posarsi sui figli d’Israele e la pace – lo Shalom fatto di verità, giustizia e amore – viene a regnare fra gli uomini. Perché ci sia pace è necessario guardare l’altro negli occhi e porre se stessi sotto lo sguardo di Dio: al centro della pace c’è la persona, la sua dignità unica, irripetibile e sacra. Scrive il Papa nel Suo messaggio: “Rispettando la persona si promuove la pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per un autentico umanesimo integrale. È così che si prepara un futuro sereno per le nuove generazioni” (n. 1).  Dal dovere di rispettare la dignità di ogni essere umano consegue che “della persona non si può disporre a piacimento… Il diritto alla vita e alla libera espressione della propria fede in Dio non è in potere dell'uomo. La pace ha bisogno che si stabilisca un chiaro confine tra ciò che è disponibile e ciò che non lo è” (n. 4) Se alla persona va riconosciuto un valore assoluto e non disponibile, la vita di ogni persona umana va considerata sacra dal primo all’ultimo istante datole da Dio, qualunque sia la sua condizione e il suo grado di sviluppo. La vergine Maria è modello di questo rispetto accogliente, non solo per come si è aperta al dono della vita affidato da Dio al suo grembo verginale, ma anche per aver espresso subito, sin dall’inizio, l’urgenza di coniugare questo sì alla vita al servizio degli altri, soprattutto dei più deboli, come ha dimostrato andando in aiuto all’anziana parente Elisabetta e al bimbo da lei portato in seno. Chiediamo allora a Maria di aiutarci ad accogliere e rispettare sempre la vita in noi e negli altri e a promuovere la dignità di ogni essere umano in ogni sua espressione e per il solo motivo che esiste.

Se ogni essere umano ha valore infinito, l’impegno e la responsabilità per gli altri è dovere di ogni persona, tanto da poter dire che la nostra vocazione di esseri umani è l’amore: “Gesù – afferma il Papa nel messaggio per la Giornata della pace - ci ha rivelato che Dio è amore (1 Gv 4,8) e che la vocazione più grande di ogni persona è l'amore. In Cristo noi possiamo trovare le ragioni supreme per farci fermi paladini della dignità umana e coraggiosi costruttori di pace” (n. 16). Nessuno ha diritto a disinteressarsi degli altri: la forza di questa vocazione nasce proprio dal fatto che tutti siamo stati raggiunti e amati da Colui che si è fatto uomo per noi, per aiutarci ad essere e volerci pienamente umani secondo il disegno del Padre celeste. “Quando venne la pienezza del tempo – afferma il testo della lettera ai Galati oggi proclamato (4,4-7) -, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli”. Non siamo soli in questo mondo, non siamo soli davanti alla nostra responsabilità: amati, siamo stati resi capaci di amare; il Figlio fattosi servo per noi ci ha resi liberi e figli dell’unico Padre di tutti. E come la Vergine Maria, abitata dalla Grazia, è stata fedele a questa vocazione all’amore per tutta la vita, fino al culmine dell’ora in cui ha accolto dal Figlio morente tutti i figli di Dio come suoi figli,  così il cristiano è per vocazione discepolo in quanto mette la sua vita al servizio degli altri sull’esempio di Gesù. Chiediamo a Maria, serva dell’Altissimo, di aiutarci a vivere la nostra vocazione all’amore, mettendo al servizio degli altri con gratuità e slancio tutto ciò che gratuitamente ci è stato donato da Dio.

Infine, se la persona umana è al cuore della pace, e se la vocazione che anima ogni costruttore di pace nasce dall’amore che viene da Dio e di cui Lui ci ha dato l’esempio, piacere a Dio, obbedirGli nel più profondo del nostro essere vorrà dire farsi in ogni scelta operatori di pace: nessuna violenza, nessun attentato alla pace può essere giustificato in nome di Dio. Come ricorda Benedetto XVI nel Suo messaggio, “inaccettabili sono le concezioni di Dio che stimolino all'insofferenza verso i propri simili e al ricorso alla violenza nei loro confronti. È questo un punto da ribadire con chiarezza: una guerra in nome di Dio non è mai accettabile! Quando una concezione di Dio è all'origine di fatti criminosi, è segno che tale concezione si è già trasformata in ideologia” (n. 10). È il no alla violenza in ogni sua forma che il Papa è andato ribadendo di continuo, specialmente nella sua insistente offerta di dialogo ai rappresentanti delle religioni monoteistiche: frainteso e perfino rifiutato, egli non si è arreso, fino a quando gli stessi che lo avevano osteggiato hanno dato segno di comprendere in qualche misura l’immenso valore di questo messaggio. Per adorare Dio occorre la fede umile di Maria, lo spirito di stupore e di adorazione dei pastori del Vangelo, la rinuncia a ogni mezzo di potenza umana usato per offendere gli altri. Può costruire la pace solo chi – come San Francesco – accetta di presentarsi disarmato all’altro, forte dell’unica forza della carità. Alla Madre di Dio perciò diciamo:

Aiutaci, Vergine dell’ascolto, umile e piccola rispetto ad ogni misura di grandezza umana, a seguire sempre la via dell’umiltà, a scegliere sempre e solo la forza della legge morale per rifiutare in tutto la legge della forza.
Aiutaci ad essere come Te affidati all’Eterno, pronti a pagare il prezzo del sì detto all’amore, capaci di perseverare fino alla fine, anche quando ai piedi della Croce ci venisse ancora affidato il compito di un amore più grande, come fu per Te quando il Tuo Figlio crocifisso e abbandonato Ti dichiarò madre nostra, madre dei peccatori, bisognosi di convertirsi in costruttori di pace, testimoni di verità e di giustizia.
Aiutaci, Madre di Dio, a credere nella potenza della debolezza, nel primato dell’obbedienza a Dio solo, Signore della pace, e accompagna il nostro umile sì nella fedeltà di tutti i giorni e le notti della nostra vita, per fare di ognuno di noi un autentico figlio della pace, costruttore generoso e fecondo delle vie della giustizia per tutti e del dialogo con tutti come uniche capaci di portare alla pace.

E l’anno che inizia sia per tutti e per ciascuno di noi un anno di pace, vissuto sotto lo sguardo e la benedizione di Dio, col conforto della vicinanza di Te, Maria, che sei la Madre di Dio, la Madre nostra, la Madre dei peccatori, la Regina della pace. Amen.





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