Il dogma della Assunzione di Maria al cielo
Lettera pastorale del Card. Giuseppe Siri del 1 novembre 1950
ARCIDIOCESI DI GENOVA



Cari Confratelli, Diletti Figli,

Oggi, solennità di tutti i Santi, si è compiuto il fatto religioso più grande del nostro secolo. Esso è la definizione dogmatica della Assunzione in Cielo della Santa Vergine Madre di Dio.

La cerimonia esteriore che oggi si è veduta a Roma e, in essa, la sensibilizzazione più alta che si possa dare del divino potere commesso al Vicario di Dio in terra, sono state certo ineffabili; però quello che è dato intuire del grande avvenimento attraverso la Fede e al di sopra degli uomini si illumina talmente dei supremi nostri destini, dei trionfi della Redenzione e della stessa eternità, da lasciarci compresi, commossi, estatici.

Il Nostro dovere è di spiegare tutto questo, per quanto ci è dato colla grazia di Dio, affinché possiate coscientemente partecipare al grande fatto e meglio attingere con esso a quella divina e straordinaria munificenza, che certamente l’accompagna.

Per seguirci nel poco che vi diremo, vi preghiamo di ricordarvi che siamo piccoli, che la nostra vita ed il nostro mondo sono non meno piccoli, che il mondo di Dio è infinitamente grande e che le cose riguardanti quel mondo sono assai più importanti per noi e più risolutive che non i clamorosi avvenimenti dei nostri giorni. Se volete veder bene, veder chiaro ed ingannarvi meno, guardate sempre dalla parte di Dio. L’onore reso alla Madre di Dio colla definizione di una verità che La riguarda, ha da fare col nostro tempo infinitamente più di quello che non sembra. Perché anche il nostro tempo, come tutti i tempi, dipende dalla Redenzione e dalla sua interna logica.


I.

La Vergine Madre di Dio, chiuso il Suo pellegrinaggio terreno, non ha lasciato siccome accade a tutti i mortali, il Suo corpo alla terra ed alla naturale corruzione. Questo Sacro Corpo, riunito alla santissima anima, composto nella naturale unità della Persona è in quella ormai eternamente partecipe della gloria eterna. Quello che per tutti i giusti accadrà dopo la fine del mondo, per la Madonna è già accaduto. In questo consiste la Assunzione della Vergine, questo è l’oggetto della odierna definizione.

La Assunzione della Vergine conclude la storia della nostra Redenzione, che era cominciata appunto colla Vergine stessa. E’ questo il motivo per cui la Chiesa ha sempre tenuto a tale verità con particolare interesse. Colei, che era stata concepita immacolata e rimaneva pertanto fuori del peccato d’origine nonché della legge definitiva della morte, dopo averla conosciuta, era giusto fosse involata alla morte. Colei, che era stata Vergine nella Maternità Divina e costituiva pertanto la ineffabile eccezione del genere umano, è stata esente dalla corruzione della, terra. Colei, che era madre degli uomini redenti, era naturale li precedesse tutti. Colei, nella quale l’opera della completa salvezza era cominciata per tutti, a buon diritto doveva tutti precedere nella completa felicità eterna. Colei, che è stata più di tutti ed in modo assolutamente unico unita a Gesù Cristo sulla Croce, fu con lui unita nella esaltazione sopra tutti i Cieli.

La Vergine fu Assunta per una ragione di logica sorprendente, per una divina coerenza colla dignità di Madre di Dio, a Lei supernamente elargita.

Così tutte le ragioni della Sua grandezza si raccolgono nella Assunzione. Ciò è tanto vero che per molti secoli, tanto in Oriente che in Occidente, la festa della Assunzione fu la festa per antonomasia della Vergine stessa, la più grande e la più venerata. In realtà colla Assunzione si ha l’epilogo di tutta la Divina storia di Nostro Signore. Non solamente epilogo però; infatti colla esaltazione al Regno eterno cominciò per la Santa Madre del Signore la piena Sua materna assistenza ai credenti, quella che è veramente una mirabile risorsa per la nostra vita e per la nostra storia.

