Come Maria ascoltare insieme la Parola
Lettera ai Presbiteri di Mons. Ignazio Zambito del 9 maggio 2003
DIOCESI DI PATTI


Fratelli,
1. il nostro cammino pastorale suggerisce per maggio di guardare alla Chiesa raccolta, consacrata, mandata e vivificata dall’ascoltare insieme la Parola.
Si tratta naturalmente di accentuare due aspetti, l’ascolto realizzato comunitariamente, che sempre qualificano, più ancora, fanno la Chiesa.
Lo Spirito aleggia, il Padre e il Figlio operano sempre (Cfr Gn 1,2; Gv 5,17) e questa consapevolezza sostanzia l’impegno della fede, la costanza della speranza e l’operosità della carità.
L’aleggiare vivificante dello Spirito e l’operatività del Padre e del Figlio sono vari e imprevedibili ché imprevedibili sono, a servizio del loro amore infinitamente fecondo, libertà, fantasia.
Resta, nondimeno, che le vie maestre del linguaggio di Dio sono:
* il creato che narra la sua gloria, gemma novella che annunzia il ritorno della stagione dei frutti,
* gli avvenimenti che, da lui fecondati, spingono la storia intera verso la sua naturale meta: la pienezza e la ricapitolazione in Cristo,
* la Rivelazione propriamente detta, contenuta nei sacri testi, tocco bruciante di vita, parola che consola e scardina, taglia e dissoda, brucia e feconda, occhio fiammeggiante che penetra da parte a parte, chiave che decodifica la Parola inscritta nella creazione e nella storia,
* la Tradizione, cioè l’azione santificatrice dello Spirito Santo che senza sosta si rende presente nella Liturgia e nel Magistero per condurre la Chiesa alla santità.
2. La volontà di ascolto incontra l’enciclica «Ecclesia de Eucharistia» che il Santo Padre ha dato alla Chiesa lo scorso 17 aprile. Non mancheremo di farla oggetto di attenta, devota e fruttuosa attenzione. In vista e attesa di questo momento vi invito a un primo approccio, prima personale e poi comunitario insieme ai confratelli e agli operatori pastorali che la Provvidenza ci ha affiancato. Come primo passo, comincio io con qualche rilievo che serva da presentazione:
a) riportando gli argomenti dei sei brevi capitoli:
I. Mistero della fede.
L’Eucaristia non è solo l’evocazione, ma la ri-presentazione sacramentale del sacrificio della Croce, che si perpetua nei secoli.
II. L'Eucaristia edifica la Chiesa.
È dall’Eucaristia che nasce e si consolida la Chiesa, come nuova comunità messianica, Popolo di Dio della Nuova Alleanza, suggellata dal sangue di Cristo.
III. L’apostolicità dell'Eucaristia e della Chiesa.
L’assemblea eucaristica ha necessità assoluta del ministro ordinato, che non può darsi da sé ma che riceve mediante la successione episcopale risalente agli Apostoli.
IV. L'Eucaristia e la comunione ecclesiale.
La legittima celebrazione e la piena partecipazione all’Eucaristia si ha solamente in un contesto di piena comunione, sia invisibile (in Cristo col Padre, lo Spirito Santo e i fratelli), che comporta lo stato di grazia sacramentale, sia visibile (adesione alla dottrina degli Apostoli, ai sacramenti e all’ordine gerarchico).
V. Il decoro della celebrazione eucaristica.
L’impegno al decoro non è “spreco” di energie e mezzi, ma espressione dello stupore della fede di fronte al dono incommensurabile dell’Eucaristia.
VI. Alla scuola di Maria, “donna eucaristica”.
Maria è donna eucaristica con l’intera sua vita e, quindi, in un certo senso già prima che l’Eucaristia fosse istituita: tutte le sue apparizioni nei vangeli possono essere riletti in chiave eucaristica.
* Conclusione
Nell’umile segno del pane e del vino, Cristo cammina con noi, quale nostra forza e nostro viatico, e ci rende per tutti testimoni di speranza.
b) facendo due sottolineature.
3. La prima: porsi alla scuola di Maria “donna eucaristica”. Per riscoprire in tutta la sua ricchezza il rapporto tra Chiesa ed Eucaristia, occorre ispirarsi a Maria madre e modello della Chiesa. Maria guida verso questo Sacramento Santissimo, per la relazione profonda che ad esso la lega. Lei è la donna eucaristica con l'intera sua vita, la Chiesa è chiamata ad imitarla.
C’è un reciproco richiamo tra:
a) il «Fate questo in memoria di me!» e «Fate quello che vi dirà».
b) il fiat di Maria alle parole dell'Angelo, e l'amen che ogni fedele pronuncia quando riceve il corpo santo del Signore.
