Festa della Madonna delle Grazie
Omelia di di Mons. G. Torti del 16 maggio 1999
DIOCESI DI LUGANO



Maria è la donna nuova, la donna pienamente as?so?ciata -nel corpo e nello spirito- al trionfo di Cristo suo Figlio e Signore. Sin dai primi, trepidanti e gioiosi passi della Chiesa, i credenti l'hanno sentita vicina come la prima dei redenti. Maestra della contemplazione, Lei che serbavava gelosamente il ricordo degli eventi che accompagnarono il cammino terreno di Gesù, meditandoli nel suo cuore fedele, trafitto e giubilante. Il Messale mariano -miniera eccezionale di autentica pietà verso la Vergine- giustamente afferma Dio colmò la Vergine dei doni dello Spirito; e lei, che nella incarnazione del Verbo fu adombrata dalla potenza del Padre, fu di nuovo colmata dal suo Dono al sorgere del nuovo Israele. La presenta pure come modello della Chiesa orante. Dio ci ha dato nella Chiesa nascente un esempio mirabile di concordia e di orazione: la Madre di Gesù, unita agli Apostoli in preghiera unanime e lei, che attese pregando la venuta di Cristo, invoca con intense suppliche lo Spirito promesso. Maria è anche modello di concordia, di comunione e di pace, di docilità alla voce dello Spirito Santo, di vigilanza nell'attesa della seconda venuta di Cristo, di fedele custodia e di premurosa diffusione della parola di Dio. Donna veramente pasquale: nella risurrezione del Figlio vive la gioia più pura e grande. È la nostra comune gioia ecclesiale e di singoli credenti poiché abbiamo la vita eterna in quanto conosciamo il vero Dio e Colui che da Lui ci è stato mandato, Gesù Cristo (cf Gv 17, 3). Illuminati da questa fede, acclamiamo Maria Madre della luce che è Gesù, sole di giustizia, che vincendo il peccato illumina tutto l'universo, luce gioiosa che inonda il mondo intero.
In questa festa ricordiamo la devozione degli avi che fiduciosamente si affidarono alla materna pro?tezione di Maria. Nei momenti più difficili della storia civile e religiosa della città e delle singole persone, esperimentarono la sua sollecita vicinanza, tanto da invocarla con il titolo riconoscente e fiducioso di Vergine delle grazie.
Non si può parlare di Chiesa dove non c'è Maria madre del Signore coi suoi fratelli. La Chiesa di Cristo vive, dove viene predicata l'incarnazione di Cristo dalla Vergine (Cromazio di Aquileia). Fu così per la Chiesa nascente, rimane così ancora oggi. Certo, noi crediamo che il Figlio di Maria ci ha salvato e ci salva, ma sappiamo che Lui stesso ce l'ha affidata come Madre. Con la gioia di figli riconoscenti, continuiamo ad invocarla come tale. Sappiamo pure che la salvezza avviene nella Chiesa, popolo di Dio in cammino nel tempo sotto la guida degli apostoli che spezzano il pane della parola e offrono il dono dei sacramenti.
Come cristiani ci sentiamo i beneficiari della missione e della preghiera di Gesù: Padre, ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date loro; essi le hanno accolte e sanno vera?mente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro, perché sono tuoi. Io sono glorificato in loro. Il Signore sa che non è facile vivere il suo Vangelo nella concretezza dell'esistenza. Sa che il nostro essere nel mondo comporta difficoltà. Perciò ha pregato per noi. Malgrado questo, talora le avversità, il peccato e la stanchezza sembrano poter prendere il sopravvento sulla nostra fede, sulle nostre forze, sul nostro impegno morale e di testimonianza. È il momento in cui -d'istinto- ci rivolgiamo a Maria. Lei è stata la donna forte nella fede, aderendo con fiducia alla sua vocazione, lasciandosi coinvolgere e condurre da Dio in un piano misterioso e terribilmente impegnativo. Rimane il miglior modello di comportamento cristiano. Il segno vivo della speranza che don delude.
Oggi celebriamo pure la Giornata degli strumenti della comunicazione sociale. Maria è colei che accolse la più entusiasmante delle notizie: la venuta nel mondo del Figlio di Dio. Quest'anno la giornata ha come tema Mass media: presenza amica accanto a chi é alla ricerca del Padre. È visione ottimista dei media che forse contrasta con la nostra esperienza. Certamente i media detengono una immensa potenzialità di bene. Hanno reso il mondo un villaggio, sono diventati come la piazza del villaggio sulla quale ci si può incontrare, conoscere, dialogare. Sulla piazza si possono fare anche cattivi incontri. Tuttavia da questo forum -aeropago lo chiama il papa, alludendo a san Paolo- i cristiani non possono rimanere assenti. Devono portare il loro contributo alla formazione di opinioni pubbliche conformi allo spirito del Vangelo. Ringrazio pertanto coloro che si impegnano per una presenza cristiana nei media, sia in quelli ecclesiali che in quelli pubblici o privati. Mi auguro che -grazie anche all'impegno dei laici- questa presenza diventi evangelicamente sempre più incisiva. Mi permetto anche di domandare almeno rispetto e, se possibile, comprensione per la Chiesa e la sua attività. La contestazione intraecclesiale, quando costruttiva, è benvenuta. Quando scade a livelli di chiacchiere non deve e non può essere accettata. Anche dal punto di vista ecumenico, credo sia giunto il momento di condizionare il dialogo ad atteggiamenti meno astiosi e preconcetti.
Il Cristo, Verità e perfetto Comunicatore ci aiuti ad essere ben presenti al mondo, senza essere del mondo.




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