Lo stupendo epilogo fu noto agli Apostoli, i quali, almeno indirettamente spettatori di quanto del fatto riguardava la terra, furono resi divinamente edotti circa il medesimo nell’aspetto più grande e che riguardava il Cielo. Essi seppero che Colei che li aveva maternamente assistiti ed incoraggiati in terra, da ben altro soglio nella ricostituita unità del Suo corpo e della Sua anima li proteggeva dal Cielo.

Tale fatto, nella sua verità e serena certezza gli Apostoli commisero alla Chiesa dei primi tempi; questa nell’ultimo epilogo relativo alla Madre Sua abbracciò, custodì e venerò con fedeltà inflessibile tutto il mistero di Gesù Cristo e lo portò con sé attraverso i secoli. Sempre, e fino a noi.

II.

Come mai dunque, cari Figli, solo in questo anno di grazia si è avuto la definizione dogmatica della verità della Assunzione?

E’ giusto che a questa domanda rispondiamo.

Da quanto sopra vi abbiamo riassunto è chiaro che la verità della Assunzione non è o conosciuta o inventata solamente oggi. Essa c’era nella inalterabile Tradizione della Chiesa. La definizione dogmatica non è dunque una aggiunta alla nostra Fede. Neppure si tratta di aver tolto qualche dubbio circa il fatto della stessa Assunzione, no! Quel fatto e quella verità erano certi. Basterebbe ricordare che la festa universale della Assunzione della Vergine rimonta ai primi secoli; se i documenti diretti circa la esistenza di questa festa arrivano al quarto secolo della nostra era, il fatto della sua universalità, unito alla severità teologica di quel secolo nell’opporsi a qualsiasi innovazione liturgica che toccasse il dogma, dimostra da solo come la medesima festa non sia del quarto secolo, ma deve risalire all’epoca primitiva. Con una festa, e per di più di tale solennità, non sono compossibili dubbi seri od esitazioni.

La definizione dogmatica aggiunge a questa verità certa una luce ed una conferma nuova, la luce e la conferma propria dell’infallibile Magistero da parte del Romano Pontefice.

La luce e la nuova conferma, il fatto di esercitare intorno a quella verità in modo solenne il Magistero più alto, divinamente assistito, che abbia la terra, costituisce un render gloria a Dio ed onore alla Santissima Madre, nello stesso tempo in cui fa il punto di tanti secoli nei quali la Tradizione Apostolica ha portato con sé la ineffabile certezza dell’ultimo privilegio concesso alla Vergine.

Abbiamo parlato di gloria a Dio. Sì!

Viene sottolineato un particolare risolutivo del quadro di tutta la Redenzione, opera dell’amore di Dio.

Viene potentemente rilevata ed additata, come si è detto sopra, la divina saggezza e coerenza nella opera «per la quale il Signore fu tra gli uomini».

Viene magnificato nel Suo esercizio e dal Suo stesso esercizio il Magistero del Vicario di Dio, che rimane la suprema garanzia di certezza per le verità necessarie alla salvezza del mondo.

Che poi nel professare sempre e nel richiamare oggi una perenne verità c’entrino i secoli a distanziare i momenti, è sempre il segno di quel riflesso di eternità che il Creatore, di Sè, ha dato alla Sua Chiesa!

Abbiamo parlato di onore alla Santissima Madre. Sì!

Che il Divino Messaggio rivelato e consegnato agli Apostoli si sia occupato. di Lei, come circa gli inizi Suoi, così anche circa il glorioso Epilogo; che la Provvidenza abbia accompagnata tale verità attraverso i secoli, per garantirla da deviazioni; che il fatto di Lei ancora una volta diventi oggetto dell’altissimo Magistero; che il mondo credente e non credente sia impegnato a raccogliere la nuova eco della lontana e sempre viva rivelazione fatta dagli Apostoli, è certamente gloria unica e pertanto ineffabile.