c) la beatitudine di lei ‘che ha creduto’ (Lc 1,45) e la fede con la quale i battezzati che si stringono attorno all’altare, offrono il corpo e il sangue, se ne nutrono e tornano alla vita familiare e sociale per offrire il frutto di labbra che professano la sua lode.
Il Santo Padre conclude:
- additando Maria che:
* anticipa, nell'Incarnazione, la fede eucaristica della Chiesa;
* si fa primo tabernacolo e ostensorio nella Visitazione;
* col suo sguardo che contempla il volto di Cristo e stringendolo tra le braccia è modello di ogni comunione eucaristica.
- esortando i battezzati a mettersi
* alla scuola dei Santi, grandi interpreti della vera pietà eucaristica,
* in ascolto di Maria Santissima.
4. La seconda sottolineatura: Il decoro della celebrazione eucaristica.
Il racconto dell'istituzione eucaristica colpisce per la semplicità e, insieme, per la gravità con cui Gesù, istituisce il grande Sacramento. Fa da preludio: l'unzione col profumo prezioso che una donna versa sul capo di Gesù, provocando la protesta dei discepoli, Giuda in particolare, come se tale gesto costituisse spreco intollerabile. Ben diversa è la valutazione di Gesù. Egli apprezza l'unzione e dà l'incarico della preparazione della grande sala per la cena pasquale, lasciando intravedere una sensibilità liturgica, che affonda le radici nella tradizione, pronta a rimodularsi in sintonia colla Pasqua nuova e definitiva.
La Chiesa, come quella donna, non ha temuto di sprecare, investendo il meglio delle sue risorse per dare espressione al suo stupore di fronte al dono dell'Eucaristia presenza, sacrificio, convito.
Come i primi discepoli, si è sentita impegnata a celebrare l'Eucaristia digne, attente, devote. Da qui la liturgia cristiana. E cosa mai potrebbe bastare, per esprimere adeguatamente l'accoglienza del dono che lo Sposo divino fa di sé alla Chiesa sua sposa?
Se la logica del ‘convito’ induce a familiarità, mai la Chiesa ha ceduto alla banalizzazione: Egli, Sposo, è, pure, Signore; il convito resta convito sacrificale, segnato dal sangue versato sul Golgota; la semplicità dei segni nasconde l'abisso della santità di Dio; il pane spezzato sui nostri altari, è pane degli angeli.
L’istanza di interiore devozione va di conserva con una serie di espressioni esterne, volte ad evocare e sottolineare la grandezza dell'evento celebrato.
Da qui hanno preso abbrivo liturgia e arte: architettura e scultura, musica e poesia, pittura e mosaico, cesello e ricamo. L'Eucaristia ha plasmato la Chiesa e ha inciso sulle culture.
5. Da qui alcune indicazioni operative pratiche:
a) Va ribadita, l’attenzione alle norme della Chiesa, che regolano la costruzione e l’arredo dei sacri edifici.
b) Nella celebrazione eucaristica, le norme liturgiche vanno fedelmente osservate. Espressione di ecclesialità, riscoperte e valorizzate, esse fugano sciatteria e formalismo. San Paolo rivolse parole brucianti alla comunità di Corinto per abusi verificatisi nella celebrazione eucaristica (1Cor 11,17-22).
c) La custodia del Santissimo Sacramento deve essere evidenziata, degna, adatta alla preghiera e al raccoglimento.
d) Le norme riguardanti il culto eucaristico (in rapporto alla celebrazione della S. Messa, i ministri, paramenti, vasi sacri, incenso, addobbi vari ecc.) devono essere rispettate.
e) I ministri ordinari e straordinari dell’Eucaristia devono espletare quegli uffici che la Chiesa ha dato loro da svolgere.
6. Concludo. Ascoltare insieme, nella comunione ecclesiale, la Parola, in qualsiasi forma essa ci raggiunga, comprende certamente l’impegno della lettura, da fare insieme ai fratelli di fede (2Pt 1,20), ma sarebbe incompleta, e soprattutto inefficace, senza l’impegno dell’obbedienza da esercitare nelle scelte fondamentali come in quelle, consequenziali, di piccolo taglio.
L’ascolto in ultima analisi è sempre finalizzato all’obbedienza.
Chi obbedisce, perciò, non solo mostra una chiara volontà di ascolto, ma, soprattutto chi è immesso nel ministero presbiterale e della comunione, offre l’opportunità anche ai fratelli di entrare nel circuito dell’ascolto comunitario della Parola. La Liturgia, infatti, non è azione privata, ma di popolo.
Mentre vi riconfermo il costante ricordo nella preghiera, vi affido questo avvio all’ascolto e vi accompagno con la mia benedizione.

Patti, 9 maggio 2003
+ Ignazio Zambito




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