Un Rosario per la famiglia
Lettera alla Diocesi di Mons. Pietro G. Nonis del 1 maggio 2003
DIOCESI DI VICENZA



Carissimi,

stiamo vivendo un anno che l’intenzione del Papa consacra alla devozione personale e popolare del rosario. Lo scopo principale di una preghiera che dovrebbe essere più insistente e forte del solito è la pace: non lo dichiara soltanto il nostro amato Santo Padre, ma lo rende più esigente e vivo la realtà dei fatti. Ha bisogno di pace, anzitutto, la famiglia delle nazioni e dei popoli, lacerata spesso da conflitti devastanti, da guerre e guerriglie che portano distruzione e morte.
Usiamo intenzionalmente la parola “famiglia”, per parlare dei popoli, ben sapendo che essa non è tale, oggi, in nessuno dei continenti. L’odio e la violenza imperversano. Ha bisogno di pace, poi, la piccola famiglia di cui ciascuno di noi fa parte. L’amore è in crisi. La denatalità continua ad inaridire le fonti della vita. Separazioni e divorzi, e convivenze che non hanno spesso natura e dignità di matrimonio, aggravano di anno in anno la condizione familiare, alla quale la stessa natura, per volontà di Dio creatore e di Gesù redentore, ci inclina.
Da quando non si prega più, nei nostri paesi, a famiglia riunita, l’aggravarsi della situazione morale e religiosa della nostra società si è fatto più visibile, quasi irreparabile. Non ho mai visto lacerata dai mali del secolo una famiglia nella quale si usasse, almeno in certe stagioni dell’anno, recitare il rosario o, almeno, il Padre nostro e l’Ave Maria tutti insieme. Siamo all’inizio di maggio, il mese bello consacrato in modo particolare alla Madonna. Cogliamo volentieri, in forza della nostra tradizione e dell’esortazione del Papa, questa opportunità: di raccomandare al Signore per l’intercessione di Maria la causa della pace, il bene delle famiglie.


† Pietro Nonis vescovo




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