Che tutto questo si compia è dare al mondo, alla Chiesa, a tutti noi il modo di offrire al Signore un gradito atto di culto, di sincero e fervido amore, onorando con gesto raramente conosciuto dai secoli la Madre di Dio.

III.


Da tutto questo scendono i motivi della nostra gioia figliale. Quando si tratta della Madonna tutti ci sentiamo figli, tutti più vicini all’amore, alla innocenza ed alla pace.

Che cosa farà il Signore per rispondere all’onore tributato alla Vergine Madre? Non possiamo saperlo, ma sappiamo bene che l’amore e la munificenza in Dio non hanno limiti. E ci pare che una riposante luce già scenda su tanti oggetti delle nostre ansie, dei nostri dolori e dei desideri che portiamo in cuore per la salvezza dei fratelli. Per questo la gioia!

E poi colla Vergine si è iniziata la salvezza e la storia documenta che i Suoi ritorni sono sempre inizi di salvezza.

Ci pare, diletti Figli, che una grande misericordia si avvicini a noi nella misteriosa maestà di un fatto raro nei secoli e pertanto Noi sentiamo di dovervi invitare a rendere la partecipazione vostra spirituale e profonda. La Nostra riconoscenza sale a Colui che tutto ha voluto e, nella pienezza del Suo potere, tutto ha fatto: al Nostro Santo Padre il Papa.

Noi vorremmo che tutti sentiste, diletti figli, il fascino morale dell’Assunzione. Anche il corpo della Vergine è elevato nella gloria sempiterna! E’ evidente il richiamo per noi ad elevare tutte le cose materiali - quelle che sono in noi e quelle che stanno fuori di noi - ad una maggiore purità e chiarezza. Che il peso delle passioni, dei sensi, dei peccati diminuisca, che abbiamo ad essere maggiormente liberi dai gravami da essi imposti, che cediamo meno ai loro allettamenti, che diamo la prevalenza allo spirito! Se osserverete bene vi accorgerete che tutto ha bisogno di un potente richiamo alla purezza. La visione della Assunta in Cielo - ve ne preghiamo - vi doni sempre la forza di tale richiamo ed esso costituisca i1 tema fondamentale della gioia mariana di questo Anno Santo!


IV.


Qualche cosa deve segnare la fatidica data e tramandarla come amorevole richiamo di Fede a quelli che verranno dopo di Noi.

Non possiamo dimenticare che quando nel 1854 Pio IX definì il Dogma dello Immacolato Concepimento della Madonna, a Genova venne eretta la prima Chiesa del mondo in memoria della definizione stessa. Essa, proprio per tale motivo, venne elevata al grado di Basilica nel 1904: è la Basilica dell’Immacolata in Via Assarotti. Abbiamo pertanto deciso di dedicare alla Madre di Dio Assunta in Cielo, in ricordo della definizione, una delle nuove parrocchie che colla grazia di Dio abbiamo in animo di erigere per rispondere al bisogno di nuovi sorgenti quartieri. Crediamo che molti di Voi vorranno farsi un merito ed un onore in quella nuova Chiesa. Finalmente, affinché il ricordo del grande fatto e della Madre del Signore vi segua da vicino, invitiamo tutti a murare sulla porta di casa, possibilmente all’esterno, la immagine della stessa Santa Vergine ed affidiamo a voi, Nostri cari Parroci, di zelare la iniziativa in modo e con tale costanza efficace da poter vedere in non lungo spazio di tempo l’amabile effige dovunque collocata, segnacolo di Fede e certezza di materna protezione.

Noi umilmente, ma fervidamente chiediamo alla Celeste Madre di ricordarsi che Genova fu, è, vuol continuare ad essere, la Città di Maria Santissima.

Dato a Roma li 1° Novembre 1950.


+ GIUSEPPE, Arcivescovo







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